Apre il museo più grande al mondo
Il Grand Egyptian Museum (GEM) apre al pubblico il 1° novembre 2025, segnando un traguardo storico per l’archeologia e l’architettura museale mondiale. Con i suoi 500.000 metri quadrati, il GEM supera il Louvre come museo più grande dedicato a una singola civiltà: l’antico Egitto. L’inaugurazione è stata un evento spettacolare, con attori, ballerini, cantanti e fuochi d’artificio, alla presenza del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi e di circa quaranta capi di Stato e teste coronate.
Il museo rappresenta non solo un luogo espositivo, ma un nuovo simbolo culturale e turistico del Paese, concepito come un complesso multidisciplinare che integra conservazione, ricerca, didattica e intrattenimento. Il GEM si colloca così al centro della strategia Egypt Vision 2030, che mira a valorizzare il patrimonio storico e a stimolare il turismo internazionale.
Una posizione unica tra deserto e città
Il GEM sorge sulla piana di Giza, a soli due chilometri dalle Piramidi, in una posizione strategica tra il Cairo e il deserto. Il sito è caratterizzato da un dislivello naturale di 50 metri, creato dal corso del Nilo attraverso i millenni, che ha modellato il paesaggio circostante. Il museo sfrutta questa conformazione per inserirsi armoniosamente nel terreno: il suo corpo principale si “incassa” tra valle e plateau, senza sopraelevare la massa rispetto alle Piramidi.
Questa scelta progettuale permette di rispettare la gerarchia visiva del paesaggio archeologico, offrendo al contempo un percorso panoramico unico: dalla sommità della scalinata principale, i visitatori possono godere di una vista privilegiata sui monumenti più iconici del mondo. La collocazione geografica del GEM, inoltre, lo rende parte integrante del flusso turistico e urbano, collegandosi idealmente all’aeroporto internazionale Sphinx, inaugurato nel 2018, e rafforzando la centralità culturale della piana di Giza.


Architettura: monumentalità e armonia
Progettato dallo studio Heneghan Peng Architects, il GEM nasce da un concorso internazionale del 2002 che ha attirato oltre 1.500 proposte da 82 paesi. L’edificio è concepito come un cuneo monumentale, un volume slanciato e leggero che si apre verso il paesaggio senza competere con le Piramidi.
La facciata principale, realizzata in alabastro traslucido locale, filtra la luce naturale e crea un effetto mutevole tra giorno e notte. L’architettura richiama costantemente la forma piramidale: le trame laterali riproducono il triangolo di Sierpiński, mentre l’ingresso principale evoca una piccola piramide. L’uso di materiali locali, come granito, alabastro e marmo, e strategie sostenibili come il riciclo dell’acqua piovana, la ventilazione naturale e l’installazione di pannelli solari, conferiscono al museo una forte identità territoriale e ambientale.
Il percorso interno del visitatore è organizzato in sequenze spaziali monumentali: un cortile d’ingresso, un atrio coperto e una grande scalinata portano alla quota delle gallerie principali. L’atrio, a sei piani di altezza, ospita la statua colossale di Ramesse II, illuminata da una copertura traforata che diffonde la luce naturale, creando un ambiente solenne e contemplativo.
La scenografia delle collezioni
Con 32.000 metri quadrati di esposizione permanente, il GEM ospita oltre 100.000 reperti, diventando il più grande museo al mondo dedicato a una singola civiltà. Al centro della narrazione museale c’è la Tutankhamon Gallery, di 7.500 metri quadrati: per la prima volta dopo la scoperta della tomba nel 1922, le collezioni del giovane faraone vengono esposte nella loro completezza.
La scenografia, curata da Atelier Brückner, integra architettura, illuminazione e multimedialità. I visitatori vengono guidati lungo un percorso immersivo che racconta la vita, la morte e l’aldilà del faraone attraverso oltre 5.600 oggetti, tra cui più di 3.000 mai esposti prima. La disposizione dei reperti, in due ali parallele di 180 metri, combina monumentalità e intimità, valorizzando la maestria artigianale e la rilevanza storica degli oggetti.
Altri punti di interesse includono:
- La Grand Hall, con la statua di Ramesse II
- La Grand Staircase, che collega ingresso e gallerie e offre scorci sulle Piramidi
- Il Children’s Museum e laboratori di restauro
- Il Khufu Solar Boat restaurato e sculture monumentali di antichi faraoni
Dialogo tra architettura e paesaggio
Uno dei punti di forza del GEM è la sua capacità di fondersi con il paesaggio circostante. La massa dell’edificio segue le linee del deserto e del plateau, creando continuità visiva con le Piramidi senza sopraffarle. I soffitti inclinati, le pareti traslucide e la luce naturale modulata garantiscono una qualità ambientale costante, ideale per la conservazione dei reperti e per l’esperienza del visitatore.
Il museo si inserisce così in un contesto internazionale di grandi complessi museali monumentali, dove architettura e strategia culturale si intrecciano per stimolare il turismo e promuovere l’identità nazionale, richiamando fenomeni come il Bilbao Effect e la piramide di Ieoh Ming Pei al Louvre di Parigi.
Museo e Identità: simbolo di memoria e futuro
Il GEM non è solo un museo: è un monumento contemporaneo alla storia dell’Egitto, un luogo dove cultura, politica ed economia si intrecciano per riaffermare l’identità nazionale. Inserito nel dibattito globale sulle restituzioni dei beni culturali trafugati durante l’era coloniale, il museo diventa uno spazio di riappropriazione storica e riflessione sul patrimonio universale.
Allo stesso tempo, il GEM è un laboratorio di ricerca, didattica e innovazione, un modello per i musei del futuro che unisce monumentalità e modernità. Ogni dettaglio architettonico – dai percorsi espositivi alle gallerie, dall’atrio alla scenografia immersiva – è pensato per raccontare una storia millenaria, rendendo tangibile il dialogo tra la memoria del passato e le sfide del presente. In questo equilibrio, il museo si propone come un ponte tra civiltà, un’opera che trasforma la conservazione del patrimonio in esperienza viva e condivisa.




