Vivere tra pieghe e volumi: la collezione che trasforma il vestire

Alla Paris Fashion Week, Issey Miyake ha presentato la collezione Spring Summer 2026, un progetto che ridefinisce il rapporto tra corpo e abito. Il titolo stesso, “Being Garments, Being Sentient”, suggerisce l’idea che i vestiti possano possedere una sorta di coscienza, un’intenzione autonoma che li rende più di semplici oggetti.

La collezione nasce da una riflessione profonda: se l’abito potesse “pensare”, come cambierebbe il modo in cui lo indossiamo? I capi non sono più soltanto strumenti di protezione o mezzi per esprimere identità e appartenenza: diventano entità attive, in grado di interagire con chi li veste, modificando la percezione del corpo e creando nuove possibilità di movimento. Questa visione amplifica la poetica che Issey Miyake ha costruito nel corso della sua carriera, trasformando la moda in un’esperienza sensoriale e concettuale.

La passerella come spazio di sperimentazione

Il Centre Pompidou, con la sua architettura moderna e spazi ampi, diventa lo scenario perfetto per una sfilata che sfida la gravità e la forma. I capi fluttuano attorno al corpo, sembrano liberarsi dalla funzione tradizionale di coprire e proteggere, ascendendo in volumi scultorei. Tessuti tecnici, pieghe geometriche, stampe audaci e materiali leggeri creano un effetto di leggerezza quasi eterea.

Ogni capo sembra avere una vita propria: bustier che si allungano, polo che si aprono in volumi sorprendenti, camicette che giocano con asimmetrie e maniche multiple. La destrutturazione, già presente nelle collezioni storiche di Miyake, raggiunge qui un livello estremo: ogni dettaglio, ogni cucitura e sovrapposizione è studiata per sorprendere e modificare l’interazione tra vestito e corpo.

Trasformazione del corpo e del movimento

Uno degli aspetti più interessanti della SS26 è la capacità dei capi di alterare la percezione del corpo. Volumi esagerati, maniche soprannumerarie e elementi modulari trasformano la silhouette, come se l’abito fosse dotato di volontà propria. Non si tratta solo di estetica: la collezione suggerisce un dialogo tra chi indossa e ciò che viene indossato, una relazione che va oltre la funzione tradizionale del vestito e diventa esperienza emotiva e cognitiva.

Richiami a sperimentazioni storiche non mancano: negli anni Ottanta Miyake aveva già proposto maglioni e giacche con maniche multiple che permettevano di cambiare completamente l’aspetto del capo. La SS26 riprende e amplia questa idea, trasformando ogni capo in un piccolo organismo in continua evoluzione.

Destrutturazione e anti-fashion

La collezione conferma il legame di Issey Miyake con il concetto di anti-fashion. Capi iconici vengono decostruiti e ricostruiti, dando nuova vita a completi a righe, miniskirt sportive e camicette bon ton. Maxi colletti, volumi asimmetrici e dettagli inaspettati creano un contrasto tra familiarità e straniamento. La costruzione sartoriale rimane impeccabile, ma la percezione del capo è completamente rivoluzionata.

La destrutturazione diventa un linguaggio visivo: sovrapposizioni, cuciture inattese e applicazioni modulari creano continui punti di sorpresa, dimostrando come la precisione tecnica giapponese possa convivere con un’estetica radicale e concettuale.

Ironia, sperimentazione e collaborazioni

La collezione SS26 gioca con leggerezza e sorprende attraverso dettagli inaspettati. La collaborazione con Camper introduce accessori insoliti che diventano parte integrante del racconto dei capi, mentre tessuti mesh dai colori vivaci nascondono piccoli oggetti quotidiani, trasformando bottiglie, carta igienica o altri elementi domestici in dettagli poetici e concettuali.

La passerella si trasforma così in un piccolo teatro, dove ironia e sofisticazione convivono, dove ogni movimento rivela nuovi dettagli e ogni capo racconta una storia propria, sospesa tra gioco e sperimentazione.

L’eredità di Miyake e il futuro della moda

Con SS26, Issey Miyake porta all’estremo la sua poetica: capi trasformisti e destrutturati che sfidano le convenzioni e ridefiniscono il modo in cui percepiamo il corpo e l’abito. Non si tratta di nostalgia, ma di un dialogo con il presente, dove tecnica, concetto e creatività si fondono per creare una moda viva e interattiva.

Ogni vestito sembra respirare, muoversi e interagire, invitando chi lo indossa a un’esperienza totale, intellettuale ed emotiva. Questa collezione conferma che lo spirito innovativo di Miyake è più attuale che mai, capace di trasformare la moda in un linguaggio poetico e visionario.

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Issey Miyake SS26 – i look

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