Moda tra algoritmi creativi e un ritorno al sentire autentico
La moda è da sempre specchio dei tempi, e la SS26 si annuncia come una stagione segnata da un doppio movimento: da un lato l’uso sempre più sofisticato dell’intelligenza artificiale come strumento di previsione e creatività guidata dai dati; dall’altro un forte desiderio di ritorno al “sentire”, a un’emozionalità concreta e tangibile, quasi un antidoto alla smaterializzazione digitale che caratterizza l’era contemporanea.
La guida alle tendenze di MICAM, il più importante salone internazionale dedicato alle calzature, sviluppata insieme alla tecnologia predittiva di Livetrend, individua quattro macro-tendenze chiave che raccontano questa tensione tra high-tech e human-touch. Non si tratta di un esercizio puramente estetico: l’analisi conferma come le scelte stilistiche del futuro prossimo si muovano nella direzione di un lusso più intimo, empatico e sostenibile. È l’essenza di Futurekind: un’estetica che non ostenta ma cura, non corre ma osserva, non riproduce ma reinterpreta.
Retro Surrealism: un’innocenza reinventata
La prima tendenza, “Retro Surrealism”, è un invito a riscoprire un immaginario sospeso tra sogno e memoria. Qui la nostalgia non è semplice revival, ma materia da reinventare attraverso una lente surreale, in cui l’ingenuità del passato si mescola a una sofisticazione quasi teatrale.
Le calzature raccontano questa poetica attraverso silhouette dalle linee morbide, arrotondate, che evocano un senso di familiarità. Dettagli rétro – fibbie lucide, cuciture grafiche, cinturini sottili – diventano protagonisti, mentre materiali come il raso, il tessuto vichy e il canvas naturale dialogano con la vernice lucida, in un mix che fonde leggerezza e modernità. La palette di colori oscilla tra toni pastello sognanti e contrasti brillanti, suggerendo un immaginario balneare vintage reinterpretato con ironia.
“Retro Surrealism” è, in fondo, un gioco di rimandi: richiama la spensieratezza di epoche passate, ma lo fa con la consapevolezza di oggi, generando un linguaggio estetico che è insieme familiare e radicalmente nuovo.
Serene Elements: il minimalismo organico
In “Serene Elements”, la moda si fa paesaggio. Questa tendenza traduce in estetica la necessità di pace interiore, proponendo linee pulite e forme essenziali che dialogano con l’ambiente naturale. È un inno alla calma, dove la leggerezza non è frivolezza, ma ricerca di equilibrio.
Le scarpe di questa linea sono concepite per accompagnare il corpo in modo quasi impercettibile: tomaie morbide e sottili, strutture che assecondano i movimenti, superfici tattili che invitano al contatto. La palette cromatica trae ispirazione da elementi geologici e botanici: beige sabbia, grigi minerali, verdi muschio e sfumature acquatiche. I materiali prediligono sostenibilità e innovazione: fibre rigenerate, pelli conciate con processi a basso impatto, tessuti organici.
“Serene Elements” rappresenta il nuovo lusso: silenzioso, meditativo, rispettoso. Una proposta che risponde a un consumatore sempre più consapevole, che non cerca più l’ostentazione, ma il benessere, la qualità e l’armonia.
Moonbath: il rituale del fare a mano
La terza direttrice, “Moonbath”, mette al centro l’artigianato come gesto sacro e rituale. In un’epoca segnata dall’automazione, il ritorno alle tecniche manuali non è semplice romanticismo: è resistenza culturale e riaffermazione del valore umano dietro ogni creazione.
Questa estetica trae ispirazione da tradizioni ancestrali, paesaggi tropicali e celebrazioni folkloristiche. Le calzature si arricchiscono di intrecci realizzati a mano, applicazioni simboliche, dettagli che raccontano storie tramandate. Ogni pezzo diventa un oggetto unico, a metà tra accessorio e reliquia, tra funzionalità e spiritualità.
Le tonalità sono solari, vibranti, con tocchi di rosso, ocra e blu profondo. I materiali sono vivi: corde naturali, rafia, pellami trattati con tecniche locali. “Moonbath” non propone solo scarpe, ma esperienze: un modo di camminare che è insieme celebrazione e connessione con il divino.
Whimsical Grunge: il fascino dell’imperfezione
“Whimsical Grunge” è forse la tendenza più ribelle e personale delle quattro. Nasce dall’incrocio tra l’energia disordinata della gioventù e un romanticismo inatteso, trasformando l’estetica grunge in una narrazione più eclettica e intima.
Qui non conta la perfezione, ma l’autenticità: scarpe che portano graffi, borchie, patchwork di materiali contrastanti. Elementi ironici e inaspettati – piccoli charm, scarabocchi, applicazioni naïf – si alternano a dettagli dark e aggressivi. L’effetto è quello di un collage emotivo, un racconto personale fatto di frammenti e imperfezioni.
La palette gioca con contrasti forti: neri profondi, viola notturni, rossi intensi si mescolano a tocchi pastello, quasi infantili. “Whimsical Grunge” è la tendenza che parla di identità plurali e in continua evoluzione, e si rivolge a chi vuole fuggire dall’omologazione.


Quando la moda incontra i dati
Queste quattro narrazioni non sono semplici suggestioni creative. Sono il risultato di un processo di analisi avanzata condotto da Livetrend, start-up che utilizza l’intelligenza artificiale generativa per leggere milioni di immagini, sfilate, e contenuti social in tempo reale. Il sistema vanta un’affidabilità del 93%, permettendo di anticipare i futuri bestseller e ridurre gli sprechi di produzione.
La collaborazione con MICAM è un esempio di come tecnologia e creatività possano dialogare in modo virtuoso. L’AI non sostituisce il talento umano, ma diventa un alleato prezioso: offre direzioni, individua pattern, traduce i segnali deboli del presente in visioni concrete per il futuro. A designer, buyer e marchi resta il compito di interpretare quei dati, trasformandoli in storie, emozioni e oggetti che parlano di noi.
SS26: un’estetica che mette l’uomo al centro
Se la moda degli ultimi anni è stata spesso dominata da velocità e saturazione, la SS26 sembra delineare un ritorno al “senso”: più lentezza, più tattilità, più connessione. In questo scenario, la scarpa non è soltanto un accessorio, ma un terreno di sperimentazione dove convivono ritualità e tecnologia, ribellione e armonia, memoria e futuro.
È un nuovo paradigma, dove i dati non cancellano l’emozione, ma la amplificano, offrendo alla moda strumenti per essere non solo più bella, ma anche più giusta, sostenibile e vicina all’essere umano.
La moda PE26 non urla: sussurra, accarezza e accompagna. E, forse proprio per questo, diventa ancora più potente.