EVA JOSPIN:Selva

Natura e architettura attraverso materiali poveri

Dal 10 aprile al 24 novembre 2024, il Museo Fortuny di Venezia ospita la mostra EVA JOSPIN. Selva, un progetto ambizioso e immersivo che porta l’universo visionario di Eva Jospin nel cuore di uno dei più suggestivi edifici storici della città.

L’artista francese, nata a Parigi nel 1975, è nota per le sue opere scultoree che utilizzano materiali poveri e per la sua capacità di trasformare il cartone in grandiose composizioni plastiche. A Venezia, Jospin crea un percorso che dialoga in modo profondo e sorprendente con lo spazio storico e artistico del Palazzo Pesaro degli Orfei, antica dimora di Mariano Fortuny.

Eva Jospin: l’artista e il suo legame con la natura

Eva Jospin ha studiato Belle Arti a Parigi e ha completato una residenza presso la Villa Medici a Roma nel 2016-2017, un’esperienza che ha segnato in modo decisivo la sua carriera artistica. Da sempre, la sua arte si ispira alla natura e alla sua complessità. Le sue installazioni esplorano le molteplici sfaccettature della natura, colta sia nel suo stato originario sia attraverso le numerose interpretazioni che ne sono state date nel corso della storia. Jospin utilizza materiali semplici come il cartone, fibre vegetali, parti metalliche e tessuti per creare opere monumentali che evocano paesaggi, foreste, formazioni geologiche e architetture antiche.

La scelta del cartone come mezzo espressivo è peculiare: un materiale umile e fragile, ma al tempo stesso resistente e versatile, che nelle mani di Jospin si trasforma in intricate composizioni tridimensionali. Con un lavoro minuzioso di taglio e sovrapposizione, l’artista crea un mondo denso di significati che invita a riflettere su temi universali come la percezione dello spazio, la sostenibilità ambientale e il rapporto tra uomo e natura. Le sue opere, con il loro fascino fiabesco, trasformano lo spazio in cui sono installate, modificando la percezione del visitatore e offrendo esperienze sia fisiche sia emotive.

Il contesto espositivo: il Museo Fortuny

Il Museo Fortuny, situato nello storico Palazzo Pesaro degli Orfei, è il luogo ideale per ospitare la mostra di Eva Jospin. Il palazzo, un tempo residenza dell’artista e designer Mariano Fortuny, è oggi un museo che conserva le sue collezioni di arte, tessuti e scenografie teatrali. Il dialogo tra le opere di Jospin e l’eredità di Fortuny è uno degli aspetti più affascinanti dell’esposizione. Entrambi gli artisti condividono una visione creativa in cui la natura, il teatro e l’arte si mescolano, dando vita a universi complessi e suggestivi.

La mostra di Jospin è stata concepita in modo specifico per dialogare con gli spazi del museo e con le collezioni esposte. Il risultato è un gioco di rimandi e assonanze che permette di scoprire affinità inaspettate tra la poetica di Jospin e quella di Fortuny. Entrambi sperimentano con i materiali e con le forme, e entrambi creano mondi artificiali che richiamano la natura, ma che allo stesso tempo la trasformano attraverso il filtro dell’immaginazione artistica.

L’installazione Selva: un viaggio nella foresta immaginaria

Il cuore della mostra è la grande installazione intitolata Selva, collocata nel portego del museo, lo spazio centrale del palazzo. La parola “selva” evoca immediatamente l’immagine di una foresta intricata, un luogo di mistero e scoperta. Tuttavia, nel caso di Eva Jospin, questa foresta non è semplicemente un omaggio alla natura selvaggia, ma un’interpretazione artistica che invita il visitatore a perdersi in un mondo artificiale e suggestivo. L’installazione è costruita interamente con materiali semplici, come il cartone e il legno, ma la sua complessità e il suo impatto visivo sono straordinari.

Camminare attraverso la selva creata da Jospin significa entrare in un universo parallelo, dove i confini tra realtà e immaginazione si sfumano. La foresta, infatti, è resa con una tale precisione e densità che il visitatore può avere la sensazione di trovarsi in un luogo reale, ma allo stesso tempo indefinito e disorientante. Questa sensazione di smarrimento è voluta dall’artista, che cerca di ricreare l’esperienza di perdita di orientamento tipica delle grandi foreste, ma in un contesto artistico. Il visitatore è invitato a esplorare la foresta, a seguirne i percorsi e a lasciarsi sorprendere dalle sue strutture imponenti.

Galleria e le influenze italiane

Uno degli elementi più affascinanti della mostra è Galleria (2021-2024), una struttura architettonica composta da un passaggio ad arco con soffitto a cassettoni, realizzata interamente in cartone e legno. Questa opera, che domina lo spazio centrale della mostra, richiama le architetture italiane del Rinascimento e del Barocco. Le influenze dell’arte classica italiana sono evidenti: l’artista si ispira a capricci architettonici, rovine, fontane, ville storiche e chiese, ma rielabora questi elementi in chiave contemporanea, trasformandoli in una creazione unica e suggestiva.

All’interno di questa struttura si trovano pannelli in legno, cartone e collage, alternati a disegni che rappresentano vedute lontane e paesaggi fantastici. Questi elementi decorativi, che sembrano trarre ispirazione dalla tradizione degli studioli rinascimentali, evocano un mondo fiabesco e mistico, ricco di riferimenti simbolici. La combinazione di materiali e tecniche utilizzate da Jospin crea un’atmosfera sospesa tra realtà e immaginazione, in cui il passato si mescola con il presente e la natura diventa il punto di partenza per una riflessione più ampia sulla storia e sulla cultura.

Nymphées: un omaggio all’architettura veneziana

Tra le opere in mostra spicca anche Nymphées (2022-2024), una struttura che si ispira alla tradizione architettonica veneziana. La serliana, con la sua apertura centrale ad arco e due laterali rettangolari, è un riferimento diretto all’architettura del XVI secolo, ma Jospin la rielabora in modo creativo e originale. All’interno della serliana, l’artista ha inserito dei ricami sovrapposti, creando un effetto di grande eleganza che richiama le opere tessili di Mariano Fortuny.

L’accostamento tra i ricami e l’architettura è significativo: Jospin rende omaggio a Venezia, una città famosa per la sua tradizione artistica e artigianale, e al contempo stabilisce un legame diretto con l’eredità di Fortuny. L’uso del trompe-l’oeil nei pannelli che chiudono i lati della serliana evoca i dipinti del giardino d’inverno del palazzo, creando un gioco di illusioni visive che arricchisce ulteriormente l’esperienza sensoriale del visitatore.

Carmontelle: il paesaggio in movimento

Nella sala posta al fondo del portego si trova Carmontelle (2023), un’opera ispirata ai panorami trasparenti ideati da Louis Carrogis de Carmontelle, artista francese del XVIII secolo. Si tratta di un panorama “animato”, realizzato con una tecnica complessa che coinvolge l’uso di un dispositivo meccanico per far ruotare un rotolo di carta teso tra due strutture cilindriche. Questo tipo di rappresentazione paesaggistica era utilizzato come sfondo per le scene teatrali e le performance sceniche.

Jospin rievoca questo dispositivo in chiave moderna, creando un panorama traforato che si muove, offrendo al pubblico una visione in continua trasformazione. Il riferimento al teatro e alla scenografia è evidente: così come Fortuny sperimentava con le luci e i tessuti per creare effetti scenografici straordinari, Jospin esplora nuove modalità di rappresentazione del paesaggio, trasformando lo spazio fisico in uno spazio mentale e poetico.

Un viaggio tra arte, natura e immaginazione

La mostra EVA JOSPIN. Selva è un’esperienza immersiva che offre una riflessione profonda sulla natura, sull’arte e sulla capacità dell’uomo di reinventare il mondo attraverso la creatività. Le opere di Jospin, con la loro monumentalità e complessità, invitano il visitatore a esplorare un universo fatto di illusioni, simboli e meraviglie. Il dialogo tra l’artista francese e Mariano Fortuny arricchisce ulteriormente il percorso espositivo, creando una connessione tra passato e presente, tra tradizione e innovazione.

Questa mostra non è solo una celebrazione della bellezza della natura, ma anche una riflessione sui processi creativi, sulla percezione e sull’importanza di preservare l’ambiente in cui viviamo. Attraverso la sua arte, Jospin ci invita a entrare in contatto con la nostra dimensione più profonda, a perdere e ritrovare noi stessi in un mondo di pura meraviglia e contemplazione.

Qui il sito del museo: https://fortuny.visitmuve.it

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