Il debutto di Simone Bellotti tra purezza, onestà e dinamismo
Con la collezione Jil Sander SS26, la maison apre un nuovo capitolo sotto la guida di Simone Bellotti, uno dei debutti più attesi nel panorama della moda internazionale. Bellotti, originario di Giussano e formatosi tra Anversa e Milano, porta in passerella una visione capace di coniugare la tradizione storica del brand con un linguaggio contemporaneo, autentico e raffinato.
La direzione creativa di Bellotti non si limita a reinterpretare il minimalismo iconico di Jil Sander: lo osserva, lo ascolta e ne coglie l’essenza, trasformandola in un racconto nuovo e coerente. La sua filosofia è chiara: ogni capo deve essere onesto, giustificare il suo costo attraverso qualità, artigianalità e progettualità, senza mai perdere il senso di leggerezza ed eleganza che da sempre caratterizza la maison.
Chi è Simone Bellotti
Simone Bellotti è un designer italiano con un percorso internazionale, formatosi tra Anversa e Milano. Ha iniziato la sua carriera con stage e apprendistati presso Carol Christian Poell e AF Vandevorst, esperienze che gli hanno permesso di sviluppare una sensibilità raffinata per materiali e tagli. A Milano ha poi lavorato per Gucci, collaborando prima con Frida Giannini e successivamente con Alessandro Michele, maturando competenze nella sartoria e nella gestione creativa di un brand di lusso.
Nel 2023 è diventato direttore creativo di Bally, dove si è fatto notare introducendo la celebre scarpa da barca, conquistando attenzione internazionale. Nel marzo 2025 ha assunto la direzione creativa di Jil Sander, portando con sé un approccio unico che combina rigore, trasparenza, ricerca materica e poesia sartoriale, segnando l’inizio di un nuovo capitolo per la maison.
Amburgo: ispirazione e primo atto creativo
Il primo gesto creativo di Simone Bellotti per Jil Sander è stato un omaggio alle origini della maison. Ha realizzato un EP in edizione limitata del compositore italiano Gianluigi Di Costanzo, aka Bochum Welt, accompagnato da un video girato ad Amburgo, città natale della stilista.
La città, con il suo equilibrio tra eleganza classica e spunti industriali, tra porto, acqua e luce, ha fornito al designer una ricca fonte di ispirazione. Questa tensione tra opposti – rigore e leggerezza, austerità e libertà – attraversa tutta la collezione, diventando elemento distintivo della nuova estetica della maison.
La collezione SS26: minimalismo reinventato
La SS26 di Jil Sander è un’esplorazione della tensione tra armatura e nudità, tra struttura e leggerezza, tra rigore e sensualità. La purezza dei materiali, da sempre cifra distintiva del brand, viene qui reinterpretata con sottrazioni e trasparenze che trasformano il corpo in elemento centrale del look. I tessuti sembrano dialogare con la pelle: top e camicie presentano oblò strategici, lasciando intravedere lingerie o reggiseni tempestati di paillettes, mentre gonne e pantaloni riportano tagli e squarci che ricordano le opere di Lucio Fontana, dove il gesto diventa rituale e il tessuto spazio di espressione.
Il primo look, affidato a Guinevere van Seenus, apre lo show con un golf blu Klein abbinato a una gonna statement ispirata alla scultura Hood di Richard Prince. Il blu Klein non è solo colore, ma filo conduttore di tutta la stagione: dai tubini dal taglio netto agli abiti strutturati, dai cappotti sartoriali agli accessori, il tono intenso definisce forza, eleganza e sensualità in ogni capo.
La collezione gioca con proporzioni e materiali: pelle, seta e tessuti tecnici si combinano in contrasti sorprendenti, mentre tagli decisi e dettagli asimmetrici creano un senso di movimento e dinamismo. La nudità non è mai esibita, ma suggerita, inserita in un linguaggio di sottrazioni e precisione che rende ogni look elegante, potente e contemporaneo. In questo dialogo tra corpo e struttura, tra tradizione minimalista e sperimentazione, Bellotti imprime alla maison una nuova grammatica stilistica, capace di emozionare e sorprendere.
Location e scenografia
La sfilata si è svolta nella storica sede di Piazza Castello, trasformata in un palcoscenico architettonico che da subito ha catturato l’attenzione. La passerella a forma di U si sviluppava su un pavimento in linoleum nero a bolli, degradante gradualmente verso il bianco, un omaggio discreto ma potente al design razionalista di Franco Albini.
Specchi e superfici riflettenti moltiplicavano la luce naturale che filtrava dalle vetrate, creando giochi di riflessi e trasparenze che amplificavano la percezione dello spazio e dei capi. Allo sfondo, la Torre del Castello Sforzesco si intravedeva tra le aperture, fondendo la grandiosità storica della città con l’austerità contemporanea della maison. Ogni dettaglio scenico era studiato per instaurare un dialogo tra passato e presente, rigore architettonico e leggerezza estetica, offrendo agli ospiti un’esperienza immersiva, quasi cinematografica, in cui moda e architettura si incontrano.
Uomo e donna: una visione co-ed
La collezione SS26 di Jil Sander è co-ed, concepita come un dialogo tra maschile e femminile. I capi maschili si distinguono per la sartoria impeccabile: giacche strutturate, pantaloni dal taglio netto e dettagli precisi che parlano da soli per eleganza e qualità. Sul versante femminile, la ricerca materica diventa protagonista: pelle double-face, tessuti innovativi e lavorazioni sartoriali sofisticate reinterpretano il minimalismo storico del brand, conferendo leggerezza e modernità.
Bellotti non punta a soluzioni facili: ogni capo nasce da un processo creativo attento e coerente con la filosofia della maison, capace di unire estetica, funzionalità e contemporaneità, senza rinunciare all’identità storica di Jil Sander.
Il debutto ha raccolto un pubblico internazionale e italiano di grande prestigio: tra i presenti Renzo Rosso con Arianna Alessi, Clare Foy, Miriam Leone e Ghali. Seduti in prima fila, hanno assistito a un momento di transizione e innovazione, testimoniando la nuova direzione del brand nel portafoglio di Otb Group.
Un inizio all’insegna della ricerca di nuovi orizzonti
La prima collezione di Simone Bellotti per Jil Sander segna l’inizio di un linguaggio stilistico nuovo, fatto di linee pure, contrasti calibrati e tensioni sensuali. L’approccio del designer non è mai una semplice rilettura degli archivi: la sartoria, i materiali e le silhouette vengono reinterpretati in chiave contemporanea, creando un dialogo costante tra tradizione e innovazione.
Amburgo, con le sue gru portuali, le torri industriali e la luce che si riflette sull’acqua, ha fornito a Bellotti ispirazioni visive e atmosferiche che si fondono con la storia di Milano. Il risultato è una grammatica estetica e tattile ancora in costruzione, dove forme e materiali raccontano una narrazione coerente e intensa.
La SS26 diventa così un manifesto di equilibrio: trasparenze e strutture solide convivono con leggerezza e rigore, mentre il blu Klein, colore guida della stagione, dialoga con toni neutri e materiali preziosi. Non si tratta solo di abiti: Bellotti costruisce una visione complessiva del brand, autentica e contemporanea, dove passato e futuro si incontrano e la nuova era di Jil Sander prende forma tra poesia sartoriale e dinamismo urbano.

