Il valzer dei direttori creativi: tra nomine e ritorni, chi detiene davvero il timone?
Se c’è una cosa che ormai non sorprende più gli addetti ai lavori e gli appassionati, è il continuo valzer delle poltrone: addii, nomine e sostituzioni che si susseguono settimana dopo settimana. In un periodo di forte crisi non solo per la moda, ma anche per altri settori creativi come fotografia, design, arte e architettura, sembra quasi normale pensare che il destino di un brand possa cambiare a partire da chi ne definisce l’immagine e lo stile: i direttori creativi.
Anche se alcuni manager, come Luca de Meo, hanno teorizzato formule in cui il direttore creativo pesa solo per una parte del processo decisionale, resta innegabile che la figura del direttore artistico rimane il vero timoniere della maison, capace di guidarla anche in acque tempestose. Ridurre il suo ruolo a mero parametro finanziario significa condannare la creatività a un oblio che non giova né ai brand né al settore nel suo insieme.
Le ultime Fashion Week di settembre e ottobre hanno mostrato chiaramente questo fenomeno: una dozzina di nuovi stilisti hanno fatto il loro debutto alla guida di grandi maison.
A Parigi, Chanel, Dior, Balenciaga, Loewe e Jean Paul Gaultier hanno presentato le prime collezioni dei loro nuovi direttori creativi; a Milano, la stessa scena si è ripetuta con Gucci, Versace e Bottega Veneta.
Partiamo quindi da un recap delle nomine e dei ritorni più significativi di questi giorni:
Aaron Esh alla guida di AllSaints
Aaron Esh diventa il nuovo direttore creativo di AllSaints per le collezioni uomo e donna, segnando un cambio di passo importante per il brand britannico. Laureato alla prestigiosa Central Saint Martins di Londra, Esh ha costruito la sua reputazione combinando la disciplina sartoriale di Savile Row con influenze provenienti dalle sottoculture britanniche, creando uno stile che unisce rigore e sperimentazione.
La nomina arriva in un periodo di forte crescita per AllSaints, che ha intensificato le aperture di nuovi store e pop-up in tutto il mondo e ha stretto partnership di alto profilo, tra cui collaborazioni con team di Formula 1. L’ingresso di Esh riflette la volontà del marchio di rafforzare la propria identità creativa, puntando a unire artigianalità, stile urbano e rilevanza culturale per conquistare una nuova generazione di clienti.
Kim Jones dal colosso cinese dei piumini Bosideng
Kim Jones, celebre stilista britannico con un passato a Dior e Fendi, sarà il direttore creativo di Areal, il nuovo progetto di lusso del colosso cinese dei piumini Bosideng. Questo progetto rappresenta un ambizioso tentativo di Bosideng di entrare nel segmento del lusso, proponendo prodotti di alta gamma per uomo e donna.
La prima capsule autunno/inverno 2025/26 prevede tra i 15 e i 20 capi, distribuiti in Cina attraverso pop-up e una rete di 50 store selezionati. L’esperienza internazionale di Jones sarà cruciale per dare al marchio un posizionamento riconoscibile nel lusso, reinterpretando l’outerwear tradizionale con un approccio più contemporaneo e sartoriale, destinato a clienti sofisticati e attenti allo stile.
Grace Wales Bonner alla collezione uomo Hermès
Hermès ha scelto Grace Wales Bonner come direttore creativo della collezione prêt-à-porter uomo, segnando un’importante svolta nell’approccio maschile del marchio francese. Stilista britannica di grande talento, Wales Bonner è nota per il suo approccio innovativo che fonde artigianalità, cultura contemporanea e riferimenti storici, creando capi che raccontano storie e trasmettono un forte senso di identità.
Con questa nomina, Hermès intende coniugare la propria tradizione sartoriale con un linguaggio contemporaneo, più vicino alle sensibilità dei clienti globali. La prima collezione firmata Wales Bonner sarà presentata nel gennaio 2027, e già oggi rappresenta un segnale chiaro della volontà della maison di innovare il proprio prêt-à-porter maschile, puntando su una visione creativa inclusiva e multidimensionale.
Maria Grazia Chiuri torna a Fendi
Dopo nove anni alla guida delle collezioni Dior, Maria Grazia Chiuri ritorna in Fendi come direttore creativo, segnando uno dei ritorni più attesi nel panorama della moda italiana. La stilista romana, che iniziò la carriera proprio in Fendi alla fine degli anni ’80, porterà la sua esperienza internazionale e il suo approccio femminista e inclusivo alla maison romana.
Chiuri guiderà la prima collezione Autunno/Inverno 2026-2027 a Milano, segnando un ritorno alle radici della sua carriera e un consolidamento della tradizione artigianale italiana, con una forte attenzione all’innovazione e alla contemporaneità. La sua nomina sottolinea l’importanza strategica di affidare il timone creativo a chi conosce profondamente il marchio e può reinterpretarlo in chiave moderna, rispettando la storia della maison e il suo pubblico globale.
Il peso degli uomini e la fatica delle donne ai vertici
Nonostante nomine illustri come quella di Chiuri, le donne restano in gran parte escluse dai vertici creativi delle maison. Durante le ultime Fashion Week, solo una donna, Louise Trotter a Bottega Veneta, ha assunto un ruolo di direttore creativo. Al contrario, grandi nomi maschili hanno sostituito stiliste di spicco come Virginie Viard e Chiuri stessa.
Il Covid ha favorito un ritorno a modalità di pensiero più conservatrici, rafforzando la predominanza maschile. La storica presenza femminile nelle maison sembra oggi ridotta a eccezioni come Sarah Burton da Givenchy e Chiuri da Fendi.
L’industria della moda sia storicamente dominata dagli uomini, con ritmi di lavoro intensi e vincoli familiari spesso incompatibili con la carriera creativa femminile. Nonostante ciò, le scuole di moda continuano a formare una maggioranza di stiliste e le donne occupano posizioni di leadership, seppur rare nei ruoli di direzione creativa.
La conclusione è chiara: il talento femminile non manca, ma l’opportunità di incidere davvero ai vertici creativi resta ancora un traguardo da conquistare.


