Un museo diffuso tra le foreste toscane, dove l’arte contemporanea incontra la natura e immagina il futuro dell’abitare
Nel cuore della Toscana, tra i boschi dell’Appennino Pistoiese, prende vita OCA – Oasy Contemporary Art and Architecture, un progetto culturale innovativo che unisce arte contemporanea, architettura e paesaggio in un’esperienza immersiva all’interno della riserva naturale Oasi Dynamo, a Limestre, in provincia di Pistoia.
OCA è molto più di un museo: è un laboratorio a cielo aperto, un luogo dove le opere site-specific dialogano in modo organico con l’ambiente naturale e offrono una riflessione concreta su un tema centrale del nostro tempo: come abiteremo il mondo.
Visitabile dal 15 giugno al 7 novembre 2025, OCA rappresenta una delle più interessanti esperienze di arte contemporanea in Toscana, con un’offerta culturale che coniuga installazioni di architettura sostenibile, creatività sociale e pratiche di rigenerazione ambientale.


Un percorso d’arte nel paesaggio toscano
La visita a OCA inizia già nel momento in cui si lascia l’auto, presso la località Croce di Piteglio. Da qui, i visitatori proseguono a piedi lungo un sentiero di circa 30 minuti che attraversa boschi di castagni e radure silenziose, fino a raggiungere l’area espositiva principale. Questa modalità di accesso rafforza l’idea di un ritorno graduale alla natura, valorizzando l’elemento esperienziale del progetto.
Il percorso all’aperto, sviluppato ad anello, include installazioni architettoniche e artistiche realizzate da figure di rilievo della scena internazionale, tra cui:
- Alejandro Aravena
- Kengo Kuma
- Michele De Lucchi con Mariangela Gualtieri
- Quayola
- Matteo Thun
- David Svensson
- Pascale Marthine Tayou
Queste opere sono state ideate appositamente per il contesto della riserva, in un dialogo stretto con il territorio, i suoi materiali e le sue caratteristiche ambientali. Il progetto curatoriale è affidato a Emanuele Montibeller, già noto per l’esperienza di Arte Sella, in Trentino.
Le installazioni non si limitano a una funzione estetica: interrogano il visitatore, propongono modelli di convivenza sostenibile, stimolano una riflessione sul ruolo dell’essere umano all’interno dell’ecosistema. Ogni opera rappresenta un approccio diverso al tema dell’abitare contemporaneo, mettendo in relazione architettura, tecnologia, ecologia e dimensione sociale.


Nel cuore dell’Oasi: un percorso d’arte, natura e visione
Il viaggio verso OCA – Oasy Contemporary Art comincia prima ancora di arrivare.
Si parte dal parcheggio in località Croce di Piteglio, dove i visitatori devono lasciare l’auto. Da lì, OCA si raggiunge a piedi, con una passeggiata di circa trenta minuti nel bosco. Un sentiero immerso nella vegetazione, dove il paesaggio si trasforma passo dopo passo.
All’uscita dal fitto degli alberi, si apre un ampio pianoro soleggiato. Qui, in una ex stalla riconvertita, si trova il punto di accoglienza e lo spazio espositivo. Da questo edificio parte l’itinerario ad anello, accompagnato dallo staff del parco.
La visita offre approfondimenti sulle opere e sul contesto naturale che le ospita. Il percorso dura circa un’ora e mezza, tra arte contemporanea e bellezza paesaggistica.
Tra arte e paesaggio
La prima installazione che si incontra è il Dynamo Pavilion di Kengo Kuma. Una scultura composta da fasci flessibili che si intrecciano tra gli alberi come una folata di vento. L’opera danza con il paesaggio e invita alla contemplazione.
Più avanti, immersa nel verde, si scopre Nella terra il cielo, opera di Mariangela Gualtieri e Michele De Lucchi. Un progetto che unisce poesia e architettura per riflettere sul rapporto tra mito e memoria. Una struttura evocata dal racconto del luogo, destinata a dissolversi nel tempo lasciando solo la parola.
Il cammino prosegue nella macchia boschiva e conduce a Fratelli Tutti di Matteo Thun. L’opera prende ispirazione dall’enciclica di Papa Francesco. È composta da monoliti in pietra locale, disposti in forma circolare. Richiama i cicli della natura e invita alla riflessione sui valori universali di fraternità e pace.
Nel silenzio del bosco si incontra poi Erosions di Quayola. Blocchi di pietra lavica scolpiti da algoritmi generativi, realizzati con il supporto dell’azienda Ranieri, leader nella lavorazione della roccia vulcanica. Un’opera che mette in tensione forza naturale e tecnologia, dando vita a un nuovo paesaggio.
Più avanti, tra gli alberi, si svela Self-regulation di Alejandro Aravena. L’installazione si innesta su una struttura preesistente, trasformandola in una trappola antropologica. Un invito a interrogarsi su come abitiamo lo spazio.
Tornando verso il punto di partenza, il prato che circonda l’edificio ospita Home of the World di David Svensson e la coloratissima Plastic Bags di Pascale Marthine Tayou, entrambe parte della collezione permanente di OCA.
All’interno dello spazio espositivo trova posto la mostra L’Arte è WOW!, a cura di Fondazione Arte Dynamo. L’esposizione presenta una selezione delle oltre 2000 opere realizzate all’interno di Dynamo Art Factory, il progetto di Dynamo Camp che da oltre quindici anni unisce arte contemporanea e Terapia Ricreativa Dynamo®.
Le opere sono il risultato di residenze artistiche in cui artisti italiani e internazionali hanno lavorato fianco a fianco con bambini affetti da patologie gravi o croniche.
Arte contemporanea e inclusione sociale: il progetto “L’Arte è WOW!”
All’interno dello spazio espositivo, ospitato in una ex stalla ristrutturata, si trova la mostra “L’Arte è WOW!”, a cura della Fondazione Arte Dynamo. La mostra presenta una selezione delle oltre 2000 opere realizzate all’interno di Dynamo Art Factory, il laboratorio creativo che dal 2009 coinvolge artisti internazionali in residenze all’interno di Dynamo Camp, il primo centro italiano di Terapia Ricreativa dedicato a bambini e ragazzi affetti da patologie gravi o croniche.
Durante queste residenze, gli artisti lavorano a stretto contatto con i bambini e le loro famiglie, realizzando insieme opere originali in un processo di co-creazione artistica e relazionale. Le opere in mostra testimoniano il valore trasformativo dell’arte, capace di generare inclusione, espressione e crescita personale.
Tra gli artisti coinvolti in questa edizione si segnalano:
Andrea Crespi, Adelaide Cioni, Luis Enrique Lopez Chavez, Stefano Boeri Architetti, Ciredz, Jacopo Di Cera, Giuseppe De Mattia, Oliviero Fiorenzi, Daniele Sigalot, Domenico Pellegrino, Paola Citterio e molti altri.
OCA come modello di cultura sostenibile
OCA nasce all’interno di un ecosistema più ampio: Oasi Dynamo, una riserva naturale privata di oltre 1000 ettari affiliata al WWF, situata in una zona un tempo occupata dalla produzione industriale e oggi convertita in modello di sviluppo sostenibile integrato.
L’Oasi è oggi un laboratorio di buone pratiche ambientali, in cui si integrano attività agricole biologiche, turismo responsabile, educazione ambientale e progetti artistici. Questo approccio multidisciplinare si riflette anche in OCA, concepito non come un semplice spazio espositivo ma come hub culturale, aperto alla ricerca, alla formazione e alla sperimentazione.
MUDY: il nuovo Museo Dynamo a Fornaci di Barga
A circa un’ora da OCA si può visitare anche MUDY – Museo Dynamo, il nuovo centro espositivo nato per valorizzare la collezione di arte contemporanea generata da Dynamo Art Factory.
MUDY si configura come museo inclusivo e partecipativo, dove l’arte è strumento di coesione e trasformazione sociale. Le opere esposte raccontano percorsi di relazione tra artisti e partecipanti, esprimendo visioni condivise e narrazioni collettive.
Un soggiorno immersivo nella natura: Oasyhotel
Chi desidera prolungare l’esperienza all’interno dell’Oasi può soggiornare presso Oasyhotel, eco-lodge diffuso integrato nel paesaggio. Le strutture in legno offrono comfort e privacy, con ampie vetrate affacciate sui boschi, materiali naturali e soluzioni sostenibili.
Gli ospiti possono partecipare a safari notturni, escursioni guidate, attività outdoor, sessioni di yoga e momenti di relax presso il lago e la piscina galleggiante. L’offerta gastronomica valorizza i prodotti a km zero dell’azienda agricola dell’Oasi, con due ristoranti: Casa Luigi (vicino al percorso d’arte) e Le Felci, presso l’hotel.
Il sito Ufficiale OCA: https://oasycontemporaryart.com

