MARCO RAMBALDI FW25

L’elogio delle madri e della tradizione

La collezione Marco Rambaldi FW25, presentata durante la seconda giornata della Milano Fashion Week, ha portato in scena un viaggio emozionale, intriso di significato e simbolismo.

Con un forte legame alle sue origini, alla famiglia e al crochet, il designer bolognese ha scelto di esplorare il mondo della memoria e della tradizione, fondendolo con il futuro. Ogni elemento della sua sfilata è un tributo a ciò che è stato, ma anche un invito a costruire qualcosa di nuovo, dove la moda non è solo estetica, ma una forma di resistenzainnovazione e riflessione.

La Location e il contesto simbolico della sfilata

La location scelta per la sfilata di Marco Rambaldi è significativa quanto la collezione stessa. Il mercato coperto di Milano è stato il palcoscenico ideale per questa narrazione visiva e simbolica.

I mercati coperti, e soprattutto quelli di provincia, sono luoghi che raccontano storie quotidiane, intrecciando esperienze e accadimenti che rimandano al passato.

In questo spazio, che richiama alla memoria le tradizioni familiari e di comunità, Rambaldi ha scelto di presentare la sua collezione, come un luogo dove il passato incontra il futuro e dove la memoria diventa un atto di celebrazione e rinnovamento.

Memoria Futura: L’omaggio a Lea Vergine e alla riscoperta delle donne

La collezione di Marco Rambaldi FW25 è intitolata “Memoria Futura”, un titolo che racchiude l’essenza del messaggio che il designer vuole trasmettere. La collezione celebra la figura di Lea Vergine, una delle prime curatrici d’arte al femminile che nel 1980 ha curato una mostra fondamentale a Palazzo Reale, dedicata a un gruppo di artiste donne il cui lavoro era stato dimenticato dalla storia.

L’omaggio a Lea Vergine non è solo un ricordo, ma una volontà di portare alla luce le donne la cui eredità culturale è stata spesso messa in ombra.

Con questa sfilata, Marco Rambaldiintende rendere omaggio alle donne che hanno lottato per un riconoscimento che fosse duraturo e significativo. La sua moda diventa il veicolo per un atto di resistenza e trasformazione, dove la memoria non è solo un passato da celebrare, ma una risorsa attiva per costruire il futuro.

Madri, tradizione e comunità affettive: la visione di Rambaldi

Il tema delle madri è centrale nella collezione FW25 di Marco Rambaldi. Non solo madri biologiche, ma anche madri simboliche e affettive, quelle figure che ci hanno dato forza e ci hanno accompagnato nel nostro percorso. Rambaldi ci invita a riflettere sul ruolo fondamentale delle madri come custodi delle tradizioni, attraverso le quali si costruisce il futuro delle nuove generazioni.

Il designer esplora il concetto di madri simboliche come legami che ci sostengono, che ci accolgono e che ci definiscono, siano esse familiari o non familiari. La collezione si sviluppa come una celebrazionedi queste relazioni, con una forte connessione a temi di inclusività e sostegno reciproco. Rambaldi utilizza la nostalgiacome un elemento fondante, ma allo stesso tempo la trasforma in un linguaggio visivo che è contemporaneo, innovativo e proiettato verso il futuro.

L’estetica della maglieria e il concetto di “seconda pelle”

Un altro aspetto centrale della collezione FW25 è l’uso del crochet, una tecnica che per Marco Rambaldi ha sempre rappresentato un legame con il passato, ma che in questa collezione assume un significato completamente nuovo. Il crochet si trasforma in una “seconda pelle”, un linguaggio tessile che diventa una metafora di identità e appartenenza.

La lavorazione artigianale, tradizionale nel suo significato, viene reinterpretata attraverso l’uso di tessuti jacquard e la tecnica fil coupé, creando una texture che è allo stesso tempo innovativa e rispettosa delle radici. La collezione gioca con l’idea di interconnessione, in cui ogni capo sembra tramandato nel tempo, ma si reinventa nel presente, creando un perfetto equilibrio tra tradizione e modernità.

La reinterpretazione dei capi: un atto di trasformazione

Marco Rambaldi, con la sua solita visione creativa, trasforma i capi tradizionali in nuove forme e funzioni. In questa collezione, la sperimentazione della vestibilità è un aspetto centrale, poiché i capi non vengono semplicemente indossati nel loro uso tradizionale. Piuttosto, vengono reinterpretati e adattati in nuove forme espressive.

Una sottoveste diventa una gonna con le spalline visibili sui fianchi, una camicia viene trasformata in un capo strutturato, arrotolato attorno alle clavicole al posto di un classico maglione, mentre un pullover diventa una cintura e una maxi sciarpa si trasforma in un top.

Questi gesti di trasformazione sono simbolici: la tradizione non è un vincolo, ma un territorio da esplorare e reinventare. Il linguaggio della moda di Marco Rambaldi diventa così un atto di creatività che rompe le convenzioni e celebra la possibilità di innovare attraverso il recupero di elementi iconici del passato.

Maglieria e simbolismo: unione di tecniche e colori

Anche nella maglieria, Marco Rambaldi non si limita a usare semplicemente tecniche tradizionali. I classici motivi geometrici della maglieria islandese si intrecciano con la lavorazione a treccia tipica del tricot, e il motivo a rombi dell’Argyle si arricchisce di palette cromatiche nuove, che rappresentano diverse identità culturali. Ogni combinazione di colore diventa un simbolo di appartenenza e memoria, mentre l’uso di nuove tecniche di lavorazione reinventa questi motivi tradizionali, proiettandoli nel futuro. Così facendo, Rambaldi non solo omaggia la tradizione, ma la trasforma, rendendola un elemento dinamico e vivente.

Accessori e il casting inclusivo

Un altro elemento distintivo della sfilata è stato il casting. Marco ha dato spazio a modelli di diverse età e background, confermando l’approccio inclusivo del designer. Tra i volti più noti, spicca la scrittice Chiara Tagliaferri, co-autrice del podcast Morgana, un progetto che racconta storie di donne controcorrente.

La presenza di Chiara Tagliaferri è emblematica del messaggio centrale della collezione: il matriarcato, la memoria e la riscoperta delle figure femminili. Rambaldi ha voluto sottolineare come la memoria storica e l’importanza delle figure femminili siano temi fondamentali nella costruzione di una società più giusta e inclusiva.

Il finale: “Sempre” di Gabriella Ferri

Come tradizione vuole, la sfilata si è conclusa con una colonna sonora che evocava il sentimento di continuità e legame. In questo caso, “Sempre” di Gabriella Ferri ha accompagnato il finale. La canzone parla di amore duraturo, di fedeltà e di legami che non si spezzano, nonostante le difficoltà.

La canzone si fa voce di un messaggio che attraversa la collezione stessa. La tradizione non è solo un ricordo, ma è ciò che ci sostiene e ci connette. Senza di essa, non ci sarebbe futuro. Così, attraverso “Sempre”, Rambaldi ci invita a riflettere sul valore delle radici, sull’importanza di custodire la memoria e di creare legami che possano attraversare il tempo e il cambiamento.

Raccontare il Futuro, Custodendo il Passato: La Magia della Collezione FW25 di Marco Rambaldi

La collezione FW25 di Marco Rambaldi è un incontro di memoria e futuro, un inno alle donne, alle madri, e alle tradizioni che ci definiscono. Con una visione inclusiva e un forte legame con il passato, Rambaldi ci invita a guardare avanti, costruendo un futuro che non dimentica le radici. La sua moda diventa un atto di resistenza. Una forma di innovazione che non rinnega le tradizioni, ma le trasforma per renderle adatte alle sfide di un mondo in continua evoluzione.

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