Lo spirito bohémien in una Londra ribelle e decadente
Con la sfilata di Burberry FW25, si è conclusa ufficialmente la settimana della moda londinese. L’ultimo giorno è dedicato alle sfilate digitali, mentre fervono i preparativi per la settimana della moda di Milano, la nuova capitale della moda per eccellenza.
La capitale britannica, pur mostrando segni di ripresa, continua a fare i conti con una serie di incertezze che restano nell’aria, simili alla pioggia che, tornata improvvisa, scorre via verso nuove avventure.
Come la pioggia che torna a riempire le giornate, scorrendo via velocemente verso nuove avventure, la settimana londinese è stata caratterizzata da una continua ricerca di identità.
Una location storica che parla al presente
Per quanto riguarda le location, Burberry non ha introdotto novità significative. Come nelle edizioni passate, la sfilata ha avuto luogo tra i maestosi pilastri bianchi della Tate Britain, uno dei templi dell’arte britannica. Il marchio ha scelto di ricoprire lo spazio con una moquette blu intenso, che richiama l’identità visiva del brand. Le Gallerie Duveen, ospitate all’interno di questa storica istituzione, sono state il cuore pulsante dell’evento. Realizzate grazie alla generosa donazione di Sir Joseph Duveen, un celebre mercante d’arte, queste gallerie sono state inaugurate tra il 1930 e il 1937. L’architettura maestosa delle gallerie, con pareti alte e ampie vetrate che lasciano entrare abbondante luce naturale, ha creato una cornice perfetta per una sfilata che voleva essere un connubio di passato e presente.
Celebrità e hype: una ricetta che funziona… fino a un certo punto
Il parterre di celebrità presenti all’evento ha contribuito a creare un’atmosfera elettrica. Tra attori e influencer, la lista di nomi si è rivelata vasta e internazionale. Tra questi Rosie HW e Bright.
Tuttavia, nonostante l’entusiasmo e l’hype generato dall’apparizione di queste personalità, non è più sufficiente a garantire un successo immediato nelle vendite. Il mercato della moda ha cambiato le sue regole: oggi il desiderio di acquistare non proviene più solo dai volti noti, ma dalla capacità dei brand di raccontare storie autentiche e capaci di suscitare una connessione emotiva con il pubblico.
Daniel Lee e la sua visione: un nuovo inizio per Burberry
Daniel Lee, direttore creativo di Burberry da ormai due anni, sta cercando di dare una nuova direzione al brand. Dopo aver affrontato difficoltà nel riuscire a stabilirsi nel trend del “quiet luxury”, che non è stato ben accolto dal pubblico, Lee ha deciso di fare una scelta radicale per la sua collezione FW25: spostarsi dalle luci della città e abbracciare la bellezza e la semplicità della campagna britannica. Un contrasto potente, quello tra la frenesia cittadina e la serenità della campagna, che ha ispirato la collezione.
Immaginate l’idea di una classe agiata che lascia la città per rifugiarsi nelle ampie campagne londinesi. I colori e i motivi che caratterizzano questi spazi, dove la tappezzeria di velluto è protagonista, sono diventati il leitmotiv della collezione. Questo materiale, che ha trovato una nuova vita nel mondo della moda, è stato usato per rievocare un’atmosfera calda e accogliente, simile a quella che si respira nelle dimore di campagna britanniche. Questo rimando alla natura e alla tradizione della campagna ha trovato ampio spazio in ogni singolo capo della collezione.
Saltburn e l’estetica decadente: un riferimento cinematografico
La collezione FW25 di Burberry ha preso ispirazione anche dal film Saltburn (2023), un thriller psicologico diretto da Emerald Fennell. Questo film è noto per la sua estetica opulenta e decadente, ma soprattutto per la sua esplorazione dei temi della classe sociale e delle differenze economiche. All’interno di un mondo apparentemente perfetto, il film svela le tensioni tra l’apparenza e la realtà, il privilegio e la follia. Lo stesso approccio viene adottato da Lee, che cerca di riflettere questa satira sociale nella sua collezione, con capi che sembrano narrativi e fortemente evocativi.
I velluti e le frange: un ritorno ai decori più audaci
In linea con le tendenze del momento, Burberry ha lasciato definitivamente da parte il concetto di quiet luxury, con il quale aveva fatto fatica a fare breccia, per abbracciare i decori audaci, i pattern e i tessuti ricercati che oggi dominano le passerelle internazionali. Il velluto è il tessuto che spicca, con la sua brillantezza che rivive in tonalità vivaci come il giallo, il blu e il rosso, colori forti che contrastano con le tinte più scure della collezione.
Le frange sono il vero cuore pulsante della sfilata, con orli distrutti che riducono gli abiti a brandelli. Un esempio perfetto di questo stile è l’abito indossato da Naomi Campbell, che sfoggiava una gonna di frange e una giacca corta con cintura in vita. I pattern bordeaux e i broccati, richiamano l’heritage britannico, ma con un’interpretazione moderna che sa come sedurre il pubblico di oggi.
L’uomo Burberry: tra comfort e stile
La collezione maschile di Burberry FW25 propone capi eleganti ma comodi, perfetti per l’uomo contemporaneo. Tra i pezzi più significativi, troviamo maglioni oversize e cappotti bomber in pelle, che offrono una combinazione perfetta di comfort e stile. Per le serate più eleganti, gli abiti in velluto colorato, accompagnati da dolcevita, offrono una risposta perfetta alla ricerca di un look sofisticato ma easygoing. Anche per l’uomo, la palette di colori è dominata da tonalità scure, interrotte da accenti più accesi che richiamano la luce di un sole che timidamente emerge tra le nuvole.
Non mancano poi i jodhpurs, i pantaloni tipici dell’equitazione, abbinati a stivali in pelle e giacche strutturate, un omaggio alla tradizione ma con uno sguardo contemporaneo.
Burberry in difficoltà: il futuro incerto
Nel terzo trimestre del 2024, Burberry ha registrato una flessione nelle vendite, con ricavi retail di 659 milioni di sterline, in calo rispetto ai 706 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato segna una difficoltà evidente per la casa di moda britannica, che ha visto un calo delle performance economiche nonostante gli sforzi di Daniel Lee. La sua missione di dare una nuova vita al brand è ancora lontana dall’essere completata. Il tema della collezione, infatti, sembra più un pretesto per giustificare le scelte stilistiche che un’effettiva narrazione profonda.
Il simbolismo della fenice: un segno di speranza
La canzone Troy di Sinéad O’Connor, scelta come colonna sonora della sfilata, rappresenta un simbolo di rinascita. La frase “Ti alzerai, tornerai. La fenice dalle fiamme” evoca il ciclo eterno di morte e rinascita, un concetto che si riflette nella stessa evoluzione di Burberry. Tuttavia, come in ogni tempesta, non basta solo il capitano a guidare la nave: è l’intero equipaggio a fare la differenza. Così, solo con il tempo e con un impegno costante, Burberry potrà tornare a essere un brand di riferimento nel panorama mondiale.
Un’industria in cerca di identità
La settimana della moda londinese ha mostrato sia luci che ombre, con Burberry che si trova a un punto di svolta. Nonostante gli spunti interessanti e alcuni momenti di grande stile, la collezione FW25 non è riuscita a costruire una narrazione solida attorno al brand. Il futuro di Burberry dipenderà dalla capacità del brand di trovare una sua identità, capace di rispondere alle sfide economiche e creative di un settore in continua evoluzione. Solo con il tempo e un lavoro di qualità si potrà sperare di tornare a dominare le passerelle internazionali.

