Vini e Design: l’eleganza delle 14 Cantine in Toscana
Nel 2017 ha visto la luce un’audace iniziativa destinata a ridefinire il connubio tra la millenaria tradizione vinicola toscana e l’avanguardia del design contemporaneo: Toscana Wine Architecture (TWA). Questa rete d’imprese all’avanguardia unisce 14 cantine di design, creando una sinergia affascinante tra la produzione di vino e l’estetica architettonica.
Cantine Iconiche: architettura firmata dai maestri
Da Cantina Antinori a Caiarossa, da Cantina di Montalcino a Castello di Fonterutoli, ogni cantina affiliata a TWA è un capolavoro architettonico. Firmate da grandi maestri come Mario Botta e Renzo Piano, queste strutture vanno oltre la mera funzionalità, incarnando un’identità visiva unica e coinvolgente.
TWA non è semplicemente un consorzio di cantine, ma un progetto pionieristico che ha aperto le porte al pubblico, permettendo agli appassionati di immergersi nell’arte della produzione vinicola e nell’estetica architettonica contemporanea.
Sostenibilità e Bioarchitettura: un impegno ecologico
Tuttavia oltre all’aspetto estetico, TWA abbraccia la sostenibilità. Alcune cantine implementano pratiche di bioarchitettura, integrando tecnologie all’avanguardia per ridurre l’impatto ambientale. Questo impegno testimonia la visione di un futuro sostenibile nel mondo vinicolo.
In collaborazione con la Federazione e la Regione Toscana, TWA si erge come custode del patrimonio vinicolo e architettonico della regione. La missione va oltre la produzione di vino, abbracciando la responsabilità di preservare e promuovere il ricco tessuto culturale toscano.
Esperienza Sensoriale: tra degustazione e bellezza architettonica
Il circuito TWA offre un’esperienza completa. Oltre alle degustazioni di vino, i visitatori possono immergersi in un viaggio attraverso la storia, la tradizione e l’innovazione. Ogni cantina diventa un punto di convergenza tra arte, storia e gusto, offrendo un’esperienza unica e coinvolgente per gli amanti del vino e dell’architettura.
Ecco le 14 cantine:
Tenuta Ammiraglia-Frescobaldi – Piero Sartogo e Nathalie Grenon, 2006
Immersa nell’incantevole scenario della Maremma, la Tenuta Ammiraglia si presenta come un’autentica meraviglia architettonica, plasmata dalle visionarie menti degli architetti Piero Sartogo e Nathalie Grenon. La sua presenza si fonde in armonia con la natura circostante, delineando una Toscana moderna, intrisa di accenti mediterranei e orientata verso il mare, alla ricerca di nuovi orizzonti.
Questo luogo è l’espressione perfetta dell’armonia tra il design moderno e il magnetismo della natura incontaminata toscana. La Tenuta Ammiraglia diventa così un tempio di design al servizio della qualità produttiva e del rispetto per l’ambiente circostante.
La storia millenaria della famiglia Frescobaldi si intreccia con la storia politica, economica e sociale della Toscana. Da banchieri influenti nella Firenze medievale a mecenati rinascimentali, la famiglia ha contribuito in modo significativo alla crescita culturale della città. Oggi, Frescobaldi è il riferimento in Toscana per vini prestigiosi, dedicandosi esclusivamente a esaltare la diversità dei suoi territori. La famiglia ha la maggior estensione di vigneti sin dal 1308.
Nella Tenuta Ammiraglia, il viaggiatore può immergersi nei sapori autentici della regione. Inaugurata nel 2011 a Magliano, questa cantina rappresenta un connubio di innovazione e tecnologia. La sua architettura avanzata, con una copertura a sbalzo che ricorda il profilo di una foglia di vite, è un’espressione di funzionalità ed eco-sostenibilità. Contrariamente alle aspettative, la cantina è situata all’esterno. Un moderno sistema di monitoraggio dei serbatoi mantiene la temperatura ideale per la conservazione del vino.
Un tocco di eccezionalità è dato dalle colonne che sostengono la copertura, creando un’atmosfera di tempio del vino. La vegetazione che avvolge la tenuta, isolando e creando un microclima ideale per la barricaia sottostante, aggiunge ulteriormente alla sua unicità. La prua frontale del complesso architettonico conferisce un carattere espressivo e simbolico, raccontando la storia di un viaggio di sperimentazione per raggiungere l’eccellenza vinicola.
Il progetto architettonico parla di passione e ricerca della famiglia Frescobaldi, evidenziato dal vino Alìe. Dal carattere mediterraneo intenso e fruttato, questo vino incarna la freschezza delle brezze marine. Infine va detto che la Tenuta Ammiraglia, con la sua architettura distintiva diventa la nave della famiglia Frescobaldi alla ricerca di un nuovo orizzonte.
Antinori nel Chianti Classico – Archea Associati, 2012
L’incredibile viaggio della famiglia Antinori, iniziato nel lontano 1385, si svela attraverso la maestosa cantina nel cuore del Chianti Classico. Questo legame storico con il territorio toscano è raccontato dalla struttura che, in perfetta simbiosi tra tradizione e innovazione. Questa esprime il passato, il presente e il futuro della famiglia.
La cantina Antinori nel Chianti Classico, in dialogo costante con la natura e armoniosamente integrata nel paesaggio. È un capolavoro progettato per coniugare funzionalità produttiva e bellezza estetica. Circondata da vigneti, ulivi e boschi, si distingue per il suo basso impatto ambientale. Oltre al risparmio energetico, la struttura è simbolo del legame storico con il territorio vitivinicolo del Chianti Classico.
La realizzazione di questa struttura unica è il risultato di sette anni di lavoro. Tra i designer che hanno lavorato al progetto c’è Marco Casamonti, socio fondatore dello studio Archea Associati, con l’ingegnerizzazione di Hydea. La cantina, di colore marrone-rosso e costruita con materiali naturali. Il cotto, il legno e il corten, riflettono il rispetto profondo per la terra e la bellezza della regione. Le linee essenziali e le geometrie si fondono armoniosamente con i caldi colori della terra, integrandosi perfettamente nel paesaggio circostante.
Archea Associati, con l’approvazione della famiglia Antinori, ha creato una cantina che si dissolve nel paesaggio circostante. La copertura tuttavia definisce un nuovo piano di campagna coltivato a vigneto. Questa innovativa struttura si inserisce nel contesto vinicolo-collinare del Chianti Classico, tra Firenze e Siena. Un’architettura che valorizza il paesaggio circostante come espressione della cultura e della storia dei luoghi di produzione del vino.
La cantina non è solo un esempio di architettura avanzata. Rappresenta una simbiosi voluta tra l’opera dell’uomo, il suo ambiente di lavoro e l’ambiente naturale. La costruzione, centrata sul profondo legame con la terra, si dissimula nel paesaggio grazie a una copertura che crea un nuovo piano di campagna. Le aperture e le fenditure svelano l’interno ipogeo. Queste rivelano spazi dove uffici e aree aperte al pubblico si fondono con la barriccaia e le zone di vinificazione.
Tuttavia il cuore della cantina, dove il vino matura nelle barriques, è un luogo sacrale. Questo cattura l’immaginazione attraverso l’oscurità diffusa e le suggestive volte in terracotta. La sezione architettonica dell’edificio segue il percorso produttivo delle uve, dall’arrivo ai tini di fermentazione fino alla barriccaia interrata. I visitatori, risalendo dai parcheggi verso la cantina e i vigneti, attraversano zone produttive ed espositive. Dall’auditorium alle sale di degustazione, si crea una straordinaria esperienza di scoperta.
Infine gli uffici, intervallati da corti interne illuminate attraverso fori circolari, aggiungono un tocco di magia alla struttura. L’uso di materiali e la sperimentazione delle tecnologie locali esprimono la continuità con la tradizione, enfatizzando la naturalità del processo di produzione del vino.
Il Borro – Elio Lazzerini, 2004
Immersa tra gli scenari verdi di una superficie pianeggiante di circa 15.000 metri quadrati, la cantina della Tenuta Il Borro rappresenta una fusione raffinata con l’antica fattoria toscana. Con i suoi 3000 metri quadrati di struttura, il complesso offre un’esperienza vinicola immersa nella storia, architettura e paesaggio.
Progettata dal talentuoso architetto Marco Casamonti, la cantina sottolinea un’armonia senza tempo tra funzionalità e bellezza. Tuttavia il telaio in cemento armato e i tamponamenti in laterizio, dalle tonalità giallo sabbia, si fondono splendidamente con l’ambiente circostante. Il tetto in legno a due falde, sostenuto da capriate, conferisce un tocco di leggerezza all’imponente struttura.
Tuttavia l’approccio alla cantina è un viaggio visivo attraverso vigneti che si aprono su una piazza circolare, pavimentata con listelli di cotto e pietra. Un grande arco sulla facciata accoglie gli ospiti. Uno spazio coperto a gradoni semicircolari offre un luogo versatile per eventi.
Il primo piano in particolare ospita la Galleria Vino&Arte. Uno spazio multifunzionale che integra mostre ed eventi culturali. Pertanto l’attenzione per l’arte si riflette in una collezione di incisioni legate al mondo del vino, trasformando la cantina in un luogo di ispirazione.
Tuttavia sul lato sud è collocato un suggestivo corridoio interrato con centinaia di barrique. Questo conduce all’antica cantina del 1700, un ambiente circolare arredato per l’assaggio e la degustazione. Pareti in cemento armato rivestite di pietra e un soffitto a volta in laterizio creano un’atmosfera suggestiva.
Tuttavia dal 1993, sotto la guida di Ferruccio Ferragamo, la Tenuta Il Borro ha vissuto una rinascita. Gestita ora da Salvatore e Vittoria, due dei sei figli, la Tenuta celebra la sua filosofia di sostenibilità, autenticità e valorizzazione delle radici locali. Il Borro non è solo una cantina, ma un connubio perfetto tra storia, architettura e la Toscana.
Cantina Caiarossa – Isabella Monteforte, 2001
La magia di Caiarossa è una fusione perfetta tra scienza enologica e l’incantevole bellezza del paesaggio toscano. Situata a Riparbella, ai piedi di una collina che si affaccia sul Mar Tirreno, questa cantina incarna la visione unica della famiglia Albada Jelgersma, proprietaria anche dei prestigiosi Château Giscours e Château du Tertre a Margaux.
Dal 1998, la cantina abbraccia i principi dell’agricoltura biodinamica e del Feng Shui, creando un’armonia tra natura e produzione vinicola. Circa 70 ettari, metà dedicati a una varietà di uve, rappresentano un mosaico di terre rosse, caratterizzate dalla presenza di diaspro e ghiaia.
Tuttavia l’architettura della cantina, ispirata alla geodinamica. Si sviluppa su quattro livelli su una superficie di 2500 mq. L’orientamento nord-est/sud-ovest sfrutta la pendenza naturale del terreno, consentendo una vinificazione a gravità.
Il legno caratterizza il tetto a capanna, mentre il cemento e le vasche in legno definiscono la zona di vinificazione. Grandi finestre ad est e ovest amplificano la luce gialla delle pareti interne. Tuttavia la zona di invecchiamento è interrata per garantire una temperatura costante, richiama il colore rosso delle pareti esterne.
Caiarossa è una sinfonia di materiali naturali, luce solare e colore, con una “barriccaia” che offre un’esperienza poetica. Il rosso intenso evoca il terreno toscano, mentre un’apertura al suolo connette direttamente la cantina alla terra. Monitoraggio costante di temperatura, umidità e ventilazione naturale garantiscono condizioni ottimali per la maturazione del vino.
Cantina di Fonterutoli – Agnese Mazzei, 2008
Immersa tra le colline toscane che si affacciano su Siena, la Cantina di Fonterutoli è il cuore pulsante della tenuta, unendo sapientemente il passato glorioso della famiglia Mazzei con l’innovazione del presente.
Proprietari del Castello di Fonterutoli dal 1435, la famiglia Mazzei conosce profondamente il terroir, e unisce questa saggezza millenaria a cinquant’anni di studio dedicati al Sangiovese. La cantina si estende su una vasta area di 650 ettari, con 117 dedicati a vigneti specializzati. Suddivisi in sette zone tra i 220 e i 550 metri sul livello del mare, i vigneti contano 120 parcelle uniche, mentre il resto della tenuta è riservato a colture marginali e boschi per preservare l’ecosistema.
La moderna cantina, progettata da Agnese Mazzei, coniuga funzionalità ed estetica innovativa, seguendo principi a basso impatto ambientale. Tuttavia lo studio accurato dell’architettura ha permesso di utilizzare la gravità nel trasferimento di uve e vino, implementando microvinificazioni per esaltare le singole peculiarità delle parcelle.
Con una struttura sviluppata su tre livelli e 75% interrati su una superficie complessiva di 10.000 mq, la Cantina di Fonterutoli integra perfettamente il processo di produzione con la topografia del terreno. Mentre le 74 vasche di vinificazione in acciaio, dalla forma troncoconica, consentono una vinificazione separata per ogni parcella, preservando la biodiversità. Tuttavia la cantina sfrutta la forza di gravità per permettere alle uve di seguire il percorso di vinificazione in modo naturale.
Tuttavia la tecnologia avanzata si fonde con l’antica pratica dell’invecchiamento in legno, custodendo oltre 3000 fusti di rovere a 15 metri di profondità. Cinque falde d’acqua scorrono lungo le pareti rocciose, garantendo condizioni ideali di temperatura e umidità.
In questo luogo, dove passato e futuro si abbracciano, nascono vini di straordinaria complessità, testimoni di una tradizione secolare e dell’impegno verso un’innovazione sostenibile.
Infine le altre cantine coinvolte nel progetto Toscana Wine Architecture includono Cantina ColleMassari (Edoardo Milesi), Cantina di Montalcino (Corrado Prosperi e Tommaso Giannelli), Le Mortelle (Studio Hydea), Cantina Petra (Mario Botta), Podere di Pomaio (Marisa Lo Cigno), Fattoria delle Ripalte (Tobia Scarpa), Rocca di Frassinello (Renzo Piano), e Cantina Salcheto (Michele Manelli).