Chi è il vincitore: Lucas Emilio Brunner
La 40ª edizione del Festival internazionale di moda, fotografia e accessori di Hyères si è chiusa con un trionfo di creatività, confermando ancora una volta la Villa Noailles come piattaforma imprescindibile per la moda emergente internazionale.
In questa edizione, il Gran Premio della Giuria Moda è stato assegnato al giovane designer svizzero-cileno Lucas Emilio Brunner, che ha conquistato il pubblico e i professionisti con una collezione concettuale e poetica ispirata al film Le Ballon Rouge di Albert Lamorisse del 1956, trasformando l’idea del palloncino in un linguaggio sartoriale unico e immediatamente riconoscibile.
Un festival tra storia e innovazione
Il Festival di Hyères, giunto al suo quarantennale, si è confermato come luogo di incontro tra passato e futuro della moda. Nonostante le difficoltà economiche e organizzative che hanno minacciato la continuità dell’evento, l’edizione 2025 ha dimostrato che la passione e la determinazione possono prevalere, regalando una piattaforma di visibilità internazionale a giovani designer provenienti da tutto il mondo.
La Villa Noailles ha offerto scenografie naturali e architettoniche perfette per raccontare storie di moda complesse, dove la tecnica sartoriale e la sperimentazione concettuale si intrecciano, permettendo ai designer di confrontarsi con il pubblico e i professionisti del settore in un contesto stimolante e creativo.
L’universo creativo di Lucas Emilio Brunner
La collezione di Brunner nasce dall’osservazione e dalla reinterpretazione del palloncino come oggetto fragile, leggero e poetico. Ogni capo riflette la capacità del designer di trasformare elementi quotidiani in linguaggi sartoriali complessi, giocando con volumi, nodi e texture. Le giacche tartan realizzate con palloncini gonfiati diventano vere e proprie sculture indossabili, mentre cilindri in popeline imbottiti di ovatta reinterpretano il volume dei palloncini nelle camicie e nei top in pelle drappeggiati. Il nodo del palloncino diventa elemento funzionale e decorativo, comparendo come chiusura su trench in latex, dettagli su pantaloni o annodature sulle spalle dei top. Anche gli accessori, dai baschi alle T-shirt, sono stati reinterpretati secondo questa logica poetica, creando una collezione coerente e sorprendente.
La scelta dei palloncini non è mai casuale, ma rappresenta una riflessione sulla leggerezza, la fragilità e la sospensione, concetti che si traducono in un guardaroba maschile capace di unire ironia, tecnica e narrazione estetica. Ogni dettaglio, dai volumi ai materiali, dialoga con l’osservatore e con chi indossa i capi, trasformando la moda in un’esperienza emotiva oltre che visiva.
Dalla scuola al palco internazionale
Brunner, diplomato all’École Nationale Supérieure des Arts Visuels de La Cambre a Bruxelles, ha maturato esperienze presso Maison Margiela, Palomo Spain e Germanier, affinando una cifra stilistica che unisce tecnica sartoriale, ricerca concettuale e poetica visiva.
La sua esperienza al Festival di Hyères è stata un momento di crescita professionale e creativa, in cui l’interazione con altri designer e con la giuria ha permesso di sviluppare ulteriormente le proprie idee, trasformando la settimana del festival in un laboratorio di scoperta e sperimentazione.
La sua collezione riflette non solo un’estetica originale, ma anche un processo creativo coerente e consapevole, in cui ogni capo racconta una storia e contribuisce alla narrazione complessiva della collezione.
La poetica del palloncino
Il palloncino, nel lavoro di Brunner, diventa simbolo di leggerezza, giocosità e capacità di sorprendere, ma anche di precisione tecnica e sperimentazione sartoriale. La collezione esplora il contrasto tra fragilità e solidità, tra ironia e rigore, trasformando un oggetto semplice in un veicolo di concettualità e bellezza.
Questa poetica si traduce in un guardaroba maschile che sfida le convenzioni, reinterpretando riferimenti storici come lo stile Ivy League degli anni ’60 attraverso una lente ludica e visionaria. Il risultato è una moda che parla al pubblico e alla critica, trasmettendo emozioni, innovazione e unicità, caratteristiche fondamentali per un giovane designer che si affaccia al panorama internazionale.
L’eredità del Festival e lo sguardo al futuro
La vittoria di Lucas Emilio Brunner conferma l’importanza del Festival di Hyères come piattaforma di visibilità globale, dove la moda emergente può trovare supporto, confronto e opportunità di sviluppo internazionale.
Le esposizioni dei finalisti resteranno aperte al pubblico fino all’11 gennaio 2026, mentre il Supima Design Lab a New York garantirà visibilità ai designer vincitori, proiettandoli su palcoscenici internazionali e consolidando il loro percorso professionale. La 40ª edizione del festival ha dimostrato che la creatività e la capacità di innovare possono prevalere su qualsiasi difficoltà, e che la nuova generazione di designer maschili ha strumenti e linguaggi per trasformare oggetti comuni, come un semplice palloncino, in alta moda concettuale.
Lucas Emilio Brunner rappresenta così una nuova visione della moda maschile, capace di fondere arte, tecnica e poesia, e di dimostrare come la leggerezza e la sperimentazione possano diventare strumenti di comunicazione e narrazione, segnando un punto di riferimento per i talenti emergenti a livello internazionale.


