Chi sono i finalisti ?
La 36ª edizione degli Andam Fashion Awards 2025 si preannuncia come una delle più strategiche e significative degli ultimi anni. Fondata nel 1989 da Nathalie Dufour, la manifestazione ha lanciato alcune delle voci più influenti del fashion system contemporaneo, da Martin Margiela ad Alexandre Mattiussi, e si conferma oggi come uno snodo chiave nella costruzione della nuova moda globale.
Il concorso, pensato per promuovere i talenti emergenti e consolidare il ruolo creativo e imprenditoriale di Parigi come capitale internazionale della moda, non si limita alla mera premiazione economica.
Gli Andam Awards sono diventati un vero e proprio programma di accelerazione: una piattaforma strutturata per accompagnare i finalisti nel loro percorso di crescita, grazie a mentoring su misura, accesso a risorse esclusive e un network di alleanze strategiche tra marchi, istituzioni e grandi gruppi del lusso.
Nel 2025, i designer selezionati avranno l’opportunità di beneficiare di un supporto che include forniture tessili da parte di Balenciaga, accesso agli archivi Longchamp, mentorship sulla sostenibilità a cura del gruppo OTB, consulenze digitali con Mytheresa e advisory sullo sviluppo commerciale offerte da Tomorrow. A completare il quadro, Swarovski accoglierà i finalisti nel proprio showroom per esplorazioni progettuali attorno al cristallo, mentre IFM e IFCIC offriranno supporto formativo e finanziario, specialmente per i marchi con base in Francia.
Andam Fashion Awards 2025 – I finalisti
Alainpaul
Tra i finalisti per il Grand Prize e lo Special Prize, Alainpaul si distingue per una visione radicale dell’abbigliamento femminile, fondata sulla coreografia del corpo e sulla dimensione concettuale del movimento. Il brand esplora il rapporto tra gesto e forma, traducendo l’essenza della danza in un linguaggio sartoriale pensato per lo spazio urbano. L’approccio è performativo, ma fortemente legato all’idea di vestibilità e costruzione.
Zomer
Fondato ad Amsterdam nel 2023 da Danial Aitouganov, in collaborazione con Imruh Asha, Zomer rappresenta una delle proposte più poetiche della rosa finalista. Il marchio combina un sofisticato lavoro su colore e stampa con una visione femminile vibrante e colta. Forte di un background professionale che include nomi come Chloé, Burberry e Louis Vuitton, Aitouganov porta avanti un’idea di romanticismo contemporaneo che non rinuncia a un’impronta commerciale.
Egonlab
La maison parigina Egonlab, guidata da Florentin Glémarec e Kevin Nompeix, concorre anch’essa per i premi principali. La cifra stilistica del brand risiede in una fusione audace tra tailoring e cultura punk, con un’iconografia potente fatta di tartan, cappelli oversize e riferimenti all’estetica calcistica. Il risultato è un codice urbano altamente riconoscibile che gioca sul contrasto tra formalità e ribellione.
Meryll Rogge
La designer belga Meryll Rogge propone una visione del prêt-à-porter che fonde sartorialità e sostenibilità. Le sue collezioni si muovono tra l’upcycling e l’adozione di modelli unisex, con un gusto equilibrato tra lo streetwear e il classico. L’identità visiva del brand è nitida, sofisticata, pensata per un pubblico che cerca contenuto etico oltre che estetico.
Willy Chavarria
Dalla scena americana arriva la proposta di Willy Chavarria, che porta in finale un menswear fortemente identitario e intriso di carica politica. Il suo lavoro esplora la mascolinità da una prospettiva queer, miscelando sensualità latina, tailoring metropolitano e simbologie visive legate al mondo carcerario. Camicie ampie, pantaloni slim, silhouette drammatiche: la grammatica stilistica del brand è teatrale e impegnata.
Burç Akyol
Tra i finalisti per il Premio Pierre Bergé, Burç Akyol è una delle voci più raffinate del panorama emergente francese. Nato e cresciuto in Francia all’interno di una comunità nordafricana, lo stilista esplora l’ibridazione tra Oriente e Occidente, tra sacralità e desiderio. Il suo menswear è costruito sulla sensualità dei materiali, su tagli fluttuanti e su una palette che rievoca l’eredità culturale del Mediterraneo.
Jeanne Friot
Fondata nel 2020, Jeanne Friot è un’etichetta parigina che si muove nel segno dell’inclusività e della sostenibilità. Il brand lavora con materiali riciclati e presenta collezioni unisex compatte, rigorose ma leggere, dove il gesto creativo si combina con un’etica produttiva molto definita. È una moda che parla di impegno, ma lo fa con eleganza e senso della misura.
Mouty
Sempre in lizza per il Premio Pierre Bergé, Mouty è una realtà nata nell’ambito del programma Talents della Fédération du Prêt-à-Porter Féminin. Il brand lavora su una forma di streetwear sartoriale influenzata dalla cultura pop americana, dai codici dell’hip-hop e dal linguaggio cinematografico. Le ultime collezioni esplorano i riferimenti visivi e narrativi degli Stati Uniti con una sensibilità couture.
Panconesi
Nella categoria Premio Accessori, il nome più riconoscibile è Panconesi. Fondato nel 2018 da Marco Panconesi, il brand esplora il gioiello come oggetto rituale e personale. Ogni creazione è pensata come un’estensione del corpo, un frammento scultoreo in bilico tra artigianato e visione. La filosofia del brand unisce spiritualità, tecnologia e sensualità materica.
Sarah Levy
L’approccio del marchio belga Sarah Levy è profondamente legato alla contemporaneità. Gli accessori disegnati dalla stilista sono un’interpretazione critica dei comportamenti sociali, costruiti con tecniche di upcycling e materiali di recupero. L’estetica è minimal ma complessa, con un’attenzione particolare alla funzionalità e all’impatto ambientale.
Phileo
Fondato da Philéo Landowski nel 2019, il brand Phileo applica un linguaggio architettonico al design della calzatura. Ogni collezione è parte di una narrazione interdisciplinare che si estende oltre la moda, come dimostra la collaborazione con Tadashi Kawamata per un’installazione monumentale da Dover Street Market. La scarpa diventa manifesto, oggetto narrativo, strumento di contaminazione artistica.
La giuria e la cerimonia del 30 giugno
La giuria dell’edizione 2025 riunisce figure di spicco dell’industria globale: da Francesca Bellettini (Kering) a Cédric Charbit (Saint Laurent), passando per Eva Chen (Instagram), Renzo Rosso (OTB) e Beka Gvishiani (Stylenotcom). Un consesso eterogeneo, che rispecchia la trasversalità del sistema moda e la sua necessità di rinnovamento.
Il 30 giugno a Parigi, ogni finalista presenterà il proprio progetto davanti alla giuria, con una difesa creativa e imprenditoriale di cinque minuti. I cinque vincitori saranno annunciati alla fine della giornata, riceveranno i trofei Swarovski disegnati da Mattiussi e potranno accedere ai programmi di mentoring e sviluppo previsti da settembre a dicembre 2025. Cinque brand emergenti si sfidano per il Gran Premio da 300.000 euro e per il Premio Speciale da 100.000 euro,
Gli Andam Fashion Awards 2025 si confermano così come il laboratorio privilegiato del nuovo fashion system: uno spazio dove estetica, strategia e visione si incontrano per definire le forme della moda che verrà.
Il sito Ufficiale: https://andam.fr/
Riepilogo
Premi in palio
- Gran Premio ANDAM – 300.000 euro
- Premio Speciale della Giuria – 100.000 euro
- Premio Pierre Bergé (per talenti emergenti francesi) – 100.000 euro
- Premio Accessori Moda – 100.000 euro
- Tutti i vincitori riceveranno un trofeo Swarovski disegnato da Alexandre Mattiussi
Gran Premio e Premio Speciale
- Alainpaul
- Zomer
- Egonlab
- Meryll Rogge
- Willy Chavarria
Premio Pierre Bergé
- Burç Akyol
- Jeanne Friot
- Mouty
Finalisti Premio Accessori Moda
- Panconesi
- Sarah Levy
- Phileo