Museo Ferragamo

Un archivio vivo tra Firenze e il mondo

Un nuovo scenario si delinea per il Museo Ferragamo: il suo patrimonio culturale, da sempre conservato con cura nelle eleganti sale di Palazzo Spini Feroni, ora prende vita in una dimensione digitale e multisensoriale. Grazie al lancio del canale ufficiale su Vimeo e a un innovativo progetto di accessibilità culturale, il museo si trasforma in un organismo vivo, capace di connettersi con il pubblico globale attraverso le più sofisticate tecnologie visive e sonore.

La moda, l’arte e la cultura diventano così esperienze condivise, oltre i confini dello spazio fisico.

La volontà è chiara: raccontare l’universo Ferragamo attraverso nuovi linguaggi. I contenuti dell’Archivio Digitale – in costante evoluzione – propongono visioni immersive che spaziano tra narrazione storica, ricerca curatoriale e sperimentazione estetica.

Ogni mostra diventa un racconto visivo autonomo, pensato per chi osserva, ascolta e sente con occhi diversi, anche da lontano.

Un museo che si guarda nel futuro

L’approdo digitale del Museo Ferragamo rappresenta molto più di una trasposizione online delle mostre fisiche. È una vera riscrittura del modo in cui il patrimonio viene vissuto e percepito.

Il canale Vimeo ospita oggi una selezione curata di esposizioni che hanno segnato la recente storia del museo: Salvatore Ferragamo 1898–1960Donne in equilibrioSetaSustainable ThinkingL’Italia a Hollywood1927 – Il ritorno in ItaliaTra Arte e Moda. Ogni progetto è stato rielaborato attraverso video ad altissima definizione, riprese spaziali, animazioni 3D e interviste a curatori e studiosi. Un montaggio calibrato che unisce estetica e informazione, pensato per restituire la profondità e la complessità del lavoro curatoriale in una forma accessibile e coinvolgente.

La piattaforma è compatibile anche con dispositivi immersivi come Apple Vision Pro, per un’esperienza aumentata in cui il visitatore entra letteralmente dentro l’universo Ferragamo. Un modo innovativo per valorizzare l’heritage del brand, mantenendo saldo il legame con la città di Firenze ma aprendosi al mondo con uno sguardo globale.

Accessibilità culturale: tecnologia e inclusione

Parallelamente al lancio digitale, il Museo Ferragamo si è distinto per un altro traguardo pionieristico: l’introduzione delle prime audioguide immersive in Dolby Atmos dedicate a persone con disabilità visiva. Una tecnologia fino ad oggi impiegata prevalentemente in ambito cinematografico, qui riconvertita con sensibilità e visione per favorire l’inclusione museale. Il risultato è un’esperienza sonora tridimensionale, dove le voci, gli strumenti e i suoni ambientali si muovono intorno all’ascoltatore, creando una narrazione emotiva, precisa, profondamente coinvolgente.

A completare il percorso, una mappa tattile per l’orientamento autonomo negli spazi espositivi e riproduzioni fedeli di alcuni modelli iconici di calzature, selezionati dall’Archivio Ferragamo e pensati per l’esplorazione tattile. Questi strumenti rendono l’esperienza museale accessibile a un pubblico più ampio, restituendo dignità e centralità all’inclusione sensoriale come parte integrante del progetto culturale.

Un progetto condiviso e strutturato

L’iniziativa si fonda su un dialogo aperto tra istituzioni, associazioni e professionisti. La collaborazione con la sezione provinciale di Firenze dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti è stata determinante nel definire i contenuti e nell’identificare gli strumenti più efficaci. L’associazione Libero Accesso ha curato i testi delle audioguide, mentre l’azienda 3discover ha realizzato i materiali tattili.

Le voci delle audiodescrizioni sono state affidate a Leonardo Torrini ed Elia Nichols, mentre la supervisione del progetto Dolby Atmos è stata curata da Gianluigi Di Costanzo, in sinergia con Bloomberg Philanthropies. Da questo dialogo è nata anche l’integrazione del museo sulla piattaforma Bloomberg Connects, che oggi raccoglie materiali di oltre 500 istituzioni culturali nel mondo.

Attraverso questa app gratuita, chiunque può esplorare i contenuti multimediali della mostra Salvatore Ferragamo 1898–1960, con testi, immagini e video accessibili da ogni parte del mondo.

La visione di Stefania Ricci

Per il Museo Ferragamo, l’esperienza culturale deve essere completa, inclusiva e tecnologicamente all’avanguardia. La direttrice Stefania Ricci guida un percorso di trasformazione che ridefinisce il ruolo del museo aziendale in chiave contemporanea. L’obiettivo non è più solo conservare e raccontare, ma dialogare con pubblici eterogenei, abbattendo le barriere architettoniche, linguistiche e sensoriali. L’accessibilità non viene concepita come un’aggiunta, ma come parte integrante della progettazione museale.

In questa visione, la tecnologia assume un ruolo strategico: non come fine, ma come strumento per ampliare le possibilità di fruizione, rendendo l’accesso alla cultura più democratico e coinvolgente. L’introduzione di audioguide immersive in Dolby Atmos e di un percorso tattile dedicato alle persone con disabilità visiva è solo uno dei tasselli di un progetto più ampio che mira a ripensare il museo come spazio vivo, aperto, multisensoriale.

Il Museo Ferragamo evolve così in un laboratorio curatoriale capace di coniugare heritage, sperimentazione e linguaggi contemporanei. L’archivio diventa esperienza, la memoria si traduce in racconto visivo e sonoro, l’identità storica del brand si apre a una lettura accessibile, artistica e profondamente attuale.

Il museo aziendale del futuro

Il caso del Museo Ferragamo dimostra come un museo aziendale possa oggi assumere un ruolo attivo nella riflessione culturale, trasformandosi in un vero e proprio spazio civico, inclusivo, visionario. Non solo un contenitore di memorie, ma un generatore di idee e connessioni, capace di parlare a pubblici differenti e di farsi interprete del presente.

In un’epoca in cui la fruizione culturale si muove su molteplici livelli – fisico, digitale, sensoriale – il Museo Ferragamo costruisce un nuovo modello, dove il savoir-faire artigianale dialoga con le tecnologie immersive, e dove la moda è il punto di partenza per una narrazione aperta, plurale e contemporanea.

Un museo che non conserva soltanto il passato, ma lo rende strumento per immaginare il futuro.

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