Il ritorno del floreale: couture leggera e libertà ritrovata
Alla Paris Fashion Week, la collezione Chloé SS26 segna un nuovo capitolo per la maison. Sotto la direzione di Chemena Kamali, il brand esplora un territorio inedito: quello di una couture leggera, spontanea, che si intreccia con la quotidianità senza perdere la sua aura poetica.
È un ritorno alle origini, ma con lo sguardo rivolto al futuro.
Un ritorno alle radici di Gaby Aghion
Kamali parte dal cuore storico di Chloé: Gaby Aghion, la fondatrice che negli anni Cinquanta e Sessanta aveva immaginato un’alta moda più libera, fluida e democratica.
Da quella visione nasce la riflessione di questa stagione: cosa significa “couture” oggi, nel contesto di una maison che ha sempre incarnato la leggerezza e l’indipendenza femminile?
La risposta sta nel contrasto. Kamali mescola tecniche d’atelier – pieghe, nodi, drappeggi costruiti con precisione – con materiali semplici e apparentemente quotidiani, come il popeline di cotone. Ne emerge un linguaggio nuovo: un’eleganza istintiva, fatta di movimento, forma e spontaneità.
Il floreale come materia viva
Il floreale, da sempre simbolo dell’universo Chloé, torna in una veste completamente nuova. Non più semplice decoro, ma struttura e sostanza del capo, parte integrante della sua costruzione.
Chemena Kamali riprende le stampe d’archivio degli anni Cinquanta e Sessanta e le trasforma in veri e propri paesaggi cromatici: motivi di rose, petali e foglie si dissolvono nei tessuti come acquerelli, creando giochi di trasparenze e sovrapposizioni.
La palette è morbida e sensuale — toni carne, sabbia e beige che si accendono di rosa cipria e giallo limone, come riflessi di luce su una tela estiva.
Su questa base di colori naturali, la silhouette si costruisce per contrasti di movimento: trench impalpabili in gabardine leggera, abiti in pizzo con scolli a barchetta, gonne fluttuanti che si muovono al ritmo del corpo.
Il risultato è una couture che respira, dove il fiore non è un ornamento ma una forma di vita che cresce e si adatta, incarnando la leggerezza e la libertà che definiscono la nuova Chloé.
Quando la couture incontra la spiaggia
Kamali guarda anche all’energia solare degli anni Cinquanta, al mondo dei costumi da bagno vintage e alla positività delle stampe estive.
Nascono così abiti drappeggiati come sarong, top incrociati, gonne che si muovono come vele, e accessori ispirati al mare: borse con texture che ricordano le cuffie da nuoto e sandali ibridi, a metà tra il tacco e la ciabatta da piscina.
È un gioco di equilibrio tra sofisticazione e ironia, tra il rigore del taglio e la leggerezza del gesto creativo.
Una palette di luce e naturalezza
La seconda parte della sfilata segna un cambio di ritmo: dopo i colori vibranti e le stampe floreali, la scena si illumina di toni naturali e solari, quelli che da sempre definiscono l’identità di Chloé.
Le nuance vanno dal sabbia al mandorla, passando per il caffè e il limone pallido, creando una tavolozza calda e luminosa che riflette la delicatezza della stagione.
In passerella, i capi si fanno più essenziali ma non meno raffinati. Anorak cocoon, camicie tagliate a vivo, gonne annodate in vita e duster coat leggeri disegnano una silhouette fluida, avvolgente, che sembra muoversi da sola.
Ogni tessuto è pensato per catturare la luce e restituirla in movimento: la leggerezza diventa materia, e la semplicità si trasforma in lusso silenzioso.
È una femminilità più intima, raccolta, che esprime forza proprio attraverso la sua delicatezza.
La nuova identità di Chloé
Con la collezione SS26, Chemena Kamali definisce con chiarezza la nuova direzione della maison. L’anima boho-chic che ha reso celebre Chloé non scompare, ma si evolve in qualcosa di più maturo e strutturato. Le linee si fanno più architettoniche, i volumi più controllati, pur mantenendo quell’idea di libertà e femminilità istintiva che è da sempre nel DNA del brand.
La “Chloé girl” diventa così una donna consapevole: non più musa eterea, ma presenza concreta, elegante, capace di unire leggerezza e forza.
Kamali non stravolge la maison — la interpreta con rispetto e libertà, portando la sua sensibilità contemporanea in dialogo con la tradizione.
Il risultato è una collezione che parla di movimento e autenticità: una moda che respira, che accompagna la vita reale, e che dimostra come la vera modernità non sia nella rottura, ma nella continuità reinventata.

