I 15 anni del brand e l’elogio alla Dolce Vita di Capri
Il brand Jacquemus non ha bisogno di presentazioni. È oggi uno dei marchi più popolari sui social. Per festeggiare i 15 anni dalla sua nascita, lo stilista Simon Porte Jacquemus ha realizzato la collezione “La Casa” a Capri, nella iconica Villa Malaparte.
Simon Porte Jacquemus ha lanciato il brand a soli 19 anni e ha vinto per ben due volte il premio LVMH. Con il suo marchio, racconta storie in giro per il mondo con uno sguardo nuovo e contemporaneo, unendo il mondo reale al marketing e alla sostenibilità. Questo fa di Jacquemus uno dei brand più noti oggi nel panorama mondiale.
Il brand, lanciato da Simon, è stato creato dopo che il designer ha visto “Il Disprezzo” di Jean-Luc Godard. Jacquemus nasce quindi ispirandosi alla bellezza e alla modernità della visione del film. Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1954 di Alberto Moravia. Tra le attrici, Brigitte Bardot interpreta la famosa scena del film con Michel Piccoli, mentre scende la lunga scalinata che arriva al mare, prima di tuffarsi nella Casa del Fico nel mare cristallino.
Con la sfilata a Villa Malaparte, Jacquemus entra ufficialmente in una nuova fase. La donna e l’uomo esprimono una nuova sensualità velata, come i copricapo che indossano, minimale e primordiale come le geometrie degli accessori.
Casa Malaparte
Villa Malaparte è una delle case che hanno scritto un pezzo di storia dell’architettura del Novecento. Costruita sullo sperone di Punta del Masullo, a pochi metri dal mare dove si trovano gli iconici Faraglioni, l’arco dell’amore è diventato simbolo dell’isola. La villa è stata amata da molti intellettuali negli ultimi anni.
La casa prende il nome dal suo proprietario, Curzio Malaparte, una figura di spicco del neorealismo in Italia nei primi anni del Novecento. Malaparte divenne prima ammiratore e poi oppositore del fascismo in Italia, e ciò gli valse l’esilio. Tra i suoi amici c’era Galeazzo Ciano, genero del Duce, che lo salvò dall’isola di Lipari per trasferirlo prima a Ischia e poi a Forte dei Marmi. Nel 1936, preferendo nuovamente l’isolamento alle vicende sociali, acquistò un terreno innamorato dell’isola di Capri. Grazie alle sue conoscenze, ottenne il permesso di costruire in una zona dal forte valore paesaggistico. Alberto Libera, uno dei maggiori architetti del primo Novecento, realizzò diverse opere di architettura razionalista, e Villa Malaparte è sicuramente una delle sue più ricordate.
Le forti personalità di Libera e Malaparte si scontrarono diverse volte. Il progetto di Libera, così come concepito, non venne mai realizzato. Fu Malaparte a decidere il progetto finale. Tra gli elementi distintivi c’è il tetto piano che diventa una splendida terrazza sul mare, accessibile tramite 32 scalini. La scalinata è stata interpretata come una scalata verso l’infinito e come un teatro greco che permette di ammirare il paesaggio circostante. Tra gli elementi caratteristici c’è il paravento bianco sul terrazzo che ricorda le architetture di Le Corbusier.
Un altro elemento distintivo sono i mattoni rossi utilizzati per la costruzione. Il colore non è casuale, ma richiama il rosso pompeiano della vicina città di Pompei. Gli interni hanno grandi vetrate che, come quadri, incorniciano i punti più interessanti del paesaggio. Gli arredi sono stati tutti realizzati su misura dal proprietario. Tra gli spazi interni ci sono lo studio privato e l’appartamento per gli ospiti.
La casa è uno dei migliori esempi di integrazione tra architettura e paesaggio, apparendo come una prosecuzione dello sperone. Villa Malaparte è da sempre al centro di un forte dibattito tra ambientalisti, sostenitori e detrattori di tale opera. Oggi è una proprietà privata, non visitabile, ed è detenuta dagli eredi dello scrittore dopo diverse vicende giudiziarie.
Casa Malaparte e la moda
L’architettura di Casa Malaparte ha da sempre affascinato i designer di tutto il mondo, e la moda non poteva rimanere immune a questo amore a prima vista. Nel 1997, Karl Lagerfeld, durante una vacanza a Capri, si recò sulla via del Pizzolungo per fotografare la casa. Gli scatti facevano parte di un libro per la casa editrice tedesca Steidl.
Tra le fotografie, lo scorso anno, Simon Porte Jacquemus, direttore creativo del brand Jacquemus, indossava una giacca con la foto di Casa Malaparte ricamata. Questo dettaglio ha attirato l’attenzione del proprietario della villa, che, commosso dalla scelta della stampa, ha invitato il designer a soggiornare nella casa. Da questo incontro è nato un nuovo rapporto che ha portato Jacquemus a sfilare e presentare la sua collezione a Casa Malaparte il 10 giugno 2024.


Nel corso degli anni, diverse campagne di alta moda hanno avuto come scenario Casa Malaparte. Tra queste, nel 2014 Zegna ha presentato il nuovo profumo Uomo, nel 2018 Saint Laurent ha scelto Kate Moss come protagonista, e nel 2019 Emma Stone è stata il volto della campagna del profumo di Louis Vuitton.
La collezione Prêt-à-Porter Autunno 2024 di Jacquemus a Capri “La Casa”
La sfilata di Jacquemus inizia con i modelli che escono dall’ingresso e salgono la lunga scalinata dell’infinito per arrivare sul tetto piano, dove compiono la passerella davanti agli invitati e alla vela antivento, per poi scendere nuovamente.
Il primo look era un lungo cappotto pelliccia, richiamando Brigitte Bardot nel film tanto amato dal designer, che indossava un accappatoio giallo. I look della sfilata giocavano con geometrie e colori, esaltando l’estetica distintiva del brand.
Tra gli invitati c’erano Dua Lipa, Gwyneth Paltrow, Elodie, Ghali, Tony Effe, Manu Rios, Peggy Gou, Tina Kunakey, Giancarlo Giammetti, Laetitia Casta, Giveon, Rosie Huntington-Whiteley e molti altri.
Le giacche con collo a scialle derivate dalla Provenza, scolpite in vermiglio, giallo, nero intenso o bianco, erano abbinate elegantemente a gonne a trapezio a vita alta sotto il ginocchio, pantaloni sartoriali pieni o bermuda. Tra loro, sfilavano i capi maschili: top derivati dalle camicie dei marinai, su camicie con colletti asimmetrici, abilmente coordinati con pantaloni a pieghe sul davanti. Ogni look era completato da una borsa: clutch morbide pieghevoli, borse con manico superiore e tote da shopping in colori vivaci come turchese, verde foglia, rosa o giallo.
I colori della sfilata includevano l’accostamento di blu e turchese (colori iconici di Capri e della Grotta Azzurra), rosa e giallo (colori di Sorrento), e un nuovo pattern zebrato bianco e nero, che rendeva sinuosi i vestiti dai tagli netti.
Le donne indossavano décolleté con punta squadrata, simili a moderne ballerine o mezze punte, con tacchi che rappresentano un nuovo accessorio ibrido a cui Jacquemus ci ha abituati. Per gli uomini, le nuove espadrillas squadrate si apprestano a diventare oggetti iconici, disponibili anche in denim dark navy con punta in cotone intrecciato. Gli uomini indossavano abiti con bermuda.
Tra gli accessori spiccavano la nuova borsa “Le Bambola“, una borsa a secchiello dal taglio asimmetrico in rafia con finiture in pelle, la borsa a spalla “Le Rond Carré” con chiusura ripiegata in morbida nappa e dettagli in oro, e le borse “Le Carré Spiaggia” e “Le Rond Spiaggia” in rafia intrecciata.
Tra le modelle sfilava Mariacarla Boscono con un abito lungo color sabbia e spalle extra large, tipiche delle silhouette del brand, portando la nuova borsa dalle tonalità marroni. Lo stile restava quello dei moderni marinai, con abiti a righe bianco e blu. Per gli uomini, il motivo “sailor” includeva anche canottiere aderenti.
Gli elementi della Dolce Vita erano rappresentati da foulard e occhiali. I foulard, che riprendevano i pattern del brand, erano indossati come negli anni Cinquanta, coprendo i capelli e proteggendoli dal vento, mentre gli occhiali erano dello stesso colore. Questi accessori erano portati anche dagli uomini.
Il motivo del cerchio era presente anche negli abiti, come il vestito bianco indossato da Tina Kunakey (ex moglie di Vincent Cassel), che aveva un taglio circolare sui fianchi.
Gli abiti della sfilata seguivano il concetto di “see now, buy now”. Sul sito, infatti, la collezione era disponibile per i preordini, un modo per avvicinarsi al pubblico e testare la reazione al prêt-à-porter del brand.


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