Imprese e Made in Italy: un nuovo corso per la filiera moda

Legalità, tracciabilità e innovazione: le nuove regole per il Made in Italy

La moda italiana, eccellenza riconosciuta a livello globale, affronta oggi una fase cruciale. Dopo gli scandali che hanno coinvolto grandi brand come Armani, Dior, Alviero Martini, Max Mara, Loro Piana e Tod’s, il Governo interviene con misure concrete per tutelare legalità, trasparenza e sostenibilità.

La Commissione attività produttive del Senato ha approvato il primo pacchetto di emendamenti dedicato al settore moda nell’ambito del disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese (PMI).

Il provvedimento nasce dalla collaborazione tra Parlamento e Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). L’obiettivo è creare un sistema di certificazione della filiera produttiva, garantendo regolarità contributiva, fiscale e giuslavoristica lungo tutta la catena, dai marchi principali fino ai subfornitori.

Un sistema di certificazione volontario per la filiera della moda

Al centro del pacchetto approvato c’è un innovativo sistema di certificazione della filiera, strutturato per:

  • verificare la regolarità contributiva e fiscale delle aziende;
  • controllare il rispetto della normativa sul lavoro e sicurezza;
  • certificare l’assenza di condanne o sanzioni per titolari e amministratori.

La certificazione sarà su base volontaria e rilasciata da soggetti accreditati alla revisione legale, che potranno effettuare audit in produzione per confermare la conformità alle regole. Ogni contratto di filiera dovrà includere clausole specifiche che obblighino anche i subfornitori a rispettare la normativa vigente.

Le imprese certificate potranno utilizzare la dicitura “Filiera della moda certificata” nelle attività promozionali. L’uso improprio comporterà sanzioni dall’Agcm da 10.000 a 50.000 euro. Inoltre, sarà istituito presso il MIMIT un registro pubblico delle certificazioni, consultabile da consumatori e partner commerciali.

Il ruolo strategico delle micro e piccole imprese nella moda italiana

Il disegno di legge è la prima applicazione dell’art. 18 della legge 180/2011, che recepisce le direttive europee dello Small Business Act. In Italia le microimprese con meno di 10 addetti rappresentano il 95,13% delle imprese attive, mentre le grandi aziende costituiscono appena lo 0,09%.

Queste piccole realtà hanno un ruolo cruciale:

  • Economico: motore delle catene di approvvigionamento e distribuzione.
  • Tecnologico: capaci di innovazione rapida, adattandosi ai cambiamenti più velocemente delle grandi aziende.
  • Sociale: promuovono inclusione territoriale e parità di genere.

Le PMI italiane generano circa 1.000 miliardi di euro e contribuiscono al 40% del valore aggiunto nazionale, impiegando un terzo della forza lavoro complessiva. Tuttavia, affrontano sfide significative: accesso al credito, burocrazia complessa, competitività internazionale, digitalizzazione e difficoltà nel reclutamento di personale qualificato.

Le cinque direttrici di intervento per sostenere la filiera moda

Il disegno di legge individua cinque macro-aree strategiche per rilanciare le imprese e la filiera della moda:

  1. Aggregazione e crescita dimensionale delle imprese
    Incentivi fiscali per la costituzione di reti d’impresa e centrali consortili, con focus sul settore moda. L’obiettivo è rafforzare la competitività delle PMI e favorire la collaborazione tra aziende complementari.
  2. Accesso al credito e strumenti finanziari innovativi
    Semplificazione dell’accesso ai finanziamenti tramite Confidi, strumenti di destocking e interventi mirati a liberare liquidità per investimenti produttivi e innovativi.
  3. Semplificazioni amministrative e gestione della sicurezza
    Introduzione di modelli semplificati per la salute e sicurezza sul lavoro, esonero da alcune assicurazioni obbligatorie per veicoli aziendali e formazione continua anche durante la cassa integrazione. Questi strumenti riducono gli oneri burocratici per le PMI e facilitano la compliance normativa.
  4. Tutela della reputazione online e lotta alle false recensioni
    Norme per garantire l’integrità della comunicazione digitale dei brand italiani, preservando l’autenticità e la trasparenza verso i consumatori.
  5. Riordino della disciplina per start-up e PMI innovative
    Creazione di un Testo Unico che semplifichi la normativa e favorisca la nascita di aziende innovative, tecnologiche e sostenibili.

Investimenti per sostenibilità, digitalizzazione e riconversione produttiva

Il settore moda genera circa 100 miliardi di euro con oltre 53.000 aziende attive e 244.000 addetti. Le PMI rappresentano il 20% del totale e generano la metà del fatturato.

Il Governo stanzia 100 milioni di euro per favorire:

  • Programmi di riconversione e riqualificazione produttiva in aree colpite da crisi industriale;
  • “Mini contratti di sviluppo” per aggregazioni di imprese, con interventi mirati a sostenere innovazione e sostenibilità.

Solo il 60% delle aziende del settore ha investito in sostenibilità ambientale, concentrandosi su efficienza energetica, economia circolare e riduzione delle emissioni.

La digitalizzazione rimane un pilastro strategico: attualmente, solo il 37% delle PMI del settore utilizza tecnologie digitali avanzate, come blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata, per ottimizzare produzione, logistica e customer experience.

Lavoro e sicurezza: nuovi modelli organizzativi e smart working

Gli articoli 8 e 9 del disegno di legge semplificano e rafforzano gli adempimenti relativi alla salute e sicurezza:

  • Modelli semplificati per PMI predisposti da INAIL, per ridurre oneri burocratici e aumentare la compliance;
  • Formazione continua anche durante periodi di Cassa Integrazione;
  • Obblighi di informativa per il lavoro agile, assicurando la tutela dei dipendenti che operano fuori dai locali aziendali.

Queste misure combinano innovazione, tutela dei lavoratori e responsabilità aziendale, permettendo alle PMI di adattarsi a nuove modalità di lavoro senza compromettere la sicurezza.

La moda italiana come modello europeo di filiera etica

Con l’introduzione del sistema di certificazione della filiera e il sostegno finanziario mirato, il Governo punta a creare un Made in Italy più trasparente e sostenibile, capace di:

  • proteggere la reputazione dei marchi,
  • garantire rispetto delle norme sul lavoro,
  • rafforzare la competitività attraverso innovazione e digitalizzazione.

L’attenzione a legalità, sostenibilità e tecnologia trasforma la filiera italiana in un esempio da seguire a livello europeo, dove qualità e creatività convivono con regole etiche e trasparenti.

Riepilogo: i punti chiave per il rilancio della filiera moda italiana

  • Legalità e trasparenza: viene introdotto un sistema di certificazione volontaria della filiera, che garantisce regolarità fiscale, contributiva e giuslavoristica, anche per i subfornitori.
  • Sostegno alle PMI: le micro e piccole imprese rappresentano il 95% delle aziende italiane e sono il cuore pulsante della moda Made in Italy. La legge le supporta con incentivi, semplificazioni e strumenti finanziari innovativi.
  • Cinque direttrici strategiche: aggregazione, accesso al credito, semplificazione amministrativa, tutela della reputazione digitale e riordino normativo per start-up e PMI innovative.
  • Investimenti mirati: stanziamento di 100 milioni di euro per riconversione produttiva, sostenibilità e digitalizzazione della filiera.
  • Sostenibilità e innovazione digitale: promozione di progetti di economia circolare, riduzione emissioni e adozione di tecnologie come AI, blockchain e realtà aumentata.
  • Salute e sicurezza sul lavoro: nuovi modelli organizzativi semplificati per PMI e obblighi di informativa per il lavoro agile, con formazione continua anche durante la cassa integrazione.
  • Tutela della reputazione dei brand: uso controllato della dicitura “Filiera della moda certificata” e sanzioni per uso improprio.
  • Obiettivo a lungo termine: fare del Made in Italy un modello europeo di filiera etica, dove creatività, qualità e sostenibilità convivono con regole chiare e trasparenti.

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