Vincono il Bahrain, Canal Cafè e le Visioni Sostenibili
La 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2025 è ufficialmente iniziata e con essa sono stati annunciati i premi che celebrano le migliori partecipazioni. Quest’edizione, curata da Carlo Ratti, ha come tema “Intelligens. Naturale. Artificiale” e propone una riflessione globale sull’interconnessione tra l’architettura e la tecnologia, il cambiamento climatico e le pratiche innovative per un futuro sostenibile.
Il curatore, insieme alla giuria internazionale, ha premiato le opere che hanno meglio rappresentato questi concetti, rendendo la Biennale di quest’anno un punto di riferimento fondamentale per il panorama architettonico mondiale.
I Premi della 19. Mostra Internazionale di Architettura
La giuria della 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2025 è composta da tre personalità di fama internazionale: Hans Ulrich Obrist, Paola Antonelli e Mpho Matsipa. Ognuno di loro porta una prospettiva unica, frutto di una carriera di successo nel mondo dell’architettura, del design, della curatela e della ricerca. La loro esperienza e visione trasversale saranno fondamentali per la selezione dei premiati durante questa edizione.
Hans Ulrich Obrist – Presidente della Giuria
Hans Ulrich Obrist è un curatore, critico e storico dell’arte svizzero, nonché Direttore Artistico della Serpentine Gallery di Londra. Conosciuto a livello internazionale per il suo approccio innovativo alla curatela, Obrist ha ridefinito il ruolo del curatore, andando oltre la semplice organizzazione di mostre per diventare un facilitatore di processi creativi e un mediatore di dialoghi tra diverse discipline artistiche. La sua vasta esperienza include mostre di grande impatto e una serie di interviste che lo hanno reso uno degli interlocutori più influenti nel panorama culturale contemporaneo. La sua capacità di esplorare e intrecciare il passato e il futuro dell’arte e dell’architettura sarà cruciale per guidare la giuria nella selezione delle opere che meglio incarnano la visione della Biennale 2025.
Paola Antonelli – Giurata
Paola Antonelli, Senior Curator per il dipartimento di Architettura e Design del Museum of Modern Art (MoMA)di New York, è una delle curatrici più influenti nel mondo del design e dell’architettura. La sua carriera è stata contraddistinta da un approccio multidisciplinare che ha esplorato le connessioni tra design, tecnologia, società e ambiente. Con la sua esperienza nel curare mostre che affrontano temi sociali e ambientali, Paola Antonelli ha sempre cercato di rendere il design e l’architettura accessibili a un pubblico ampio e non specialistico. La sua visione trasversale le permette di valutare progetti che non solo rispondono alle necessità estetiche e funzionali, ma che sono anche in grado di dialogare con le sfide globali del nostro tempo, come il cambiamento climatico e la sostenibilità.
Mpho Matsipa – Giurata
Mpho Matsipa è un’architetta e docente sudafricana, riconosciuta per il suo impegno nella ricerca e nella pratica progettuale, soprattutto in relazione all’urbanistica contemporanea nei contesti africani e globali. Docente alla Bartlett School of Architecture e con un dottorato in Architettura conseguito presso l’University of California, Berkeley, Matsipa ha una lunga carriera che la vede impegnata nell’analisi delle dinamiche sociali, politiche e culturali che influenzano l’architettura e la pianificazione urbana. Il suo approccio alla progettazione si basa sulla ricerca critica e sull’analisi delle disuguaglianze, con un focus particolare sulla “spatial justice” (giustizia spaziale), ovvero la creazione di città più inclusive e sostenibili. La sua presenza in giuria porterà una prospettiva unica, che enfatizza l’importanza di un’architettura responsabile e inclusiva, in grado di rispondere alle esigenze di tutte le comunità.
I Premi
Leone d’Oro per la Miglior Partecipazione Nazionale: Regno del Bahrain
Il Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale è stato conferito al Regno del Bahrain, il cui padiglione “Canicola” esplora una delle problematiche più urgenti della contemporaneità: l’abitare in ambienti caratterizzati da condizioni climatiche estreme. Curato da Andrea Faraguna, il progetto si concentra su soluzioni architettoniche tradizionali reinterpretate in chiave moderna.
Tra queste, le torri del vento e i cortili ombreggiati, che consentono di raffreddare passivamente gli ambienti. Questa proposta si inserisce perfettamente nel contesto bahrainita, dove il caldo estremo e l’umidità richiedono soluzioni abitabili innovative. Queste soluzioni devono essere al contempo sostenibili ed efficaci. L’opera si distingue per la sua capacità di unire tradizione e innovazione. Propone un’architettura funzionale ed esteticamente forte, che risponde concretamente alle sfide climatiche.
Menzione Speciale al Padiglione della Santa Sede: “Opera Aperta”
Una menzione speciale è andata al Padiglione della Santa Sede, con il progetto “Opera Aperta”, curato da Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti. Ispirato al celebre saggio di Umberto Eco, il progetto propone un intervento di restauro di una chiesa sconsacrata, che diventa un luogo di scambio culturale e co-creazione.
“Opera Aperta” non si limita a un semplice restauro architettonico. Promuove una pratica collettiva di cura, coinvolgendo una varietà di mestieri, competenze e comunità locali. La filosofia del progetto risponde alla necessità di preservare il patrimonio storico. Al contempo, lo rinnova, restituendo al pubblico uno spazio dinamico e interattivo.
Menzione Speciale al Regno Unito: “GBR: Geology of Britannic Repair”
Un’altra menzione speciale è stata attribuita al Regno Unito per il progetto “GBR: Geology of Britannic Repair”, che affronta la relazione tra l’architettura e la geologia. Il progetto mette in luce il legame tra la cultura britannica e quella africana, con un particolare focus sul Kenya.
Curato da Owen Hopkins, Kathryn Yusoff, Kabage Karanja e Stella Mutegi, il padiglione esplora il processo di “riparazione” delle strutture coloniali. Questo avviene sia da un punto di vista fisico che culturale. Il progetto evidenzia le fragilità di un passato che ancora influisce sul presente. Diventa così una riflessione profonda sul post-colonialismo e sul significato della riparazione in architettura.
Leone d’Oro per la Miglior Partecipazione alla Mostra Collettiva: Canal Café
Il Leone d’Oro per la miglior partecipazione alla mostra collettiva è stato conferito a Canal Café, un progetto di grande impatto firmato da Diller Scofidio + Renfro, Aaron Betsky, Davide Oldani, SODAI e Natural Systems Utilities. Situato presso l’Arsenale, Canal Café propone una riflessione sulle modalità di vita nell’acqua, tipiche della città di Venezia. Esplora come queste possano essere adattate alle esigenze moderne. Il progetto è una mega-struttura che include una serie di interventi ecologici.
Tra questi, un sistema di depurazione dell’acqua proveniente dalla laguna. L’acqua depurata viene utilizzata poi in un’innovativa macchinetta del caffè. Un progetto che ha un valore non solo architettonico, ma anche ambientale e sociale. Propone soluzioni pratiche per l’uso delle risorse naturali locali in modo sostenibile.


Leone d’Argento per una Promettente Partecipazione: Calculating Empires
Il Leone d’Argento per la partecipazione più promettente è stato assegnato a “Calculating Empires: A Genealogy of Technology and Power Since 1500”, un’opera di Kate Crawford e Vladan Joler. Il progetto traccia la genealogia delle tecnologie e del loro intreccio con il potere. Questo lavoro visivo, presentato presso le Corderie dell’Arsenale, affronta il colonialismo, la militarizzazione, l’automazione e la recinzione delle risorse naturali.
Utilizzando un diagramma visivo complesso, il progetto illustra come le infrastrutture tecnologiche si siano sviluppate nel tempo. Queste, spesso, rafforzano le disuguaglianze globali. Un lavoro che non solo è un’analisi storica, ma anche uno strumento per riflettere su come il potere e la tecnologia possano essere usati per costruire un futuro più equo.
Menzioni Speciali: Alternative Urbanism e Elephant Chapel
Due menzioni speciali sono state conferite ai progetti che affrontano tematiche di resilienza urbana e sostenibilità ambientale:
- Alternative Urbanism: The Self-Organized Markets of Lagos di Tosin Oshinowo esplora i mercati autorganizzati di Lagos come modelli di innovazione urbana e di circolarità. Il progetto documenta l’importanza di questi spazi nel contesto africano. Propone un’architettura che si sviluppa dal basso, in risposta alla mancanza di risorse formali.
- Elephant Chapel di Boonserm Premthada rappresenta un esempio di architettura ecologica e sostenibile. Utilizza biomateriali, come lo sterco di elefante, per la costruzione di un santuario in Thailandia. Un progetto che celebra il legame profondo tra uomo e natura, dimostrando come l’architettura possa rispettare e integrarsi nell’ambiente circostante.