L’orchestra suona anche senza direttore?
Gucci FW25 ha aperto la Milano Fashion Week 2025 con la sua collezione Autunno/Inverno 2025 in un’atmosfera carica di incertezze, ma anche di grande attenzione. Il brand, celebre per le sue innovazioni e i suoi cambiamenti radicali, si è trovato a sfilare senza un direttore creativo, con un’assenza che ha inevitabilmente sollevato interrogativi e polemiche. A soli pochi giorni dalla sfilata, il gruppo Kering ha annunciato, con un breve comunicato stampa, l’uscita di Sabato De Sarno dal ruolo di direttore creativo di Gucci. Il designer aveva assunto la posizione da meno di due anni, e la sua partenza ha accentuato il senso di discontinuità che ha caratterizzato l’ultimo periodo per la maison.
Il 2024 è stato un anno difficile per Kering. I numeri sono stati impietosi: il fatturato è sceso del 12% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un totale di 17,2 miliardi di euro. Il risultato operativo corrente è stato di 2,55 miliardi di euro, mentre l’utile netto si è ridotto drasticamente del 62%, toccando appena 1,13 miliardi di euro. Questi dati sono in netta contrazione rispetto al 2023, quando l’utile netto del gruppo era stato significativamente più alto. Il calo delle performance di Gucci ha pesato enormemente sui risultati globali, con il brand registrando un -23% nelle vendite. In un contesto del genere, il gruppo ha annunciato anche una proposta di dividendo ordinario di 6 euro per azione, ma ciò non è riuscito a mascherare le difficoltà economiche.
GUCCI FW25: Un nuovo corso per Gucci
La sfilata di Gucci FW25 si è svolta in una location total green, come suggerito dai visual condivisi sui social. L’abbandono del tradizionale rosso Gucci è stato un segno tangibile di un cambio di direzione, quasi a voler chiudere un capitolo e aprirne uno nuovo. L’intenzione di rinnovare la maison è visibile in ogni dettaglio. Il 2025 segna anche il 50º anniversario del logo Interlocking G, un simbolo iconico che è stato celebrato in passerella come parte di questa transizione. Gucci non si è limitata a guardare indietro, ma ha invece deciso di fare i conti con il proprio passato, rielaborandolo per guardare al futuro.
A dimostrazione di un cambio di mentalità, in prima fila c’erano importanti star internazionali e ambasciatori del marchio, tra cui Xiao Zhan e Sinner. Tuttavia, al centro della scena, in un gioco di simbolismi, c’era un gruppo di musicisti, un’orchestra diretta da Justin Hurtwitz, che ha aggiunto un ulteriore livello di profondità all’evento. La sala, dai tendaggi e tappezzeria verdi, ospitava un logo Gucci in versione gigante al centro della passerella. La doppia GGformava una sorta di cammino, al quale si aggiungevano gli specchi nel pavimento e nel soffitto, creando un effetto visivo coinvolgente e futuristico. L’intera scenografia era un’ode alla sintesi tra tradizione e innovazione, due pilastri che hanno sempre caratterizzato Gucci.
I look in passerella: eleganza e disinvoltura
La collezione FW25 si è mossa tra il classico e il moderno, tra il formale e il casual. I look maschili hanno presentato completi sartoriali abbinati a maglioni a collo alto in lana garzata, un omaggio alla tradizione dell’abbigliamento maschile più raffinato. Per le donne, i completi si sono alternati a gonne ricamate e top con pendagli in metallo, creando un contrasto visivo di grande impatto. A rendere il tutto ancora più interessante sono stati gli accessori, che hanno avuto un ruolo centrale nella collezione.
Un particolare che ha subito catturato l’attenzione è stato l’uso del moschettone, che è stato reinterpretato come collana, ma anche come elemento oversize sulle borse. Questo accessorio, simbolo di una certa rudezza elegante, ha aggiunto un tocco contemporaneo alla collezione, contribuendo a rafforzare l’immagine di un marchio che non teme di osare. Altri dettagli significativi sono stati gli occhiali con lenti trasparenti, che quasi mimetizzavano i volti dei modelli, lasciando intuire solo parzialmente l’espressione di chi li indossava. Un altro elemento distintivo sono state le scarpe a punta e i guanti in pelle, accessori iconici che hanno dato alla collezione un’aria di lusso senza sforzo.
Un altro simbolo importante che è emerso durante la sfilata sono stati i morsetti ingigantiti, che richiamano la celebre borsa Horsebit 1955. Questa borsa è diventata un’icona di Gucci, e il ritorno di questo elemento in chiave moderna è stato un tributo alla lunga tradizione della maison, che ha saputo rinnovarsi nel corso degli anni senza mai dimenticare le proprie radici.
La palette di colori e il design innovativo
La palette cromatica della collezione è stata ampia e variegata, abbracciando le sfumature che Gucci ha esplorato nel corso degli anni. Grigi, viola, verde, marrone, rosa e l’immancabile nero sono stati i colori protagonisti, creando una sinfonia visiva che rispecchiava la varietà e la complessità del brand. L’uso sapiente dei colori ha permesso di esaltare ogni look in passerella, mettendo in evidenza la versatilità della maison.
I dettagli di design hanno spaziato dal color blocking, una tecnica di abbinamento dei colori che ha trovato ampio spazio sia nei look maschili che femminili, fino a una proposta femminile inedita: una tutina slogata con un grande moschettone in vita. Questi outfit hanno dato alla collezione un tocco di disinvoltura studiata, un’eleganza senza sforzo che ha caratterizzato tutta la passerella.
Continuum: il passaggio verso il futuro
La collezione Gucci per l’Autunno/Inverno 2025-2026 porta il nome di “Continuum”, un termine che suggerisce chiaramente una fase di passaggio. Si tratta di una collezione di transizione, pensata per mantenere viva l’identità del brand mentre si prepara al prossimo capitolo. Sebbene non ci siano aspettative di grandi rivoluzioni, la collezione ha rappresentato un’opportunità per Gucci di rimanere fedele ai propri codici stilistici, riaffermando ciò che ha reso il marchio unico nel panorama della moda internazionale.
Tutti gli elementi della collezione sono stati pensati per preservare l’essenza di Gucci, senza cadere nella nostalgia. Ogni look, ogni dettaglio, ha raccontato una storia, quella di un brand che non ha paura di rinnovarsi e di affrontare il futuro con coraggio. Nonostante l’assenza di un direttore creativo, Gucci ha dimostrato che non è sempre necessario avere una figura centrale per far funzionare una sfilata. La moda può essere anche una composizione collettiva, un’orchestra che suona all’unisono senza la guida di un direttore.
Il futuro di Gucci: l’orchestra senza direttore
La domanda che sorge spontanea, quindi, è: Gucci riuscirà a ripartire davvero da questa nuova sinfonia, continuando ad affermarsi come leader del lusso mondiale? O sarà necessario un nuovo direttore creativo per riaccendere la magia che ha fatto del brand un’icona di stile in tutto il mondo? Se c’è una lezione che possiamo trarre da questa collezione, è che la moda di oggi è un panorama complesso e in continua evoluzione. Le maison più grandi, come Gucci, possono affrontare momenti di incertezze senza perdere la propria forza identitaria.
In attesa di risposte, Gucci ha aperto una nuova fase, segnando un passaggio simbolico che potrebbe rivelarsi determinante per il suo futuro. L’orchestra ha suonato, e ora non resta che scoprire chi prenderà in mano la bastone del direttore per condurre il brand verso la sua prossima evoluzione.


la bastone del direttore
È vero, il bastone del direttore è fondamentale in molti contesti, soprattutto per mantenere la coesione e la visione unitaria. Ma, come abbiamo ribadito nell’articolo, anche un’orchestra senza direttore sa come seguire il proprio ritmo, perché ogni musicista è in grado di interpretare la sua parte con maestria. Allo stesso modo, nelle sfilate e nella moda, ogni membro dello staff ha un ruolo essenziale, ma la visione del direttore è quella che guida l’intero progetto. Alla fine, il bello è quando l’armonia tra controllo e creatività riesce a dar vita a qualcosa di unico!