A Dubai sfila la visione del futuro: tra classicismo rarefatto e avanguardia concreta, nasce un nuovo linguaggio maschile
OASIS / əʊˈeɪsɪs/ sostantivo: Un luogo che la visione costruisce.
È questo il titolo scelto da Zegna per la collezione SS26, un’affermazione poetica che anticipa la portata estetica e culturale della sfilata-evento presentata fuori calendario, a Dubai.
In un mondo della moda che oggi deve affrontare l’arretramento dei mercati tradizionali – come la Cina rallentata dai consumi e l’America zavorrata dai dazi – il brand italiano, guidato dall’arte di Alessandro Sartori e dalla visione imprenditoriale di Gildo Zegna, apre un nuovo capitolo in una delle città più dinamiche e internazionali del pianeta.
Dubai, scelta non a caso, è diventata un crocevia di culture, simbolo di un lusso transnazionale e inarrestabile. È proprio in questa rovente metropoli del deserto che Zegna inscena un’oasi fisica e simbolica, replicando tra palme vere e sabbia dorata l’atmosfera immersiva della Villa Zegna – progetto itinerante già passato per Shanghai e New York – e presentando al contempo la nuova collezione primavera/estate 2026.
Un set tra miraggio e materia
La scenografia della sfilata – morbida, organica, avvolgente – suggerisce un miraggio nel deserto, un paesaggio sognato e costruito con materiali naturali e forme fluide. Gli archi monumentali, le boiserie chiare e le palme sembrano usciti da un atlante visivo di utopie moderne. E da quelle aperture scenografiche emergono i modelli: uomini di ogni età e provenienza, molti dei quali sfilano scalzi sulla sabbia, mocassini in mano e sguardo assorto, portando con sé l’eco di un’eleganza senza tempo.
Una sfilata che parla anche ai sensi: ad aprirla e chiuderla è James Blake, che debutta nel ruolo di “musical advisor” del brand. La sua voce eterea e la sua musica rarefatta diventano colonna sonora perfetta di una collezione che lavora sulla leggerezza, sulla stratificazione, sull’equilibrio tra nostalgia e invenzione.
Layering di leggerezze: la grammatica Sartori
La SS26 si muove in un territorio di confine: non più tra classicismo e avanguardia, ma in uno spazio nuovo, ancora in gran parte inesplorato, dove il design si modella sulla vita reale. Non è l’ideale a guidare la forma, ma l’esperienza quotidiana, la spontaneità stratificata di gesti e abitudini. Sartori costruisce qui un nuovo lessico del vestire maschile, libero, sfumato, radicalmente contemporaneo.
Il filo conduttore è una stratificazione libera, come quella che nasce sulla sedia di casa, dove si accumulano i capi indossati e pronti a raccontare una nuova giornata. C’è una spontaneità voluta, una casualità composita che traduce la modernità in gesti semplici. Il lusso, qui, non è ostentazione, ma profondità del pensiero.
In collezione spiccano le giacche Nehru realizzate in un innovativo tessuto seta-papercraft: una miscela altamente performante che combina la preziosità della seta con fibre derivate da cellulosa riciclata, filate in un filo leggerissimo ma strutturato. Il risultato è una mano asciutta e una texture ariosa, quasi impalpabile, perfetta per climi caldi.
I completi in Shetland estiva — una sofisticata miscela di lino, seta e lana — sono caratterizzati da un effetto malfilé, che dona profondità visiva al tessuto e una resa materica volutamente disomogenea. Sono costruiti con tecniche sartoriali leggere, ideali per valorizzare la vestibilità destrutturata.
Tra i capi più tecnici, le camicie anorak — ibride per concezione — sono realizzate in popeline di seta ultra-fine dal peso di soli 60 grammi al metro quadrato, doppiato tono su tono per aumentare la resistenza senza compromettere la traspirabilità. Il risultato è un capo che fonde estetica sportiva e savoir-faire couture.
Le blouson in pelle traforata presentano microfori funzionali realizzati al laser, pensati per ottimizzare la ventilazione senza alterare la continuità della superficie, mentre le field jacket destrutturate reinterpretano un archetipo militare in chiave sartoriale: rever ampi, spalla naturale e volumi rilassati, proposti in una palette calda e sofisticata che spazia dal sabbia al verde foglia, passando per il tabacco e un profondo bordeaux.
Broho e nobiltà disinvolta
Sartori si è ispirato agli archivi fotografici degli anni ’60 e ’70, in particolare ai signori eleganti di Torino – inevitabile il riferimento a Gianni Agnelli. Ma ciò che ne esce non è una copia nostalgica, bensì un’interpretazione poetica, quasi cinematografica, di quell’eredità.
Lo stile richiama l’estetica old money, ma viene decostruito con disinvoltura: alleggerito nelle forme, contaminato da uno spirito boho-frat — una sintesi tra nonchalance bohémienne e freschezza upper class — e rigenerato da una ricerca materica che proietta il guardaroba maschile verso un’eleganza del futuro, fatta di texture ariose, volumi rilassati e tessuti intelligenti.
La collezione è pensata per essere vissuta, scomposta, stratificata. Le giacche coprono shorts, le pochette diventano compagni di viaggio e non accessori da protocollo. I foulard, simboli della tradizione sartoriale italiana, tornano al collo come gesto personale, mai rigido. E la palette pastello – sbiadita, sofisticata, calda – è la firma silenziosa dell’identità Zegna.
Un rito contemporaneo in terra d’oriente
Nel cuore dell’Opera House, trasformata per l’occasione in un tempio del savoir faire italiano, il pubblico internazionale — con Top Clients provenienti da quattro continenti — ha preso parte a un’esperienza che ha superato i confini della moda. Più che una sfilata, un rito contemporaneo in cui l’eredità di Ermenegildo Zegna si è fusa con le nuove traiettorie dell’uomo globale.
Dubai, oggi crocevia dinamico di culture e consumi, ha offerto il palcoscenico ideale per un evento che unisce racconto e strategia. Non a caso, la tappa emiratina di Villa Zegna ha visto fissati oltre 200 appuntamenti esclusivi con clienti selezionati, interessati a versioni su misura della collezione SS26. Un segnale chiaro: questa non è solo narrazione di marca, ma un’operazione di posizionamento e penetrazione commerciale su uno dei mercati più promettenti al mondo.
L’esperienza è la nuova eleganza
“Oasis. A Vision of Fashion Shaped by Life” non è solo il titolo di una sfilata: è il manifesto di un nuovo modo di intendere l’eleganza maschile. È una moda che non impone regole, ma apre possibilità. Non detta canoni, ma stimola interpretazioni. Non si ferma all’apparenza, ma si radica nella sostanza.
In un’epoca in costante trasformazione, Zegna risponde con un linguaggio che intreccia memoria e innovazione, sartorialità e ricerca, forma e funzione.
Da Trivero a Dubai, l’Oasi Zegna si trasforma da luogo fisico a concetto universale. Diventa un habitat ideale dove l’uomo contemporaneo può esprimere se stesso con naturalezza.
Perché l’eleganza del futuro — come insegna questa collezione — non ha bisogno di alzare la voce. Le basta saper respirare nel tempo.

