Magliano SS 2025

Calcinculo e il simbolo della trans-formazione Pinocchio

Magliano SS 25

Dopo il successo a Pitti Uomo 2024 come guest designer, Magliano conquista la giornata di domenica durante la settimana della moda in Italia. La collezione SS25 di Magliano è densa di significato e dimostra ancora una volta come il designer sia uno dei talenti emergenti da tenere sott’occhio.

«C’era una volta… “un re!” diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno».

Con questa citazione dall’introduzione del libro “Pinocchio” di Carlo Collodi, Magliano utilizza una metafora per raccontare la sua collezione.

Anche il titolo “calcinculo” fa riferimento all’estate giovanile nei piccoli centri, dove la giostra con i seggiolini rappresentava uno dei tanti divertimenti. Volare nell’aria spinti da qualcuno, essere al centro e diventare vincitori per volontà di qualcun altro. Questo è uno dei lati suggestivi della sfilata, dove la bellezza è inaspettata, pura e ricercata.

Il designer bolognese, classe 1987, è stato al fianco di Alessandro Dell’Acqua e ha vinto il premio LVMH nel 2023. Oggi ha le idee chiare sulla costruzione dell’identità del suo brand, che si preannuncia davvero interessante.

La collezione SS25 di Magliano 

La paura e la bellezza si fondono in una fiaba messa in scena con maestria. Magliano, con la sua collezione spring/summer 2025, presenta un lavoro di ricerca straordinario.

La location, una vecchia officina in via Gaudenzio Fantoli 16, utilizzata anche da Baranzate durante la Milano Design Week, non è scelta a caso. Questo spazio popolare e vicino al mondo operaio, spoglio, enorme e vuoto, aggiunge significato alla narrazione del brand. Gli ospiti, disposti su sedie in plastica spartane all’ingresso, assistono ai modelli che emergono dal fumo delle tenebre, attraversando lo spazio vuoto per poi sfilare tra il pubblico. Le tenebre e l’oscurità preludono a una nuova alba, rappresentando una bellezza inaspettata in un contesto underground.

La collezione è dedicata ai ricordi intimi e inafferrabili che ci raggiungono come temporali improvvisi. La memoria si trasforma in archeologia, con i ricordi che diventano indizi fossili da analizzare per ciò che sono.

Il casting è impressionante, portando in passerella modelli che incarnano perfettamente il concept della sfilata. I volti essenziali e la vasta fascia d’età rappresentano una bellezza senza tempo. Le silhouette sono scarne, evocando i ricordi del 2000.

Magliano sceglie, o meglio non sceglie, una palette di colori dominata da bianco e nero, intervallati da grigio. L’unico colore d’accento è il rosa, utilizzato per una camicia e un pantalone. Nella spiaggia di Magliano, i cappotti sono integrati con asciugamani, e i pantaloni fungono sia da costumi da bagno che da sera. I capi assumono ora una funzione, ora una disfunzione, lasciando spazio alla fantasia.

Le stampe audaci includono Pinocchio, simbolo della sfilata, impresso su un gilet, una camicia con volti in bianco e nero, e margherite. Tra le stampe, anche il tema del chemsex, con Magliano che immortala un tavolo pieno di strumenti, un lavoro che ricorda Giorgio Morandi. Con Magliano, l’indifferenza è impossibile.

Il processo del designer consiste nel combinare vestiti apparentemente non correlati. Secondo lui, “Nella cultura occidentale i vestiti sono subordinati al corpo e il corpo è subordinato alle convenzioni della società. Se il corpo è insubordinato, anche i vestiti lo sono.

Gli accessori raccontano al meglio il brand oggi. Cinture e gioielli fatti in rafia ricavata da vecchi cestini di vimini distrutti, e una nuova scarpa, la Effe 10, completano la collezione. Tra i materiali utilizzati c’è il latex, che rappresenta il climax tra organico e inorganico. Dal mondo del lavoro, Magliano prende capi e li trasforma in elementi chic, come il grembiule che diventa un capo serale.

Tra gli ospiti della sfilata c’erano il cantante Marco Mengoni e altri designer, segno di una nuova classe emergente legata e solidale. Presenti Veronica Leoni, direttrice creativa di Calvin Klein e fondatrice del brand Quira, Niccolò Pasqualetti, e Jezabelle Cormio, con cui Magliano ha collaborato per realizzare maglioni ricamati.

Magliano crea una nuova community di persone che non giudicano e non si sentono giudicate, inclusiva e di supporto. Il suo atteggiamento poetico, sempre più profondo, vive letteralmente dentro l’azienda Ter et Bantine, dimostrando come il concetto di Made in Italy funzioni solo attraverso le persone. Magliano ha anche trovato un finanziatore intelligente in Edoardo di Luzio.

Forse questa è la ricetta del nuovo Made in Italy?

Magliano risponde con una frase di Cristina Campo:
Mai, certo, come nella fiaba, le due direzioni in cui la vita si cerca – verso le più buie radici e verso il cielo – apparvero squisitamente, scandalosamente complementari.

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Magliano SS 2025 – Milano Fashion Week

1 commento su “Magliano SS 2025”

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