L’intimità in scena, il teatro delle identità fluide di Apollo e Dioniso
La Paris Fashion Week di marzo 2025 ha visto il ritorno di Valentino con la collezione Autunno/Inverno 2025-2026, presentata dal direttore artistico Alessandro Michele. Questo evento non è stato solo un appuntamento di moda, ma una vera e propria esperienza sensoriale che ha coinvolto il pubblico in una riflessione profonda sulla natura dell’intimità e dell’identità. Michele, come sempre, ha dimostrato la sua abilità unica nel combinare concept filosofici e espressioni sartoriali, creando un mondo in cui il teatro dell’intimità e la fluidità delle identità si mescolano in modo naturale.
L’intimità in scena: il teatro delle identità fluide di Apollo e Dioniso
Con il titolo “LE MÉTA-THÉÂTRE DES INTIMITÉS” (Valentino: il meta-teatro delle intimità), Michele ha scelto di esplorare il concetto di intimità attraverso una lente teatrale. Il termine “meta-teatro” fa riferimento a un tipo di rappresentazione che riflette su se stessa. In altre parole, è un teatro che non si limita a raccontare una storia, ma che si interroga sul processo stesso della rappresentazione. Intimità, quindi, non è solo un tema che attraversa la collezione, ma è anche il mezzo attraverso cui il pubblico esplora l’idea di identità come qualcosa di fluido e in continua evoluzione.
Al centro di questa riflessione ci sono le divinità di Apollo e Dionisio, che rappresentano due forze opposte, ma complementari. Apollo, il dio della razionalità, dell’ordine e della bellezza, si contrappone a Dionisio, il dio della passione, del caos e della liberazione. Questo confronto tra razionalità e irrazionalità è un tema che Michele ha scelto di esplorare attraverso la moda, mettendo in scena l’ambiguità e la fluidità dell’identità. Proprio come nella mitologia, dove Apollo e Dionisio non sono mai veramente separati, così le nostre identità, oggi, sono il risultato di una continua oscillazione tra questi due poli.
La citazione di Roberto Màdera che apre la collezione, sottolinea l’idea che l’intimità possa essere vista come un luogo di autenticità e verità, lontano dalle convenzioni sociali e dalle maschere che indossiamo nella vita quotidiana. Tuttavia, Michele spinge oltre questa visione. Secondo lui, l’intimità non è uno spazio fisso, ma una costruzione continua. L’identità, infatti, non è mai stabile, ma è in continua trasformazione, influenzata da influenze esterne, dalle relazioni sociali e, naturalmente, dalle convenzioni culturali.
La location: un bagno pubblico come metafora dell’intimità fluida
Il concetto di intimità fluida e performativa di Michele trova una perfetta espressione nella scelta della location: l’Istituto du Monde Arabe (IMA). Qui, il designer ha creato un vero e proprio bagno pubblico, un luogo in cui i confini tra il privato e il pubblico, l’intimo e l’esposto, si annullano. L’ambiente è caratterizzato da neon rossi, lavandini industriali e specchi, creando una sensazione di inquietudine che è anche profondamente simbolica. L’intimità, in questo contesto, non è un rifugio protetto, ma un luogo dove ogni rappresentazione di sé è sempre esposta e in continuo divenire.
Il set, con le sue porte che si aprono e si chiudono continuamente, non solo rivela le modelle, ma le invita a fare parte di un gioco di identità che sfida ogni definizione fissa. In questo spazio distopico e perturbante, che sembra uscito da un film di David Lynch, Michele esplora il concetto di eterotopia di Michel Foucault. Quest’idea suggerisce che l’intimità non è mai un luogo sicuro e definito, ma uno spazio sospeso che sovverte le regole sociali e rivela la natura teatrale di ogni nostra espressione. Questo è un bagno pubblico, un luogo dove la verità non è mai raggiungibile, ma solo continuamente rappresentata e reinterpretata.
Il fashion show: una rappresentazione teatrale dell’intimità
La sfilata di Valentino FW25 è stata un’esperienza visiva coinvolgente, in cui scenografia, musica e performance si sono fusi per creare una riflessione visiva sull’intimità e sull’identità. La passerella, costruita con mattonelle rosse e lavandini, si trasformava in un palcoscenico teatrale, dove le modelle non erano solo manichini da esibire, ma attori che rappresentavano l’evoluzione dell’identità. Le porte che si aprivano e si chiudevano hanno creato un ambiente sospeso, un continuo movimento che ha sottolineato la fluidità delle identità.
La colonna sonora della sfilata è stata un altro elemento fondamentale. La musica, tra cui spicca la canzone “Gods & Monsters” di Lana Del Rey, ha aggiunto profondità al concetto centrale della collezione. Il brano, che parla di decadenza, desiderio di liberazione e contrasto tra bellezza e peccato, si lega perfettamente al tema della sfilata, che esplora la tensione tra l’intimità come rifugio sicuro e la realtà di una società che impone costantemente maschere e aspettative.
I look della collezione FW25: tra eleganza, audacia e quotidianità
La collezione FW25 di Valentino è stata segnata da un equilibrio delicato tra eleganza e praticità. Sebbene ci siano elementi audaci e visionari, come i reggiseni indossati sopra i body, i capi della collezione sono pensati per essere facilmente inseriti nella quotidianità, rispondendo alle esigenze di un mondo che chiede sempre più sostenibilità e versatilità.
Le modelle hanno indossato jeans combinati con top decorati con fiocchi, e cardigan rossi che evocano un’aria di eleganza ma anche di modernità. Non mancano richiami agli anni 60, con pantaloni svasati e pellicciotti che richiamano un’estetica vintage, mentre gli accessori come occhiali, borse e cappelli aggiungono una nota di raffinatezzae originalità.
Tra i dettagli più significativi, spicca la maglietta con la scritta “Apollo e Dionisio”, indossata anche da Michele durante la sfilata. Questo riferimento, preso dalla mitologia greca, sottolinea il contrasto tra le forze opposte che definiscono l’esistenza umana. Come discusso da Friedrich Nietzsche, il confronto tra Apollo e Dionisio rappresenta la lotta eterna tra la razionalità e la passione, l’ordine e il caos, un tema che trova piena espressione nel lavoro di Michele.
Svestire l’anima: un teatro senza fine
Quello che ha reso unica la sfilata Valentino FW25 è stata la sua capacità di unire elementi sartoriali e filosofici in un racconto che non è mai davvero concluso. La collezione, infatti, non si limita a proporre semplici abiti, ma invita il pubblico a riflettere su una concezione fluida e in evoluzione dell’identità. In un mondo dove l’immagine e la comunicazione sono sempre più al centro della nostra vita, Michele ha scelto di fare dell’intimità un palcoscenico di continuo cambiamento, dove ogni persona è chiamata a svestire la propria anima e a rivelare la propria verità.
Il suo lavoro non è solo moda, è una continua esplorazione delle sfide sociali e culturali del nostro tempo, dove la moda si fa carico di raccontare, senza mai fermarsi, il viaggio dell’essere umano attraverso le proprie maschere e le sue verità nascoste. Con Valentino FW25, Michele non ci propone un’idea definitiva di intimità o di identità, ma un continuo teatro di trasformazione, che lascia un segno profondo nella moda e nella società contemporanea.

