Vico Magistretti

Il design vuol dire collaborazione

Ludovico Magistretti, noto affettuosamente come “Vico,” è stato uno dei designer italiani più acclamati e influenti. La sua carriera è stata segnata da numerosi riconoscimenti e premi. Non da meno, ha vinto per ben tre volte il prestigioso Compasso d’Oro: nel 1967 con l’iconica lampada Eclisse prodotta da Artemide, nel 1979 con la lampada Atollo prodotta da Oluce e ancora nel 1995 con la straordinaria poltrona-divano Maralunga, realizzata in collaborazione con Cassina.

Nato a Milano nel 1920 e scomparso nel 2006, Magistretti ha attraversato e contribuito a molteplici epoche del design moderno. La sua presenza è stata fondamentale nel plasmare il panorama del design italiano nel corso del XX secolo.

La formazione

La sua formazione è stata un percorso ricco e significativo. Dopo aver completato gli studi presso il Liceo Classico “Giuseppe Parini” a Milano, Ludovico Magistretti intraprese un percorso accademico di grande rilievo. Nel 1939 si iscrisse alla Facoltà di Architettura presso il Politecnico di Milano, un’istituzione di notevole prestigio nel campo dell’architettura e del design. Durante questo periodo, ebbe l’opportunità di apprendere dagli insegnamenti di illustri figure quali Gio Ponti e Piero Portaluppi, che hanno lasciato un’impronta duratura nel panorama dell’architettura e del design italiano.

Nel 1944, Magistretti intraprese un passo audace e si trasferì in Svizzera, precisamente a Losanna, dove ebbe l’opportunità di approfondire la sua formazione presso l’Università di Losanna. Qui, non solo ebbe modo di ampliare le sue conoscenze, ma stringere anche un’importante amicizia con Ernesto Nathan Rogers, una figura rilevante nell’ambito dell’architettura.

Dopo il suo ritorno a Milano nel 1945, Vico Magistretti completò con successo i suoi studi e ottenne la laurea. A questo punto, scelse di abbracciare la professione di architetto e designer, trovando un prezioso ambiente di lavoro nello studio di suo padre, Pier Giulio Magistretti, situato in via Conservatorio a Milano. Tuttavia, questo momento segnò anche una svolta personale, poiché il padre scomparve proprio in quell’anno. Nonostante questa perdita, Ludovico decise di continuare l’eredità di famiglia e proseguì l’attività nello stesso studio, in cui avrebbe svolto il suo lavoro con passione e dedizione per oltre sessant’anni.

Durante il corso della sua carriera, Vico Magistretti avrebbe condiviso la sua creatività e il suo talento con collaboratori fidati, come il geometra Franco Montella, che fu suo assistente fino al 2003. Questa partnership duratura testimonia l’importanza del lavoro di squadra e dell’eredità professionale che Magistretti ha costruito nel corso degli anni.

Premi e riconoscimenti

La straordinaria carriera di Ludovico Magistretti è stata segnata da un’abbondanza di premi e riconoscimenti che attestano il suo impatto significativo nel campo del design. Tra i premi più prestigiosi, spiccano i tre Compasso d’Oro che ha ottenuto: nel 1967 per la lampada Eclisse, nel 1979 per la lampada “Atollo” e anche per la poltrona Maralunga, premiata nel 1973 ma ufficializzata nel 1979.

La sua grandezza nel settore venne ulteriormente sottolineata quando, nel 1967, fu ammesso come membro all’Accademia di San Luca, un’associazione prestigiosa che riconosce i massimi talenti nel campo dell’arte, dell’architettura e del design.

La sua influenza internazionale e la sua competenza nel design furono riconosciute anche quando divenne membro onorario e professore ospite presso il Royal College of Art di Londra, un’autorevole istituzione artistica e formativa.

Il 1986 fu l’anno in cui Magistretti ricevette la medaglia d’oro dalla SIAD (Society of Industrial Artists and Designers), un importante riconoscimento che sottolinea il valore delle sue contribuzioni all’arte e al design industriale.

L’anno 2005 vide Vico Magistretti essere destinatario di un premio speciale da parte di “Abitare il Tempo” della Fondazione Politecnico di Milano.

Approccio al design di Vico Magistretti

L’approccio di Vico Magistretti al design si sviluppò intorno a due temi centrali: la casa e il design industriale. Durante gli anni di ricostruzione in Italia e il periodo di boom economico, la sua carriera e la sua formazione di architetto ruotarono attorno al concetto di abitazione. La sua influenza nell’ambito del design venne notevolmente amplificata dalla centralità di questo tema. Nonostante il suo linguaggio architettonico fosse talvolta oggetto di dure critiche, esso lo portò a diventare uno dei protagonisti indiscussi della storia del Novecento nel campo del design.

Nella seconda fase della sua vita, a partire dagli anni Sessanta, Vico Magistretti sviluppò un amore particolare per il disegno industriale e la progettazione di oggetti d’arredo. Per lui, la chiave del successo risiedeva nella semplicità e nel dettaglio concettuale. Questi principi diedero vita al concetto di “concept design,” una filosofia che avrebbe accompagnato tutte le sue creazioni.

Per Magistretti, il luogo dello studio (che era quello di suo padre) divenne immediatamente familiare. Il periodo del dopoguerra e l’atmosfera della città di Milano ebbero un impatto significativo sulla sua formazione. L’interesse per il design fu stimolato dall’interazione con i produttori, che negli anni ’60 si avvicinarono a lui con la consapevolezza che la separazione tra architetti e produttori non stava più funzionando e che era in atto un cambiamento. Questo dialogo con i produttori diventò la base dei suoi processi creativi. In quegli anni, gli artigiani a Milano stavano gradualmente evolvendo in industrie, e da questa convergenza nacque l’essenza del “design made in Italy.”

Design vuol dire collaborazione

Secondo Magistretti, “design vuol dire collaborazione.” Comunicare un progetto attraverso le parole anziché i disegni impone una chiarezza concettuale. La cultura e il design agiscono in modo simile, poiché entrambi permettono di individuare ciò che è davvero essenziale. Magistretti amava progettare al ritmo della musica, che svolgeva un ruolo di sottofondo durante la concezione delle sue idee creative. Fu solo attraverso l’unione tra progettista e industria che si riuscì a creare il “made in Italy” e a sviluppare prodotti innovativi destinati a resistere nel tempo. In questo processo, la figura del tecnico aziendale che traduce il progetto nei dettagli gioca un ruolo cruciale.

Il concept design

Per Magistretti, il “concept design” assumeva un ruolo più importante del disegno stesso. Egli riteneva che il designer potesse ideare il concetto, mentre il produttore avesse la capacità di tradurre l’idea in un disegno ancora più efficace. I progetti dovevano essere compresi e spiegati senza necessariamente ricorrere ai disegni. La sua visione del design era fondata sulla “semplicità,” un attributo che esercita un’influenza notevole nella vita quotidiana delle persone. Infine, un buon design, per Magistretti, doveva possedere la capacità di mantenersi rilevante nel corso del tempo.

Portfolio

Ecco l’elenco dei progetti di Ludovico Magistretti in ordine cronologico:

Anni 1940-1950

  • 1946: Claritas, lampada
  • 1949-1959: Interventi INA-Casa nel collettivo QT8 con Mario Tedeschi
  • 1949: Tavolini sovrapponibili per Azucena
  • 1951: Sending, tavolo allungabile per Tecno
  • 1953-1955: Chiesa di Santa Maria Nascente
  • 1953-1956: Torre al Parco in via Revere a Milano
  • 1955-1957: Palazzo per uffici in corso Europa
  • 1956: Socio fondatore dell’associazione ADI – Associazione per il Disegno Industriale
  • 1956: Torre al Parco, maniglia per Olivari
  • 1959: Tavolini sovrapponibili per Azucena

Anni 1960

  • 1960: Cura mostre di Milano
  • 1960: Villa Schubert a Ello
  • 1960: Carimate, sedia per Cassina
  • 1961: Omicrom, lampada
  • 1961: Lambda per Artemide
  • 1962-1964: Torri piazzale Aquileia
  • 1962: Villa Bassetti ad Azzate
  • 1962: Caori, tavolino
  • 1963: Omega, Mania, lampade per Artemide
  • 1964: Demetrio, tavolini in materiale plastico per Artemide
  • 1966: Dalù, lampada per Artemide
  • 1967: Eclisse, lampada per Artemide
  • 1969: Chimera, lampada da terra per Artemide
  • 1969: Selene, sedia impilabile per Artemide

I progetti: Anni 1970

  • 1970: Gaudì, Vicario, Golem, sedie per Artemide
  • 1970: Teti, lampada per Artemide
  • 1971: Impiccato, lampada
  • 1971: Casa in piazza San Marco
  • 1972: Timo, cucina per Schiffini
  • 1972: Impiccato, lampada per Artemide
  • 1973: Maralunga, poltrona e divano per Cassina
  • 1974: Sonora e Snow, lampada per Oluce
  • 1975: Ekkon, Armilla, Troco, lampade
  • 1975: Dim, lampada per Oluce
  • 1976: Safran, tavolo e sedie
  • 1977: Fiandra poltrone componibili e singole-divano per Cassina
  • 1977: Nuvola rossa, libreria per Cassina
  • 1977: Atollo, lampada per Oluce
  • 1977: Lyndon, lampada da terra per esterno per Oluce
  • 1978: Nathalie, letto per Flou interamente imbottito
  • 1978: Linz, lampada per Oluce
  • 1979: Broomstick, poltrone (Regina d’Africa), divani, sedie, tavoli, appendiabiti (Tenorio), libreria (Bath) per Alias
  • 1979: Pascal, lampada per Oluce

Le collaborazioni: anni ottanta

  • 1980: Paddok, poltrona e divano
  • 1980: Kuta, lampada per Oluce
  • 1981: Sindbad, poltrona e divano per Cassina
  • 1981: Dipartimento Bioscienze Università di Milano
  • 1983: Veranda, poltrona per Cassina
  • 1984: Casa in Piazzale Dateo
  • 1984: Cada in Piazzale Dateo
  • 1985: Cardigan, divano
  • 1985: Centro Cavagnari Parma
  • 1985: SD75, sedia per FabbricaPoggi
  • 1985: MB77, madia per FabbricaPoggi
  • 1985: Slalom e Idomeneo, lampade per Oluce
  • 1986: Vidun, tavolo per De Padova
  • 1986: Nara, lampada per Oluce
  • 1986: Casa Tanimoto a Tokyo
  • 1987: Lester, lampada per Oluce
  • 1987: Marocca, sedie per De Padova
  • 1988: Shigeto, armadio
  • 1988: Tecnocentro della Cassa di Risparmio a Bologna
  • 1989: Silver, sedia per De Padova

Gli anni Novanta

  • 1990: Campiglia, cucina
  • 1991: Tanimoto, libreria
  • 1992: Incisa, poltroncina
  • 1992: Crimea, letto per Flou
  • 1992: Sibilla, maniglia per Olivari
  • 1992: Uragano, sedia in vimini per De Padova
  • 1993: Tadao, letto per Flou (rivisitazione delle doghe)
  • 1993: Pierre e Bart, letti
  • 1994: Mauna Kea, sedie, tavolini per Kartell
  • 1995: Solaro, cucina
  • 1996: Maui, sedia per Kartell

Anni 2000

  • 2000: Estesa e Africa, sedute
  • 2000: Tibet, lampada per Oluce
  • 2000: Margaret, lampada per Fontana Arte
  • 2001: Grip, bicchieri
  • 2001: Esselunga a Puntigliate
  • 2002: Blossom, tavolo per De Padova
  • 2002: ATM di Milano
  • 2002: Villa a Saint Barth nelle Antille Francesi
  • 2003: Palazzo Ducale di Genova mostra: Vico Magistretti, il design dagli anni Cinquanta a oggi
  • 2003: Biella Uffici Ex Lanificio Cerruti
  • 2003: Bruco, per Fontana Arte
  • 2004: Magellano, Pillow, divani
  • 2005: Bistrò, poltroncina
  • 2005: Piazza San Marco, lampada per Oluce
  • 2005: Villa Epalinges a Losanna
  • 2006: Gemini, tavolino in vetro
  • 2007: Fan e Ozu, divano e poltrona

1 commento su “Vico Magistretti”

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