Vincono Naji, Hao, Combette, Zawistowski e Gebhard
Il Global Award for Sustainable Architecture 2025 è uno dei riconoscimenti più prestigiosi a livello internazionale nel campo dell’architettura sostenibile. Nato per valorizzare un approccio sperimentale e partecipativo, questo premio si rivolge sia al Global North sia al Global South. L’obiettivo è promuovere un dialogo globale sulle sfide ambientali e sociali che il settore deve affrontare.
Nel 2025, i cinque vincitori si distinguono per una visione audace e innovativa. La loro architettura unisce innovazione tecnica e responsabilità ecologica. Le opere dei premiati rispondono concretamente alle emergenze ambientali, sociali ed energetiche del nostro tempo. Inoltre, sperimentano nuovi approcci ai materiali, alle tecnologie e alle dinamiche comunitarie.
I 5 vincitori del Global Award for Sustainable Architecture 2025
Dr. Salima Naji – antropologa e architetta (Marocco)
Prof. Dr. Hoang Thuc Hao – architetto, fondatore di 1+1>2 (Vietnam)
Marie Combette e Daniel Moreno Flores – architetti, fondatori di La Cabina de la Curiosidad (Francia ed Ecuador)
Marie e Keith Zawistowski – architetti, fondatori di onSITE (Francia e Stati Uniti)
Andrea Gebhard – geografa, sociologa, urbanista e paesaggista, fondatrice di m• g • k mahl gebhardkonzepte (Germania)
Dr. Salima Naji: radici vernacolari per un’architettura resiliente (Marocco)
Salima Naji unisce antropologia e architettura da oltre vent’anni. Il suo metodo si basa su risorse locali, tecniche vernacolari e dinamiche comunitarie. Predilige materiali naturali come terra cruda, pietra a secco e tataoui, una copertura tradizionale. Li integra con elementi moderni come strutture leggere in acciaio e catene sismiche.
Il suo approccio punta alla riabilitazione piuttosto che alla costruzione ex novo. Vuole trasmettere saperi artigianali e rafforzare l’autonomia delle comunità. Coinvolge attivamente utenti, artigiani, autorità e architetti. I suoi progetti sono sobri, resilienti e adattati alle sfide ambientali del Marocco meridionale.
Progetto chiave:
Rivitalizzazione della cittadella di Agadir Oufella – rafforzamento sismico della kasbah, nuova esplanade accogliente e edifici con materiali tradizionali migliorati. Una struttura in acciaio leggero sostiene le coperture tataoui. Il progetto valorizza la memoria storica e apre nuovi spazi per la comunità.
Prof. Dr. Hoang Thuc Hao: l’architettura della felicità (Vietnam)
Hoàng Thúc Hào è un punto di riferimento nell’architettura sostenibile asiatica. Fondatore dello studio 1+1>2, si concentra sulle comunità rurali e marginalizzate. La sua filosofia, chiamata “architettura della felicità”, punta a portare gioia e dignità alle persone svantaggiate.
Utilizza tecniche vernacolari come bambù, legno e pietra locale. Le adatta alle esigenze moderne di comfort termico e resilienza sismica. Ogni progetto nasce da una cooperazione tra architetti, abitanti, artigiani e ricercatori. Le sue opere, tra villaggi modello e scuole, dimostrano che si può costruire con poco, ma con significato e impatto. Si avvale di tecnologie rispettose dei valori umani e ambientali.
Progetti chiave:
- Casa comunitaria di Cẩm Thanh – struttura in materiali bio-sorgenti con pareti mobili e gestione partecipata. Spazio per formazione, esposizioni e resilienza ecologica.
- Centro comunitario polifunzionale di Lam Son – edificio ibrido in bambù e cemento, realizzato con la comunità locale per promuovere architettura sostenibile e istruzione ambientale.
Marie Combette e Daniel Moreno Flores: un’architettura nata dalla curiosità e dal rispetto (Francia ed Ecuador)
Marie Combette e Daniel Moreno Flores guidano La Cabina de la Curiosidad, un duo franco-ecuadoriano che lavora in Ecuador. Il loro approccio unisce artigianato, etnografia, design ed ecologia. Puntano a una gestione sostenibile delle risorse e al riciclo dei materiali.
Attraverso progetti partecipativi, trasformano materiali locali e di recupero in strutture funzionali e poetiche. L’architettura riflette le competenze e gli stili di vita delle comunità. È un esempio di coscienza ecologica che sostiene lo sviluppo sostenibile in aree rurali e andine.
Progetti chiave:
- Alloggi nella cava vicino al vulcano Tungurahua – realizzati con pietra vulcanica e legno locale, con tetti aperti per la ventilazione naturale e immersione nella natura.
- Centro artigianale Chaki Wasi – spazio modulare in legno per laboratori e negozi di artigianato indigena, strumento di empowerment economico e culturale.
Marie e Keith Zawistowski: educazione e costruzione in sinergia (Francia e Stati Uniti)
Gli architetti Marie e Keith Zawistowski fondano lo studio onSITE. Propongono un approccio che integra progettazione, costruzione e trasmissione del sapere. Usano materiali locali e bio-sorgenti, tecniche tradizionali e coinvolgono attivamente studenti e comunità. La pratica diventa così uno strumento di formazione continua.
Il risultato sono edifici a basso impatto ambientale, perfettamente inseriti nel contesto locale. Il loro lavoro forma una nuova generazione di architetti consapevoli delle sfide ecologiche e sociali.
Progetti chiave:
- Ristorante scolastico Jean Rostand – realizzato con terra battuta, pietra, legno e calcestruzzo vegetale. Include tetto verde e sistemi di ventilazione per comfort e riduzione dell’impronta di carbonio.
- Rural (or) Green House – casa sperimentale periurbana, parzialmente interrata. Usa tecniche tradizionali e grandi aperture per ventilazione naturale e luce passiva.
Andrea Gebhard: pianificazione urbana integrata e sostenibile (Germania)
Andrea Gebhard è urbanista, paesaggista e sociologa. Guida l’agenzia tedesca mahl gebhardkonzepte. La sua visione sistemica punta a un equilibrio tra ambiente, società ed economia. Promuove l’introduzione consapevole della natura negli ambienti urbani.
Attraverso interventi sensibili e strategie concrete, sostiene la gestione sostenibile delle risorse, la rinaturalizzazione di aree industriali dismesse e lo sviluppo di infrastrutture paesaggistiche resilienti. Come presidente della Camera Federale degli Architetti Tedeschi, è un’attiva portavoce della sostenibilità.
Progetti chiave:
- Parco paesaggistico Baumkirchen – riconversione di un ex nodo ferroviario in uno spazio verde centrale. Valorizza la storia industriale, integra corridoi ecologici e limita la cementificazione.
- Centro di ricerca Catalysis TU Munich – progetto universitario con giardino interno, piante diversificate e spazi per interazioni tra scienza, natura e arte. Pensato per l’adattamento climatico e il benessere degli utenti.
Global Award Sustainable Architecture 2025: una giuria internazionale
La giuria del Global Award for Sustainable Architecture 2025, presieduta dalla Prof.ssa Dr. Jana Revedin – architetta, teorica e fondatrice del premio – è composta da autorevoli esponenti del mondo accademico e professionale, provenienti da istituzioni di eccellenza nel campo dell’architettura e dell’ingegneria.
Fanno parte della giuria:
Werner Sobek, architetto e ingegnere presso l’Università di Stoccarda (Germania), pioniere dell’ingegneria sostenibile e della progettazione orientata al futuro.
Marie-Hélène Contal, architetta e preside dell’École Spéciale d’Architecture di Parigi (Francia), nota per il suo impegno nella diffusione della cultura architettonica sostenibile.
Jacopo Galli, architetto e docente presso l’Università IUAV di Venezia (Italia), esperto di storia e teoria del progetto.
Špela Hudnik, architetta e docente alla Facoltà di Architettura dell’Università di Lubiana (Slovenia), attiva nella ricerca su sostenibilità e spazio urbano.
Deniz Incedayı, architetta e accademica presso la Mimar Sinan Fine Arts University di Istanbul (Turchia), con una lunga esperienza nella progettazione responsabile e nella formazione.
Salma Samar Damluji, architetta e docente alla American University of Beirut (Libano), tra le principali voci nell’ambito della conservazione dell’architettura tradizionale nel mondo arabo.
Il sito Ufficiale: https://globalawardforsustainablearchitecture.com