“Free-dom” e la scena rap che da Milano conquista il mondo: tra sovversione estetica e identità collettiva

Con la collezione SS26 di PDF, presentata durante la giornata d’apertura della Milano Fashion Week Uomo di giugno 2025, Domenico Formichetti torna a scuotere il panorama streetwear con la forza di una dichiarazione personale, politica e creativa.

Il brand PDF, da lui fondato, ha messo in scena uno dei momenti più intensi dell’intero calendario, dimostrando ancora una volta che la moda urbana italiana può ambire a un posizionamento internazionale senza tradire le sue radici culturali.

La sfilata, ambientata in una struttura industriale in via Monti 59 a Milano, è stata concepita come una performance esperienziale. Il titolo della collezione, “Free-dom”, gioca su un doppio significato: da un lato freedom come “libertà”, dall’altro free Dom, ovvero “libera Domenico”, un invito al rilascio psichico e creativo dello stesso designer.

È una collezione che parla di emancipazione dalle costrizioni esterne e interne, in un’epoca segnata da crisi identitarie, pressioni economiche e logiche di mercato sempre più totalizzanti.

Una gabbia mentale come punto di partenza

Il concept scenografico — un cortile carcerario delimitato da reti metalliche e filo spinato — è il primo indicatore della narrativa alla base di questa stagione. Formichetti, come racconta nella dichiarazione che precede la sfilata, ha voluto rendere visibile il proprio mondo interiore: un luogo spesso percepito come chiuso, pressurizzato, colmo di emozioni e idee che faticano a trovare sfogo.

L’esperienza visiva è introdotta da una voce fuori campo che descrive questo paesaggio mentale, seguita da un’allerta sonora che simula un’allarme carcerario. Il pubblico viene immediatamente catapultato in un ambiente oppressivo, dove ogni gesto — anche il semplice palleggio su un campo da basket ricreato tra le sbarre — assume un significato esistenziale.

Un casting identitario e una comunità visiva in crescita

A dominare la scena sono volti familiari alla community PDF. Non modelli professionisti, ma rappresentazioni autentiche della cultura che il brand interpreta e amplifica. In apertura, Tony Effe sfila con bermuda a righe e gilet, incarnando l’ideale dell’“inmate style” rielaborato in chiave urban. Tra gli altri ospiti e performer in passerella figurano GhaliArtie 5iveNerissima SerpeGlockyDDo, ma anche figure internazionali come il wide receiver Stefon Diggs, il calciatore Rafael Leão, il running back Alvin Kamara e Julez Smith.

Questo approccio casting-driven riflette la filosofia del marchio: PDF non crea solo vestiti, ma costruisce una tribù estetica e sociale. È una moda generazionale che parla il linguaggio dell’autenticità, della strada e della performance quotidiana.

Il vocabolario estetico PDF SS26

Esteticamente, la collezione PDF SS26 si muove lungo due direttrici complementari: la narrazione simbolica del carcere e l’evoluzione libera dell’identità individuale. I primi look richiamano volutamente le uniformi detentive: righe verticali nere e bianche, silhouette oversize, materiali come il cotone jersey, dettagli funzionali come catene, cinture a moschettone, e tasche multiple.

bermuda si presentano morbidi, portati a vita bassa e abbinati a boxer visibili, mentre le magliette extralarge riportano grafiche in stile graffiti, tipiche della street culture americana e giapponese, due dei riferimenti principali del designer. Immancabili le scarpe puff-style, già signature del brand, qui affiancate da sneaker futuristiche e stivaletti strutturati sviluppati in collaborazione con Vans.

Le collaborazioni, del resto, sono parte integrante della filosofia PDF: anche in questa stagione, si segnala l’importante joint venture con Napapijri, da cui nascono capi ibridi e funzionali, coerenti con lo spirito tecnico-urbano del brand. Da menzionare anche la presenza delle calzature Servati, realtà salentina in forte ascesa, che ha partecipato con modelli 3D-print custom pensati ad hoc per il runway.

Evoluzione e rottura: un climax costruito sul ritmo

Con il progredire della sfilata, i look si trasformano. I codici estetici iniziali si dilatano: entrano in scena trapuntature, capispalla a costruzione modulare, bomber reversibili, e cappucci rigidi che ricordano il casco di un riot cop. I colori si scuriscono — grigi cemento, nero fumo, giallo fluo — mentre il mood diventa sempre più liberatorio.

Il momento clou arriva quando, in un’atmosfera satura di fumo e sirene, i modelli sfondano simbolicamente la recinzione, correndo liberamente verso il pubblico e fuori scena. Un gesto coreografico che traduce il concetto di “Free-dom” nella sua espressione più compiuta. Non è solo l’uscita da una sfilata: è un atto di fuga, di rivendicazione, di vita.

L’eredità della swag era, rielaborata per la Gen Z

PDF SS26 dialoga apertamente con l’immaginario della swag era del 2011, ma lo fa con uno sguardo maturo e critico. Snapback con visiera storta, pantaloni bassi tenuti volutamente sotto i fianchi, pattern a righe, catene decorative e elementi bondage non sono citazioni nostalgiche, ma reintegrazioni simboliche. Parlano di corpi che sfidano le norme, di una sessualità fluida, di appartenenze mutevoli. L’estetica si fa linguaggio per una generazione che non vuole più essere etichettata ma riconosciuta.

Conclusione: PDF è oggi una piattaforma culturale

In un calendario uomo sempre più rarefatto e dominato da operazioni commerciali, PDF SS26 si distingue per coerenza, urgenza e spirito critico. È una moda che non si limita a vestire, ma prende posizione.

Formichetti, forte di un passato fatto di fallimenti, di notti passate a fare styling e di esperimenti personali, ha oggi trovato la sua vera voce: una moda libera, costruita fuori dai boardroom, ma pienamente consapevole del suo potenziale narrativo e culturale.

Alla fine della sfilata, più dei capi restano le sensazioni: la tensione del filo spinato, il suono delle sirene, la corsa verso l’ignoto. E proprio lì, nell’atto finale di evasione, PDF afferma il suo spazio nel futuro della moda contemporanea.

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PDF SS26 – i look

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