I trend che conquisteranno il mercato
Il mercato del packaging design nel settore food è oggi tra i più dinamici e trasformativi, capace di riflettere — meglio di altri comparti — le evoluzioni culturali, ambientali e tecnologiche del consumo.
Il food, grazie alla spinta della GDO e alla diffusione dell’e-commerce, vive una fase di riprogettazione totale: dai materiali alle funzioni, dalle esperienze digitali al linguaggio visivo.
Il mercato globale del packaging è stimato valere 1.133,65 miliardi di USD nel 2024, con una previsione di crescita fino a 1.182,85 miliardi nel 2025, confermando un settore in piena espansione.
Il packaging non è più un semplice involucro, ma un organismo in evoluzione, un ecosistema che interpreta il modo in cui viviamo, consumiamo e pensiamo il design.
Nel 2026 il settore entra in una fase matura della transizione ecologica e digitale: materiali rigenerativi, tecnologie connesse, estetiche imperfette e la fusione tra retail fisico, e-commerce e spazio domestico stanno ridefinendo il ruolo del pack.
Dai materiali che catturano carbonio all’intelligenza artificiale generativa che disegna forme e texture, il packaging diventa intelligente, empatico e rigenerativo.
I trend che definiscono il nuovo scenario — Re-Gen Design, Connected Pack, Raw Beauty, Omni-Box Design, Fluid Layers, Display Living e AI Design — non sono semplici mode visive, ma segnali sistemici di una rivoluzione che unisce sostenibilità, tecnologia e cultura visiva.
Il packaging del futuro non sarà più da buttare, ma da mostrare, usare, conservare e vivere.
Re-Gen Design
La nuova frontiera dei materiali si fonda su un principio rigenerativo: non più “meno impatto”, ma impatto positivo.
La carta, il cartoncino e i materiali a base vegetale stanno crescendo rapidamente, mentre la plastica vergine perde centralità. L’obiettivo non è solo riciclare, ma rigenerare la materia, creando un ciclo chiuso e virtuoso.
Secondo Shorr Packaging, il 54% dei consumatori americani ha scelto un prodotto per il suo packaging sostenibile negli ultimi sei mesi — un dato che testimonia il salto culturale del consumatore medio.
Le aziende, spinte anche dalle normative europee, misurano oggi l’impronta carbonica dei materiali e adottano politiche di filiera trasparenti.
La ricerca si sposta su biomateriali innovativi (derivati da piselli, colza, girasole) e bioplastiche compostabili. Emergono anche materiali carbon-capturing, in grado di assorbire CO₂.
Questa evoluzione implica una riprogettazione profonda: i designer devono conoscere composizione, filiere di smaltimento e performance meccaniche dei nuovi substrati.
La sfida? Il costo e la scalabilità: la mancanza di infrastrutture adeguate rallenta la diffusione dei materiali rigenerativi. Tuttavia, il vero salto di paradigma avverrà quando la sostenibilità sarà integrata nel business model e non solo nel materiale.
Connected Pack
L’integrazione tra fisico e digitale trasforma il packaging in un touchpoint intelligente.
Il “connected packaging” — dotato di QR, NFC, RFID o sensori intelligenti — è stimato raggiungere 59,11 miliardi di USD entro il 2030, con un tasso di crescita annuo (CAGR) del 6,81%.
Nel settore food, la spinta arriva da esigenze concrete: tracciabilità, sicurezza, freschezza e storytelling trasparente.
Il packaging connesso diventa veicolo di dati e interazione: ogni confezione è un nodo della rete che comunica la propria storia, provenienza e impatto.
L’Europa, con la spinta ai digital product passport, sta accelerando questa rivoluzione.
Il QR code rimane la tecnologia più diffusa (circa 50% dei casi), ma avanzano BLE beacon, NFC e RFID.
Questi strumenti permettono al packaging di diventare canale relazionale: il consumatore non scansiona solo per informarsi, ma per entrare in un ecosistema esperienziale.
Le applicazioni si moltiplicano:
- reminder automatici per scadenze e riordini;
- gamification e loyalty experience integrate;
- tracciabilità in tempo reale lungo la supply chain.
Dal punto di vista del design, il “connected pack” impone nuove sfide estetiche: integrare chip e codici senza compromettere la pulizia visiva, bilanciare leggibilità e interattività.
Il futuro sarà di pack capaci di “dialogare”, diventando interfacce sensoriali e digitali al servizio del brand.
Omni-Box Design
L’integrazione tra retail fisico e e-commerce riscrive la funzione del packaging.
Il pack deve essere bello, resistente e sostenibile, ma anche funzionale al trasporto e coerente su ogni canale.
Nel 2026 il packaging diventa omnicanale: un unico sistema pensato per scaffali, spedizioni e unboxing digitali.
Le aziende sviluppano formati modulari, right-sized e multiuso, ottimizzati per logistica e visibilità online.
Le best practice più avanzate includono:
- packaging ibridi per retail + shipping;
- esperienze unboxing progettate come contenuti social;
- branding adattivo, visibile su formati piccoli e grandi schermi.
Questo approccio, detto “evergreen packaging”, consente di ridurre materiali, ottimizzare volumi e garantire riconoscibilità in ogni contesto.
L’uniformità estetica tra fisico e digitale diventa un vantaggio competitivo. Il packaging è quindi parte del customer journey integrato, dall’acquisto in store alla foto condivisa su Instagram.
Fluid Layers
Trasparenze, stratificazioni e giochi visivi segnano una nuova estetica sensoriale.
Il trend dei Fluid Layers esplora il concetto di fluidità materica e visiva: il packaging diventa esperienza multisensoriale, un oggetto da osservare, toccare e scoprire.
I layer non sono solo decorativi, ma funzionali e percettivi:
- creano profondità visiva attraverso sovrapposizioni di texture;
- aumentano la “fotogenia” del pack per i canali digitali;
- favoriscono la connessione fisica col prodotto, mostrando parzialmente il contenuto.
Materiali traslucidi, plastiche bio-based semitrasparenti, finiture soft-touch e verniciature selective sono i protagonisti.
In questo linguaggio, il contenuto e il contenitore dialogano: l’uno riflette l’altro, in un equilibrio visivo dinamico.
Nel retail fisico, la trasparenza garantisce visibilità; online, produce impatto visivo e storytelling immediato.
Il pack diventa una membrana fluida tra brand e consumatore, in grado di veicolare sensazioni e identità visiva in modo intuitivo e multisensoriale.
Display Living
Il packaging si trasforma in oggetto d’arredo.
Il trend “Display Living” nasce dal confine sempre più sottile tra design, consumo e interior lifestyle.
Nelle case contemporanee, il packaging food non scompare dopo l’acquisto: resta visibile, viene esposto, fotografato e condiviso.
La cucina e il living diventano i nuovi spazi retail impliciti, dove il pack contribuisce all’identità visiva del consumatore.
Vasetti, bottiglie, astucci e box diventano elementi estetici da mostrare — non più solo da smaltire.
La forma e il colore devono armonizzarsi con l’ambiente domestico, mentre la grafica assume un ruolo decorativo e culturale.
Per i brand, questo significa progettare pack fotogenici e funzionali: curati nel dettaglio, coerenti con i valori del lifestyle, ma anche sostenibili e riutilizzabili.
Il packaging entra così nel mondo dell’“home display design”, aprendo la strada a sinergie con moda, arredo e design industriale.
Un territorio emergente è la kitchen couture, dove brand di moda e food collaborano per creare esperienze ibride.
La sfida? Mantenere equilibrio tra estetica, sostenibilità e costo. Un pack bello da mostrare non deve diventare un lusso inaccessibile, ma un oggetto di valore quotidiano.
AI Design
L’intelligenza artificiale segna la prossima rivoluzione del packaging.
Il mercato globale dell’AI applicata al packaging design passerà da 3,2 miliardi di dollari nel 2025 a 10 miliardi nel 2035, con un aumento del +215% e un CAGR del 12,2%.
L’AI consente una progettazione generativa, adattiva e predittiva:
- ottimizza geometrie e materiali in base ai dati di produzione;
- personalizza il design secondo profilo, territorio e comportamento d’acquisto;
- riduce sprechi e tempi di sviluppo.
Il Generative Design AI crea nuove estetiche fluide, materiali responsive e pattern dinamici.
Nel food & beverage, l’AI è già utilizzata per simulare la shelf visibility, testare etichette e progettare forme ergonomiche con minimo materiale.
Ma la vera trasformazione è culturale: il designer non viene sostituito, bensì potenziato.
L’AI diventa co-autore, capace di interpretare dati e suggerire varianti, mentre la mente umana mantiene il controllo creativo ed etico.
Il packaging del futuro sarà un organismo intelligente, progettato da uomo e macchina insieme: funzionale, sostenibile e capace di comunicare emozione oltre che informazione.




