La fenice e il potere delle donne di rinascere
Il direttore creativo Daniel Roseberry ha aggiunto un nuovo capitolo all’alta moda a Parigi. L’appuntamento con la haute couture si conferma tra i più attesi, e Schiaparelli continua a essere uno dei marchi che meglio interpreta il panorama internazionale dell’alta moda.
Oggi il sistema dell’alta moda attraversa una profonda crisi, dove spesso, come espressione artistica, non riesce a trasmettere empatia. I capi sono presentati al pubblico principalmente attraverso lo schermo di smartphone o computer, il che limita la capacità di apprezzare i dettagli di ogni singolo capo.
Roseberry esplora la storia di Elsa Schiaparelli partendo da un episodio particolare. Nove anni dopo, per la serata inaugurale del ristorante Ambassadeurs a Parigi, Schiaparelli indossò un abito dipinto da Dunand, con una stole di piume di gallo avvolta elegantemente sulle spalle. Questo omaggio alla grande ballerina Anna Pavlova, scomparsa nello stesso anno, era particolarmente significativo, dato che Schiaparelli, con i suoi capelli neri corti e i lineamenti marcati, veniva spesso confusa con la ballerina.
Se Pavlova era sempre associata alla sua iconica performance de “Il cigno morente“, Schiaparelli incarnava piuttosto una fenice. Per Roseberry, Elsa era una creatura magica il cui potere risiedeva nella sua incessante capacità di reinventarsi, non solo come individuo ma anche nel mondo della moda.
Roseberry ha lavorato su look esclusivi, sapendo bene che i clienti non solo comprano il brand ma lo collezionano. Schiaparelli comprende che l’arte e la moda si fondono, ed è proprio questo il suo fascino che va oltre il tempo.
La collezione Haute Couture FW25 di Schiaparelli “The Phoenix”
Il titolo della collezione è “La Fenice“, un messaggio scelto dal direttore creativo Daniel Roseberry per l’Haute Couture FW 2025 di Schiaparelli. Ripercorrendo la storia di Elsa Schiaparelli, fondatrice della maison già nel 1932, godeva di una reputazione eccellente nella Parigi dell’epoca.
Come diceva il suo caro amico Salvador Dalí:
“Nessuno sa dire Schiaparelli, ma tutti sanno cosa significa.”
La Fenice simboleggia la rinascita e la capacità di reinventarsi, un’abilità che Elsa applicava non solo a se stessa, ma anche alla moda. Ogni look della collezione è concepito per creare emozioni, utilizzando le parole di Hemingway, un’emozione profondamente controllata. Gli abiti e gli accessori sono progettati per catturare lo sguardo, riflettendo il design distintivo di Daniel Roseberry, che comprende che i suoi capi non sono solo da indossare ma anche da collezionare.
Questo rende l’alta moda un’opera d’arte in una relazione intima tra cliente e creazione, un pezzo unico, originale ed esclusivo che non necessita di marketing per la vendita, ma che trae beneficio da una relazione così intima.
Anche la scelta della location non è stata casuale nel costruire l’allure creativa e misteriosa. Lo spettacolo è allestito nel seminterrato dell’Hôtel Salomon de Rothschild, uno spazio riservato a pochi selezionati. L’ambientazione era semplice ed elegante, illuminata da imponenti lampadari che evocavano le sfilate di un tempo.
Le modelle hanno camminato con un passo maestoso, cercando quasi il contatto visivo con gli ospiti per trasmettere emozioni nel vedere da vicino opere d’arte come gli abiti.
I capi si ispirano agli anni ’40 e ’50, epoche che Roseberry considera periodi di espansione e libertà per il marchio.
Il primo look ha presentato un abito senza precedenti, con spalle larghe che ricordano le ali di una fenice, decorato con ricami color argento e piume scintillanti. Il colore predominante degli abiti era il nero, con accessori scultorei in oro.
Roseberry ha introdotto un nuovo linguaggio visivo con l’uso di numerosi “silk satin” circolari sovrapposti per creare forme astratte e fissare uno dei movimenti delle gonne utilizzate nel can-can. I cerchi millefoglie hanno ornato gli orli finali degli abiti, creando una silhouette a clessidra.
Gli abiti sono arricchiti con “spine“, come se fossero steli di rosa appena colta. Tra i colori protagonisti c’erano il blu Klein per due abiti, il rosso per uno, e il giallo oro per una gonna di un altro abito, accompagnato da un grande fiocco.
Tra i look, spiccava un abito senza maniche in velluto nero dal volume a farfalla. Questo ha un’esplosione di tulle tonale ricamato con strass rosa a forma di quadrato sulla fodera. Il ricamo si ispirava al design della iconica mantella “Apollo di Versailles” della collezione Zodiac del 1938 di Schiaparelli.
Ogni abito è impreziosito da scarpe vintage in trompe l’oeil tridimensionali tono su tono, posizionate all’altezza dello scollo.
Tra gli ospiti c’era la presenza abituale in prima fila della cantante rapper Doja Cat, che indossava un look piumato denominato “The Blonde Bird”. Doja Cat era vestita con un cappello in velluto nero, una giacca sartoriale realizzata con petali di rosa in velluto dipinti a mano e cristalli. Oltre a una minigonna in raso ecru duchesse e una clutch “Labbra Schiaparelli Gold”.
Un altro look sicuramente virale era quello pensato per l’imprenditrice Kylie Jenner, chiamato “La Vie en Rose”. Indossava un abito corsetto personalizzato in rete rosa pallido completamente ricamato, abbinato a una stola di raso.
Infine, molti look erano accompagnati da un velo di crinolina. Questo copriva il volto, scelto per creare un velo di mistero e per celare i volti delle modelle. È un simbolo di costruzione e distruzione, di rivelazione e occultamento.
Prima dell’evento, molti utenti sui social avevano polemizzato sul velo, attribuendo il suo originale linguaggio a by.sobol.
Daniel Roseberry ha scelto di evitare gli eccessi e di mantenere un tono più sobrio. Il direttore creativo crea, ancora una volta, abiti che testimoniano una profonda ricerca creativa e maestria artigianale, indubbia nella casa Schiaparelli.


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