Il middlewear irrompe Milano
Martine Rose segna l’irruzione di un nuovo segmento di abbigliamento informale a Milano, esplorando nuove possibilità di stile e comfort durante la frenetica Milano Fashion Week. In questo scenario, emergono due figure chiave: Luca Magliano e Martine Rose.
Durante la settimana della moda milanese, il problema persiste nel portare sulla passerella una nuova generazione di stilisti emergenti, nonostante l’impegno nel rinnovare la moda italiana, il quale sembra sempre più vano e impossibile. I dati non mentono: negli ultimi quattro anni, circa 17.000 negozi di moda e 10.000 piccole imprese, con 50.000 addetti, sono stati a rischio di chiusura.
Questo quadro critico per il Made in Italy, dalla produzione al retail, riflette i conti in rosso dei gruppi del lusso, che sono solo la punta dell’iceberg di una crisi profonda nel settore. Tuttavia, sembra che molti non siano consapevoli della crisi imminente nel sistema moda italiano, rischiando così un collasso dell’intera filiera se non si agisce tempestivamente per risanare le crepe del settore.
Tra gli stilisti emergenti, Luca Magliano torna dopo il successo al Pitti Uomo, mentre Federico Cina è atteso nel calendario di settembre. Martine Rose si distingue come l’unica new entry internazionale, mentre JordanLuca, Simon Cracker e Dhruv Kapoor rimangono pilastri della moda, confermati tra i grandi dell’evento.
Martine Rose è una designer britannica con una predilezione per la moda maschile, ispirata dalle culture punk, hip-hop e rave. La sua carriera ha preso slancio nel 20023, quando è stata premiata come British Menswear Designer of the Year ai Fashion Awards. Dopo aver conquistato Londra e Parigi, ora il suo stile si fa strada anche in Italia. Debutta con successo al Pitti Uomo a Firenze e ora si presenta con impeto a Milano.
La collezione SS 2025 di Martine Rose
La collezione Spring Summer 2025 di Martine Rose ha lasciato un’impronta indelebile durante la settimana della moda milanese. Grazie ai modelli e al casting curato personalmente dalla designer. Martine Rose è nota per il suo approccio allo street casting, che valorizza la bellezza in contesti non convenzionali rispetto agli altri brand partecipanti.
A prima vista, la sua proposta sembrerebbe una voce fuori dal coro. In realtà Martine Rose si distingue per la capacità di esplorare non solo il tailoring impeccabile di cui è maestra, ma anche l’anima stessa della bellezza.
I modelli, caratterizzati da nasi e lunghe parrucche, hanno uniformato le figure e accentuato il ritmo caotico della passerella. La scenografia, curata in un centro artistico nel quartiere di Porta Romana, ha trasformato lo show in un vero e proprio concerto. Il pubblico ha superato le transenne immergendosi appassionatamente nell’evento che non solo prende vita, ma trasuda vitalità e comunica un’energia unica.
Nel mezzo del caos, Martine Rose ha saputo creare ordine, svelando uno stile definito che mescola l’eleganza del vestiario inglese con bomber, polo e camicie. La sartorialità si manifesta attraverso blazer doppiopetto. Mentre una sensibilità nuova, più morbida e cruda, si esprime nei bordi tagliati, nei patch degli indumenti, nei cardigan e nelle costruzioni di lacci fatti a mano.
I capi, pensati per la quotidianità ma adattabili alla movida e alle serate, reinventano le magliette dei calciatori e gli abiti del mondo racing, con spazio dedicato alle stampe che riportano motivi familiari e il logo Local Hero sulle cravatte.
Gli accessori non sono più statici: le collane si trasformano in borse, gli orecchini rossi fanno eco al mondo del bondage, aggiungendo un tocco di provocazione e contemporaneità alla collezione.
Martine Rose interpreta il tailoring come esempio perfetto di una moda senza confini di genere. La sua estetica sfida le convenzioni stereotipate, creando capi che possono essere apprezzati da persone di ogni genere, liberi da categorizzazioni maschili o femminili.

