Nel padiglione ristrutturato da Toyo Ito il progetto della mostra In-Between
Biennale Architettura 2025 Padiglione Giappone – Alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, il Giappone torna protagonista con In-Between, la mostra curata dall’architetto Jun Aoki e promossa dalla Japan Foundation, che sarà aperta al pubblico dal 10 maggio al 23 novembre 2025 presso i Giardini della Biennale.
Il progetto si inserisce nel quadro concettuale lanciato dal curatore generale Carlo Ratti per questa edizione, intitolata “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, e lo interpreta con una profondità culturale e filosofica che affonda le radici nella tradizione giapponese.
Al cuore della mostra c’è l’idea di superare la visione antropocentrica e la dicotomia tra soggetto e oggetto, tra umano e mondo naturale. Secondo Jun Aoki, “alla base della crisi climatica c’è il modo in cui noi esseri umani ci rapportiamo all’ambiente: un’arroganza centrata sull’uomo, che considera sé stesso soggetto e tutto il resto un oggetto da utilizzare.” Aoki propone invece una visione alternativa, ispirata al concetto giapponese di “ma”, che significa spazio intermedio e indica una zona di relazione e scambio.
“Il soggetto non si trova né in noi esseri umani né nel mondo esterno, bensì in un mondo che non è né uno né l’altro, in una terza dimensione: lo spazio intermedio” – Jun Aoki
Un padiglione rinnovato da Toyo Ito per un futuro sostenibile
A rendere ancora più significativo il progetto è il fatto che il Padiglione del Giappone si presenta per la prima volta ristrutturato e reso ecologico, grazie all’intervento dell’architetto Toyo Ito, finanziato dalla Fondazione Ishibashi.
Una rinascita simbolica e funzionale che accompagna la nuova visione proposta da In-Between, dove l’architettura non è più uno sfondo passivo, ma un attore vivo del dialogo.
Biennale Architettura 2025 Padiglione Giappone: un’installazione speculativa tra dialogo umano, spazio e intelligenza artificiale
Il percorso espositivo si sviluppa su due livelli: i pilotis all’aperto e la galleria superiore, collegati da un foro quadrato centrale che diventa sia un elemento architettonico che un concetto portante. Due team di artisti — SUNAKI (Toshikatsu Kiuchi + Taichi Sunayama) e Asako Fujikura + Takahiro Ohmura — esplorano il tema attraverso installazioni audiovisive, dialoghi immaginari e architetture narrative.
Nella parte superiore, cinque figure umane dialogano con elementi architettonici — le colonne, i muri, la terrazza, la pensilina, l’albero — attraverso un sistema video che dà loro voce. Il foro diventa “nucleo di conoscenza frammentata” e simbolo della tensione tra i mondi. Fujikura e Ohmura mettono in scena un dialogo fittizio con una futura IA relazionale, proponendo un’inversione dello sguardo tra umano e non umano, tra osservatore e osservato.
Parallelamente, Sunayama sviluppa un sistema generativo online, dove questi dialoghi continuano e si moltiplicano sul web, sincronizzati con le performance fisiche nel padiglione. Voci sintetiche e narrazioni speculative si intrecciano con la materia del luogo.


Natura, tecnologia e cura: una convergenza quotidiana
All’esterno, un disco ellittico riflettente progettato da Kiuchi + Sunayama materializza la presenza del foro nella galleria. Il percorso ad anello in pendenza, realizzato in ceramica 3D e riempito di terra, ospita piante vive curate quotidianamente: una metafora concreta della coesistenza tra tempo ecologico e intervento umano.
“Immergersi nello spazio intermedio rappresenta una nuova forma di intelligenza” – Jun Aoki
Un’estetica coerente: collaborazione con kolor
A rafforzare l’identità del progetto, il padiglione collabora con il marchio giapponese kolor, che ha realizzato i costumi dei performer, le uniformi del personale e una limited edition di 400 borse commemorative, tutte create con materiali d’archivio. Un gesto di cura estetica e sostenibile che accompagna il pensiero curatoriale.
Una soggettività ibrida per un futuro condiviso
In-Between non è solo una mostra, ma una dichiarazione di metodo e visione: un invito ad abitare il futuro in modo ibrido, partecipativo, de-centrato. Come sottolinea Aoki, “non possiamo risolvere la crisi climatica senza cambiare radicalmente la nostra intelligenza. Dobbiamo imparare a pensare da quello che sta in mezzo, non da quello che sta sopra.”
In un momento storico che Aoki definisce “cambriano” per l’evoluzione dell’IA, il padiglione del Giappone non offre una risposta definitiva, ma apre un campo di possibilità: un luogo dove la conoscenza si costruisce nella relazione, non nel dominio.

