David Koma SS26

“I Love David”: una nuova mascolinità tra sensualità e fragilità alla Berlin Fashion Week

Con la collezione David Koma SS26, il designer georgiano segna un punto di svolta nella sua carriera e nel panorama della moda maschile internazionale. Per la sua prima sfilata interamente dedicata all’uomo, Koma sceglie Berlino, città dalla forte carica creativa, teatro ideale per una narrazione maschile che unisce introspezione e seduzione, fragilità e forza, classicismo e cultura pop. Il risultato è una collezione audace, sofisticata e profondamente personale, presentata all’interno del programma Intervention della Berlin Fashion Week, sotto la curatela di Reference Studios.

Berlino come manifesto estetico e culturale

In un momento in cui le fashion week europee cercano di ridefinire il proprio ruolo sulla scena globale, Berlino si conferma luogo fertile per nuove espressioni creative. Il ritorno a una programmazione internazionale ha riattivato la vocazione sperimentale della città, e la scelta di David Koma di presentare qui il suo debutto menswear è tutt’altro che casuale. Berlino è la città delle contraddizioni armoniche, dei margini che diventano centro. Qui, la moda è ancora in grado di farsi racconto, performance, gesto politico e culturale. Per Koma, le radici georgiane trovano proprio in questo paesaggio un’eco coerente e potente.

“I Love David”: tra auto-narrazione e simbologia maschile

Il titolo della collezione, “I Love David”, non è una semplice dichiarazione narcisistica. È una scelta concettuale che apre uno spazio di riflessione sull’identità maschile contemporanea. Usare il proprio nome come titolo è un atto di vulnerabilità e affermazione. David Koma, in questo progetto, diventa non solo autore ma anche soggetto e destinatario. L’ispirazione si sviluppa attraverso una triade di riferimenti: la scultura marmorea del David di Michelangelo, l’icona sportiva e pop di David Beckham e, naturalmente, il designer stesso. Tre visioni del maschile che si sovrappongono e si contaminano: ideale classico, sex symbol contemporaneo e visione personale.

Il corpo maschile come superficie e scultura

La collezione David Koma SS26 costruisce un guardaroba che indaga il corpo maschile come superficie plastica e significante. I volumi sono scolpiti, ma mai rigidi. Le silhouette alternano tagli aderenti a linee più fluide, mentre i materiali raccontano contrasti estetici ed emotivi. Il shearling rosso che compare all’interno dei capispalla non è solo decorazione, ma elemento narrativo: è fuoco trattenuto, energia latente. La pelle, vissuta e morbida, ricorda la tensione tra protezione e desiderio.

La sartoria viene riletta attraverso dettagli di disobbedienza. Le righe gessate sono ricamate in paillettes. Il tulle si insinua tra le cuciture, le cinture diventano accessori da red carpet. I grembiuli in crochet e i ricami a forma di ibisco — ispirati ai ricordi estivi di Koma — trasformano il maschile in un territorio di libertà estetica, svincolato dalle gabbie del normativo. È una moda che non chiede il permesso, ma che sa dosare forza ed eleganza con chirurgica precisione.

Vestire il desiderio, raccontare l’identità

David Koma non disegna abiti da osservare. Disegna emozioni da indossare. Lo dimostra anche nella scelta di costruire la collezione pensando a sé stesso come cliente. Ogni pezzo, infatti, nasce da un’esigenza intima e reale. Koma non parla per astrazione: si mette letteralmente nei panni dell’uomo che immagina. Il risultato è un’energia sensuale che attraversa ogni capo: maglie aderenti e drappeggiate che evocano l’estetica rinascimentale; t-shirt ironiche che omaggiano Beckham con la scritta “I Love David” in cristalli; pantaloni a vita bassa che riflettono una certa nostalgia anni 2000, ma rivisitata con precisione contemporanea.

Berlino, porta creativa verso l’Est

Se Londra ha formato David Koma — con la sua esperienza alla Central Saint Martins e poi alla guida di Mugler dal 2013 al 2017 — Berlino è il luogo in cui ha scelto di rinascere. E lo fa proprio nel momento in cui la città ritrova una sua centralità nel sistema moda europeo, anche grazie al contributo di progetti come Berlin Contemporary, che con 25.000 euro di sovvenzione pubblica a designer e brand emergenti ha permesso un salto di qualità all’intera fashion week.

Sfilare all’am Funkturm, in uno spazio industriale riconquistato dalla moda, ha aggiunto un’aura di autenticità e urgenza al debutto menswear del designer. Qui, la moda non è prodotto da consumare, ma linguaggio da interpretare.

Una doppia sfida: Blumarine e l’anniversario del brand

Il 2025 si presenta come un anno cruciale per David Koma. Oltre alla collezione SS26, il designer è alla guida di Blumarine, di cui è diventato direttore creativo nel luglio 2024, succedendo a Walter Chiapponi. A settembre, lo attende la presentazione della prima collezione Blumarine sotto la sua direzione, durante la Milano Fashion Week. Contemporaneamente, il suo brand personale festeggerà 15 anni di attività, con eventi previsti a Londra.

In questo incastro di visioni e responsabilità creative, Koma dimostra una straordinaria capacità di tenere salda la propria estetica: sensuale, strutturata, personale. E nel menswear, trova un nuovo campo di gioco per affermare questa cifra stilistica.

Un nuovo sguardo sul maschile

La collezione David Koma SS26 non è solo un debutto. È un gesto simbolico, una riflessione sulle possibilità dell’identità maschile. Il maschile immaginato da Koma non ha paura dell’ornamento, né della dolcezza. È un uomo che gioca con i codici, li rilegge, li trasforma. È pop ma colto, scultoreo ma ironico, vulnerabile eppure magnetico. Con questa collezione, David Koma non racconta un nuovo tipo di uomo, ma apre uno spazio in cui ogni uomo può riconoscersi, desiderarsi, reinventarsi.

E in un panorama spesso saturo di nostalgia o di eccesso sterile, questa visione brillante, personale e coerente è forse ciò di cui la moda ha più bisogno oggi.

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