Il museo a cielo aperto della Sicilia
In Sicilia, sorge il più grande museo a cielo aperto d’Europa, noto come Fiumara D’Arte, un progetto ardito fortemente promosso da Antonio Presti, un mecenate visionario che si autodefinisce “eretico”.
Dal 1986, ha coinvolto i più grandi artisti del mondo nella creazione del parco artistico della Fiumara D’Arte. La sua storia è un connubio tra la valorizzazione territoriale e una vicenda giudiziaria che ha visto Presti inizialmente condannato per abuso edilizio, ma successivamente assolto grazie a una sentenza che ha fatto storia.
Oggi, le maestose sculture del Parco di Land Art della Fiumara D’Arte attirano visitatori da ogni angolo del mondo. Presso il museo-albergo sul mare, è possibile esplorare ulteriormente le iniziative della Fondazione Antonio Presti.
Fiumara d’Arte – La storia
La storia della Fiumara d’Arte inizia nel 1982 con l’idea di Antonio Presti. Dopo aver perso suo padre e collaborato con lo scultore Pietro Consagra, Presti decide di creare un monumento in memoria di suo padre, ma con l’intento di farlo diventare un dono per la comunità. Il progetto si espande, e l’inaugurazione della scultura di Consagra nel 1986 segna l’annuncio del museo a cielo aperto. Tuttavia, l’opposizione delle autorità locali conduce a procedimenti giudiziari contro le opere, tra cui la celebre “Finestra sul mare” di Tano Festa.
Nonostante il sostegno della stampa e del mondo dell’arte, la situazione si complica, e Presti si ritrova a lottare contro le accuse di abusivismo edilizio e degrado del paesaggio. La questione si fa sempre più politica, ma nonostante le promesse delle autorità, la Fiumara continua a essere trascurata e abbandonata.
Nel 1994, la Corte di Cassazione annulla l’ordine di demolizione delle opere, ma la Fiumara rimane senza un vero sostegno istituzionale. Presti si trasferisce a Catania e Palermo per continuare il suo impegno civile, ma nel 2005, preoccupato per il deterioramento delle opere, decide di “chiudere” la Finestra sul mare come gesto di protesta. Questo atto simbolico attira l’attenzione e finalmente, nel 2006, viene riconosciuto il Parco di Fiumara d’Arte, segnando una vittoria “politica” dell’arte e la fine di una lunga battaglia.
Nel 2007, la Finestra sul mare viene “riaperta”, segnando l’inizio della storia “istituzionale” della Fiumara d’Arte. Le sculture, finalmente riconosciute come parte di una collezione, acquisiscono il diritto alla tutela. Inizia così il percorso per il restauro delle opere e il ripristino della loro fruibilità, mantenendo vivo il dialogo tra arte e pubblico.
Dopo la Fiumara d’Arte, Antonio Presti ha concentrato il suo impegno su Catania, in particolare a Librino, a partire dalla metà degli anni ’90. Ha inaugurato la Porta della Bellezza nel maggio 2009 e sta lavorando a un museo all’aperto della fotografia. A Taormina, sta cercando di trasformare un ex villaggio turistico in un centro culturale internazionale. Nell’area dell’Etna, ha promosso eventi culturali e l’itinerario naturalistico-culturale “Io vedo l’invisibile”. Il suo obiettivo è unire etica ed estetica per promuovere una nuova politica dell’essere, ispirata ai valori della contemporaneità e della bellezza.
Le opere
La Fiumara d’Arte è un museo all’aperto situato lungo gli argini del fiume Tusa, nella città metropolitana di Messina, Sicilia. È composta da una serie di sculture, installazioni di land art e decorazioni d’interni realizzate da artisti contemporanei internazionali a partire dal 1982. Le opere sono collocate nei comuni di Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano e Tusa.
Ecco alcune delle opere più significative:
La materia poteva non esserci (Autore: Pietro Consagra, Località: Tusa, Anno: 1986)
È un’imponente scultura composta da due elementi paralleli di colore bianco e nero, realizzata in cemento armato. Alta 18 metri, crea un equilibrio tra vuoti e pieni. Invita gli spettatori a passare attraverso di essa, come se varcassero una porta verso un tempo passato, facendo riflettere sulla vastità del cielo e sulla durata della storia umana. La scultura funge da diaframma tra realtà e immaginazione.
Una curva gettata alle spalle del tempo (Autore: Paolo Schiavocampo, Località: Castel di Lucio, Anno: 1988)
È un’opera composta da un monolite di cemento armato e ferro situato ai margini di una curva stradale. La forma dell’opera imita il movimento di una vela sospinta dal vento e segue la curvatura della strada in verticale. L’artista afferma che questa forma è “mossa dal vento silenzioso che sale dal mare”. L’opera si trova in una zona di campagna e funge da punto focale che divide la vecchia strada dalla nuova, senza isolarsi ma integrandosi nel paesaggio circostante. Questo punto misterioso collega il passato al futuro, unendo luoghi, tradizioni e la quiete della campagna.
Monumento per un poeta morto (La Finestra sul mare) (Autore: Tano Festa, Località: Villa Margi, Anno: 1989)
È una scultura ideata da Tano Festa in onore del suo fratello poeta. Questa imponente opera è un elogio al colore e all’infanzia, temi ricorrenti nell’arte di Festa. La cornice dell’opera, alta 18 metri e realizzata in cemento armato e ferro, celebra l’azzurro in un modo che va oltre la tavolozza tradizionale di un pittore, rappresentando l’azzurro dell’anima. Questa gigantesca finestra, che cerca di incorniciare il mare, suggerisce una possibilità di riflessione sull’orizzonte limitato. Tuttavia, viene interrotta da un monolite nero, simbolo della finitezza della vita umana, che attraversa la gioiosa finestra adornata da nuvolette bianche, creando un’interferenza nell’armonia dell’opera.
Stanza di barca d’oro (Autore: Hidetoshi Nagasawa, Località: Mistretta, Anno: 1989)
È un’opera straordinaria situata nel letto del fiume Romei, realizzata dall’artista giapponese Hidetoshi Nagasawa. Questa opera è costituita da un vano ipogeo accessibile attraverso un corridoio sotterraneo di 35 metri rivestito di lastre metalliche. All’interno, si trova la sagoma di una barca capovolta rivestita di foglie d’oro, collegata al terreno tramite un albero maestro in marmo rosa. L’opera crea una transizione dal rumore materiale al silenzio spirituale, offrendo un ambiente di contemplazione. È interessante notare che l’opera è stata concepita per rimanere chiusa per 100 anni, sigillata da una porta, in modo che potesse essere vissuta solo attraverso la memoria e l’energia mentale.
Energia mediterranea (Autore: Antonio di Palma, Località: Motta d’Affermo, Anno: 1990)
È un’opera d’arte che rappresenta un’onda blu che collega idealmente la montagna e il mare, creando un momento di energia in mezzo alla natura selvaggia. Questa opera si distingue per la sua semplicità, con linee essenziali che si integrano armoniosamente nella natura circostante. La sua forma è una superficie azzurra che si eleva e si abbassa dolcemente, evocando un movimento vibrante simile a uno schizzo di luce cosmica. Contrariamente alle opere monumentali verticali, questa scultura ha una relazione orizzontale e sinuosa con la natura, sembrando un’onda di cemento blu catturata dal vento, un segno d’acqua solidificato sulla montagna. Questa rappresentazione fisica dell’orizzonte marino lontano crea un senso di incantamento che sfida ogni interrogativo.
Labirinto di Arianna (Autore: Italo Lanfredini, Località: Castel di Lucio, Anno: 1990)
È un’opera d’arte che rappresenta un labirinto, un simbolo archetipo che riflette sia un percorso fisico che interiore. Questo labirinto è una riflessione sulla cultura classica, la nascita e i primi insegnamenti della vita. Gli spettatori che entrano nel labirinto si pongono domande esistenziali in un ambiente atemporale, dove è difficile trovare risposte. L’opera simboleggia la spiritualità e la riflessione, con un dolce movimento concentrico che culmina in un’aspirazione verso l’alto e il sublime. Questo viaggio sembra avvenire sotto terra ma è al di sotto del cielo, con la vita rappresentata al centro da una luminosa lastra metallica nella spirale, che richiama il tema della Madre Terra e del mistero della fecondazione.
Arethusa (Autori: Piero Dorazio e Graziano Marini, Località: Castel di Lucio, Anno: 1990)
È un’opera d’arte decorativa caratterizzata da una vivace esplosione di colori e da una rigorosa forma geometrica. Questa opera ha trasformato l’aspetto di un edificio militare, la caserma dei Carabinieri di Castel di Lucio, che solitamente appare anonimo e triste. Attraverso l’uso di ceramica policroma, gli artisti hanno reso l’edificio più vivace e hanno contribuito a riscattare l’anonimato e la monotonia spesso presenti nell’architettura siciliana. Questa opera dimostra come l’arte possa svolgere un ruolo fondamentale nell’ambito dell’architettura contemporanea, offrendo un esempio da seguire nella cultura urbana.
Atelier sul mare (Località: Castel di Tusa, Anno: 1991)
È oggi il punto informatico e il luogo da dove partono gli itinerari proposti di 2 o 4 ore oppure di 1 giorno. Qui è possibile soggiornare nelle stanze d’artista tutte con caratteristiche differenti.
Museo domestico (Località: Pettineo, Anno: 1991)
Nel 1991, a Pettineo, è stata creata una manifestazione chiamata “Chilometro di Tela,” voluta da Antonio Presti, che è diventata un punto di attrazione anche per i viaggiatori siciliani. Centinaia di artisti hanno dipinto su una lunga tela che attraversava il borgo e che, al termine della manifestazione, veniva donata ai coloro che avevano ospitato gli artisti nelle proprie case. È così nato il Museo Domestico.
Il muro della vita (Località: Mistretta, Anno: 1993)
È un progetto collaborativo in cui artisti ceramisti provenienti da diverse parti d’Italia e dall’estero hanno lavorato su un vecchio muro lungo la strada provinciale tra Castel di Lucio e Mistretta. Questo muro, precedentemente considerato un abuso di cemento, è stato trasformato con poesia e dedizione attraverso l’uso di terracotta. Ciascun artista ha creato e installato la propria opera d’arte personale su questo muro, simboleggiando un patto con la bellezza e la trasformazione attraverso l’arte.
38° parallelo – Piramide (Autore: Mauro Staccioli, Località: Motta d’Affermo, Anno: 2010)
È una scultura situata su un’altura a Motta d’Affermo, con coordinate geografiche che coincidono con il trentottesimo parallelo terrestre. È un tetraedro vuoto in acciaio corten parzialmente immerso nel terreno roccioso, con una fessura lungo uno spigolo. Questa scultura cattura la luce solare attraverso la fessura, registrando i cambiamenti di luce durante il giorno. Contrariamente alle piramidi egiziane, l’opera celebra la transitorietà della vita anziché l’immortalità.
Il cavallo eretico (Autore: Antonello Bonanno Conti, Località: Castel di Tusa, Anno: 2020)
È una scultura situata di fronte al museo-albergo “Atelier sul mare”. Il concept è nato nel 2019 durante il “Rito della Luce”. Questo evento annuale celebra la vittoria della luce nei giorni dei solstizi a giugno ed ha luogo nel parco della Fiumara d’Arte, offrendo una vista panoramica dell’universo quando la piramide del 38° parallelo viene aperta. L’evento promuove la bellezza e la poesia, con un impegno speciale nell’educare i bambini alla poesia. L’obiettivo è creare un rito che permetta alle nuove generazioni di celebrare la bellezza universale.
Antonello Bonanno Conti ha deciso di realizzare una scultura in acciaio inox alta 4 metri, che brilla al sole e diventa un oggetto metafisico. Il cavallo rappresenta il momento critico che l’arte sta attraversando, e è un invito ai giovani a diventare eretici e affrontare le nuove sfide.
La lezione di Fiumara d’Arte
L’operazione intrapresa in Sicilia è unica nel panorama europeo per la sua “dimensione”. Le opere hanno lasciato sul territorio delle storie; l’opera non è solo un landmark nel paesaggio, ma anche nella società. È un’operazione che la Sicilia non aveva mai visto prima e che irrompe nel territorio, lasciando aperto il dibattito.
La Sicilia ha poi dato vita anche dopo il terremoto di Gibellina al Cretto di Burri. Questo modo di operare trasforma l’arte e condanna un modo di fare del Sud Italia che nel Novecento era dedito all’immobilismo. Le sculture, nonostante la loro immobilità, diventano opere con un forte messaggio evocativo. Sono un monito per la società che va oltre ogni forma progettuale mancata.
Il luogo non è casuale; non è solo un luogo a cui l’artista era legato, ma era un luogo che rispetto al resto della Sicilia era sottosviluppato. L’arte assume quindi anche un valore politico e sociale. Supera la dimensione temporale e non si lascia, ad esempio, sopraffare dall’autostrada che ben presto è stata costruita vicino, come nel caso della prima opera.
L’esperienza dell’hotel convertito in spazio atelier ha rivoluzionato il modo di ospitare e l’ospitalità. Di fatto, i viaggiatori possono dormire dentro un’opera d’arte. Ogni stanza è diversa e quindi ogni volta è un’esperienza diversa da sperimentare.
Infine, le opere rappresentano un significato importante anche per il materiale utilizzato. Il cemento, materiale utilizzato dalla famiglia per costruire, diventa arte. È un messaggio che si rivolge al mondo intero su come questo materiale possa diventare arte e non solo abusivismo.
L’arte in questo caso ha superato i limiti burocratici, costruendo messaggi che vanno oltre ogni tempo. È un invito a superare tutti gli ostacoli e a guardare sempre oltre, al di là dell’orizzonte e del mare.