La leggerezza del sogno contro il peso dei tempi
Matteo Tamburini, direttore creativo di Tod’s, ha presentato la collezione SS26 durante la Milano Fashion Week, firmando un atto di coerenza e delicatezza che si traduce in una moda fatta di materia e di sogno. Un equilibrio sottile, in cui il romanticismo non si veste di nostalgia, ma diventa gesto spontaneo, risposta inconscia alla durezza del presente.
«Il romanticismo che vedo oggi nella moda non è programmato, non nasce da un calcolo» ha spiegato Tamburini, «piuttosto è un movimento naturale, un riflesso che alleggerisce i tempi bui che attraversiamo». Non un rifugio decadente, dunque, ma una leggerezza consapevole che guarda all’immaginario sospeso delle fotografie di Claude Nori e ai silenzi ovattati dei dipinti di Felice Casorati.
Una collezione che respira spontaneità
La passerella di Tod’s si è popolata di canotte in pelle che diventano miniabiti, trench bicolore che catturano l’occhio con contrasti inattesi, bustier realizzati in morbida pelle accoppiata al lino, pencil skirt con cinture arrotolate e soprabiti a righe sottili, “un motivo classico dell’estate”, sottolinea lo stilista.
Le variazioni materiche non smettono di sorprendere: tuniche in suede dall’aspetto liquido, anorak in nylon che si muovono con agilità, tailleur pantaloni dal rigore sartoriale, top e gonne foulard che danzano liberamente. La pelle, marchio di fabbrica della maison, si rinnova in texture e spessori inediti, con stampe lucertola e lavorazioni che la rendono quasi eterea.
Non si tratta di singoli capi, ma di un guardaroba femminile capace di descrivere “un ritratto autentico, colto in un momento di verità”. Una moda che non si impone con rigore, ma accompagna, si apre al gesto spontaneo e lascia spazio a combinazioni libere, per raccontare una donna leggera e sicura al tempo stesso.
Il Pac come bottega artigiana
La presentazione non si è limitata alla passerella: per qualche ora, il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano si è trasformato in un laboratorio artigiano. Mani esperte hanno mostrato al pubblico l’arte nascosta dietro un accessorio Tod’s, mentre i martelli scandivano il ritmo di un savoir-faire che resta al centro dell’identità del marchio.
Il gommino, icona senza tempo, è riapparso reinventato: traforato, ripetuto come pattern all over, protagonista discreto su borse e sandali. Segno tangibile di quella leggerezza che Tamburini ha voluto infondere in tutta la collezione.
La fine dell’estate come stato d’animo
Il punto di partenza, racconta il direttore creativo, è stata “la felicità malinconica della fine dell’estate, quando questa diventa un ricordo”. Da qui un moodboard che unisce la freschezza degli scatti di Claude Nori, le atmosfere ovattate di Casorati e le immagini iconiche di Kate Moss ed Emma Balfour negli anni Novanta: una bellezza naturale, scomposta, lontana dall’artificio degli anni Ottanta.
Le materie si fanno leggere: nappa accostata al lino, nabuk ultrasottile che si stropiccia a piacere, silhouette che si accorciano per mettere in risalto le gambe. Le scarpe si mantengono rigorosamente flat, dai mocassini cuciti a mano fino ai flip flop essenziali, a confermare un’idea di praticità sofisticata, lontana dall’eccesso.
Tod’s, l’arte del dettaglio
Con SS26, Matteo Tamburini riafferma una visione precisa: una moda che valorizza la concretezza senza spegnere il potenziale del sogno. È un romanticismo magnetico, capace di trasformare un materiale robusto come la pelle in un tessuto fluido e di interpretare la tradizione artigiana con spirito leggero, quasi sospeso.
Tod’s si conferma così laboratorio di eleganza misurata, di quella italianità che non ostenta ma suggerisce. Una collezione che racconta un’estate intima, vissuta nei gesti semplici, capace di evocare la malinconia e la gioia di una stagione che scivola via, lasciando nell’aria la promessa di un ricordo.

