La forma di essere se stessi e la ribellione punk
La collezione FW25 di Harris Reed prende vita con un’apertura che cattura subito l’attenzione: Florence Pugh, attrice britannica, interpreta un monologo sull’autoaccettazione e l’amore, recitando la frase “Be always yourself!” (Sii sempre te stesso). Questo momento d’apertura arriva a soli due anni di distanza dal monologo ispirato a Shakespeare che Pugh aveva interpretato nello show AW23 di Reed, confermando il legame profondo tra il designer e la forza dell’individualità.
La sfilata si inserisce in un contesto londinese che sta vivendo cambiamenti significativi, con un rimescolamento del panorama della moda che accoglie, tra i suoi protagonisti, brand di fast fashion e designer emergenti. In questo scenario, Harris Reed emerge con una proposta che si distingue per il suo spirito di ribellione, eleganza e provocazione.
La location scelta per il debutto della sua collezione è la Duveen Galleries della Tate Britain, un ambiente neoclassico che si sposa perfettamente con il concept della collezione. Il design degli interni si fonde con le crinoline vittoriane e la bellezza contemporanea, creando un dialogo tra passato e futuro. Al centro della scena, imponenti lampadari in collaborazione con Porta Romana, realizzati con lo stesso motivo che caratterizza i look delle modelle, dominano la passerella circolare, contribuendo a rendere il set ancora più teatrale.
Il ritorno alla ribellione punk
La collezione FW25 di Reed non è solo una riflessione sulla moda, ma anche una dichiarazione di intenti. Il punk, simbolo di ribellione, è reinterpretato in una versione raffinata e elegante, dove l’oro e il blu cobalto dominano le silhouette. I look, ancora una volta, si mescolano tra scultura e moda, come in una fusione perfetta tra la creazione di abiti sinuosi e l’uso di crinoline che evocano il passato ma con un’energia completamente nuova.
Il punk, in questa collezione, diventa una risposta alla realtà sociale e politica di Londra, un’espressione di sé che si manifesta attraverso l’eccesso, ma anche attraverso l’intento di costruire una propria identità, libera da ogni costrizione. La collezione è infatti intitolata “Romanticism Gone Nonbinary”, a testimoniare un movimento verso una moda inclusiva e senza definizioni rigide.
Le crinoline, simbolo del passato, vengono riletture in chiave contemporanea: non più solo gabbie rigide, ma anche armature che proteggono e definiscono lo spazio intorno a chi le indossa. Sono simbolo di una moda che cerca di comunicare e di proteggere chi la vive, creando una distanza fisica e simbolica con chi la osserva.
Tecnologia, artigianato e bellezza audace
In passerella, la tecnologia e l’artigianato si fondono, con l’uso di tecniche innovative come gli spuntoni dorati e i tentacoli realizzati in 3D, ma anche con elementi dipinti a mano che richiamano la bellezza artigianale. Le modelle camminano su zeppe vertiginose, mentre i loro look in nero profondo vengono illuminati da ricami e decorazioni che contrastano con accenti di blu e oro.
Il design scultoreo di Reed si esprime attraverso corsetti che sfidano la gravità, come quello che supera l’altezza delle spalle e si estende nello spazio, creando una silhouette drammatica e teatrale. Il glamour, quindi, si fonde con il concetto di arte scultorea, dando vita a una proposta di moda unica nel suo genere.
Anche nel beauty look, Reed gioca con l’idea di un’estetica audace e teatrale: le sopracciglia sono marcate da piume nere, mentre il viso è truccato con colori nude. A completare il look, gioielli in oro che conferiscono un tocco di sofisticatezza e raffinatezza.
Sostenibilità e innovazione
Un aspetto fondamentale della collezione è l’attenzione alla sostenibilità. Reed utilizza tessuti deadstock di Savile Row, un omaggio alla tradizione sartoriale britannica, per creare pepli strutturati che si trasformano in chiffon diafano recuperato. Un equilibrio tra bellezza, innovazione e responsabilità ecologica che dimostra la volontà del designer di essere sempre in linea con le esigenze contemporanee.
Il Front Row e l’atmosfera londinese
Nel front row della sfilata, tra i volti noti, spicca Michèle Lamy, compagna di Rick Owens, e una delle modelle che ha sfilato è Dalton DuBois. La scelta di Reed di ambientare la sfilata nelle Duveen Galleries della Tate Britain non è casuale: queste gallerie furono le prime in Inghilterra progettate specificamente per l’esposizione di sculture, creando così una simbiosi perfetta tra moda e arte.
Vulnerabilità in Armatura: La Forza della Moda
La collezione FW25 di Harris Reed rappresenta una fusione tra arte, moda e ribellione. Il glamour e il teatrale si mescolano in una rilettura moderna del punk, dove la libertà di espressione si traduce in abiti scultorei che sfidano le convenzioni e celebrano l’individualità.
Il risultato è una moda che non solo vuole essere vista, ma anche sentita: una moda che parla di protezione, vulnerabilità, e di una donna che, anche sotto le strutture più rigide, trova la sua forza nell’essere se stessa.

