Nel cuore del Giappone, tra silenzi antichi e abiti che raccontano emozioni. Un viaggio di stoffa e spirito
Dior sceglie Kyoto, e più precisamente l’incantato Tō-ji Temple, per presentare la sua collezione Fall 2025: una scelta che non è solo scenografica, ma carica di significati culturali e spirituali.
In un momento storico in cui la maison è al centro di molte voci – tra cui la possibile uscita della direttrice creativa Maria Grazia Chiuri, con JW Anderson come potenziale successore – ogni sfilata assume il valore di un testamento artistico. Ed è proprio con questa tensione emotiva che Dior firma una delle sue collezioni più evocative degli ultimi anni.
Il Tō-ji Temple: un palcoscenico millenario
Il Tō-ji Temple non è solo una location: è un simbolo. Costruito nell’VIII secolo, è uno dei templi più antichi di Kyoto, noto per la sua pagoda a cinque piani – la più alta del Giappone – che si erge fiera e silenziosa nel paesaggio urbano. Dichiarato Patrimonio UNESCO, il Tō-ji non rappresenta solo un luogo sacro, ma anche una forma di architettura che riflette il concetto di spazio interno come dimensione da vivere, da attraversare. Ed è in questo spazio – fisico e metaforico – che la moda di Maria Grazia Chiuri si insinua.
Un inno alla dualità: tra corpo e abito, Oriente e Occidente
Lo show si apre con il suono vibrante del violino di Lillyo Tsuijimura, che accompagna le modelle in una processione silenziosa tra la natura e gli ospiti, lungo i vialetti del tempio. È una scena di grande impatto visivo e simbolico, che richiama il teatro Nō e l’eleganza sospesa del Giappone classico. Chiuri esplora la moda come spazio liminale, un terreno in cui si incontrano corpo e abito, identità e rappresentazione.
La collezione Dior Fall 2025 si muove su questa linea di confine: un dialogo continuo tra il tridimensionale e il bidimensionale, tra il vestito occidentale e l’archetipo orientale del kimono. Un confronto già esplorato da Monsieur Dior negli anni ’50 e da Marc Bohan negli anni ’70, ma che qui Chiuri reinterpreta in chiave profondamente personale, ispirata anche dalla mostra Love Fashion: In Search of Myself visitata a Kyoto, che indaga il rapporto tra corpo, identità e desiderio invisibile.
Highlights: metamorfosi estetica e culturale
Chiuri parte dal kimono per creare una collezione dalla silhouette fluida e avvolgente. Le giacche sono ampie, con spalle arrotondate e chiusure che ricordano le cinture obi. I cappotti scivolano come architetture tessili, le sete preziose sono stampate con motivi ispirati ai giardini giapponesi, in una palette dominata dal nero profondo, acceso da tocchi di rosa cipria, bianco e blu cobalto.
Gonne lunghe e pantaloni larghi ondeggiano ad ogni passo, assecondando la camminata più che guidandola. Alcuni look evocano esplicitamente le onna-bugeisha, le guerriere giapponesi, con giacche strutturate che richiamano l’armatura dei samurai, mentre altri si fanno più intimi, tra trasparenze sensuali e ricami in oro che sembrano raccontare desideri nascosti. Il knitwear si intreccia con pantaloni in pelle e soprabiti frangiati, creando contrasti tra urbano e rituale, tra quotidiano e cerimoniale.
Dior Fall 2025: Un corpo che abita, un abito che racconta
Il fulcro della collezione è una riflessione intensa sul modo in cui il corpo “abita” l’abito. L’architettura sartoriale si fa linguaggio di connessione tra culture: il plissé diventa codice visivo, le spalle ampie rimandano al gesto teatrale del Nō, mentre i sandali richiamano i tradizionali geta giapponesi, rielaborati con un tocco contemporaneo.
Gli accessori oscillano tra estetica parigina e spiritualità nipponica, creando una sintesi affascinante e complessa.
Il Giappone come lente, non come tema
Chiuri non forza mai l’esotismo. Non cerca l’effetto. Il Giappone non è un tema da indossare, ma una lente attraverso cui guardare alla moda con occhi nuovi. Ed è in questo approccio rispettoso e profondo che si coglie l’essenza più autentica della collezione: Dior Fall 2025 non “interpreta” il Giappone, lo ascolta.
Ascolta la sua estetica del silenzio, il valore del gesto, l’importanza della forma vuota. E in questo ascolto, la maison costruisce un ponte tra passato e futuro.
Un addio sussurrato?
Se davvero questa fosse l’ultima collezione di Maria Grazia Chiuri per Dior prima di un possibile passaggio di testimone, sarebbe un commiato degno, poetico e potente. Un gesto silenzioso ma eloquente, come il passo di una geisha tra le fronde del Tō-ji. Una moda che non urla, ma vibra. Che non copia, ma riflette. E che, nel farlo, continua a reinventare sé stessa.
Dior Fall 2025 è molto più di una collezione: è un’opera di ascolto culturale, un viaggio meditativo nella forma, una carezza estetica data in punta di seta.
Lo show rappresenta anche un ponte ideale verso la prossima tappa del viaggio di Dior, che approderà a Roma il 27 maggio 2025 con la sfilata Cruise 2026, in una location ancora avvolta nel mistero.

