Quando l’intimità incontra l’arte dell’esposizione

La seconda giornata della New York Fashion Week ha visto il grande ritorno di Calvin Klein con la collezione SS26, firmata da Veronica Leoni.

La designer romana, al suo secondo capitolo come direttrice creativa della maison, ha scelto la Brant Foundation nell’East Village come cornice per una sfilata che ha segnato un momento chiave: l’inizio di una vera e propria ridefinizione del brand.

Una collezione che parla di New York

Se il debutto dello scorso febbraio aveva mostrato la precisione sartoriale e il rispetto per l’heritage del marchio, questa stagione Leoni ha deciso di spingersi oltre, fondendo il minimalismo iconico di Calvin Klein con suggestioni metropolitane, ispirate alla vita quotidiana dei newyorkesi. Lavoro, strada, intimità domestica e sensualità convivono in una collezione che traduce l’essenza della città in abiti concreti, versatili, pensati per accompagnare le donne dal giorno alla notte.

La designer ha raccontato di essersi ispirata alle prime ore del mattino a Manhattan, osservando persone comuni tra caffè, chiavi e corse in metropolitana. Da qui, il dialogo continuo tra workwear e lusso, tra semplicità funzionale e ricercatezza sartoriale.

Tra rigore e sensualità:

La sfilata si è aperta con abiti grembiule in seta strutturata e cotone, trasformati in silhouette sofisticate. È tornato il tailleur, ma rivisto: pencil skirt e giacche “balconette” che rivelano l’intimo solo in parte, esprimendo il tema centrale della collezione – il dualismo tra intimità ed esposizione.

Non sono mancati cappotti austeri, quasi monastici, a bilanciare kaftani leggeri, cocktail dress arricciati e trench color burro. I foulard in seta drappeggiati, realizzati con stampe floreali d’archivio del 1974, hanno dato un tocco di memoria storica, mentre l’underwear iconico della maison è stato reinventato in chiave contemporanea, comparendo su maxi occhiali a mascherina, reggiseni sportivi a vista e persino in un abito scolpito da elastici logati.

Heritage e Futuro

La collezione ha mostrato una sorprendente capacità di unire gli elementi fondanti dell’identità Calvin Klein – minimalismo, rigore, sensualità – a contaminazioni pop e culturali. Dai power look ispirati a Dynasty ai riferimenti cinematografici anni ’80, fino alla colonna sonora che mescolava Kid Harpoon e Caetano Veloso, ogni dettaglio ha contribuito a costruire un immaginario transatlantico, che parla sia alla tradizione americana sia all’occhio europeo della sua nuova guida creativa.

Il parterre ha confermato il peso dell’evento: Naomi Watts, Solange Knowles, Emily Ratajkowski, Lily Collins e Rosalía – nuova ambassador della maison – hanno assistito a uno degli show più attesi della settimana. L’applauso finale ha suggellato il successo di una collezione che segna il futuro del marchio.

Il futuro di Calvin Klein secondo Leoni

Con Calvin Klein SS26, Veronica Leoni ha chiarito la sua direzione: mantenere l’essenza minimalista e sensuale che ha reso la maison un’icona, ma arricchirla di stratificazioni, ironia e riferimenti culturali. Il risultato è un guardaroba reale, concreto e allo stesso tempo potente, capace di riflettere le contraddizioni di New York e di incarnare una nuova idea di femminilità globale.

Calvin Klein, sotto la sua guida, sembra pronto a un nuovo capitolo: meno muse astratte, più vita vissuta; meno freddezza patinata, più intimità raccontata con stile.

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Calvin Klein – SS26 i look

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