Padiglione Centrale – Giardini a Venezia

Il restauro e la chiusura durante la Biennale 2025

Il Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale, situato nell’area orientale di Venezia, rappresenta da oltre un secolo il cuore pulsante delle Esposizioni Internazionali d’Arte. La sua storia affonda le radici nella fine dell’Ottocento. Nel 1895 fu inaugurata la prima edizione della Biennale.

Allora come oggi, i Giardini della Biennale, realizzati per volere di Napoleone all’inizio del XIX secolo, costituivano un’area verde strategica. Si trovano tra la città storica e la laguna e furono concepiti come spazio pubblico e ricreativo. Il sorprendente successo della manifestazione — oltre 200.000 visitatori alla prima edizione, più di 300.000 nel 1899 — spinse già nei primi anni del Novecento alla costruzione dei padiglioni nazionali. Fu così che nacque una tradizione architettonica e culturale che trasformò quest’area in un vero museo diffuso all’aperto.

Il Padiglione Centrale, nucleo originario del complesso, è oggi affiancato da altri 29 padiglioni nazionali. Ognuno di essi esprime, attraverso l’architettura, una precisa identità culturale. Alcuni di questi edifici sono considerati capolavori dell’architettura moderna. Tra i più celebri, il padiglione austriaco di Josef Hoffmann, quello olandese di Gerrit Thomas Rietveld e il prefabbricato finlandese di Alvar Aalto, con la sua iconica pianta trapezoidale.

Durante la Biennale architettura 2025, i padiglioni si animano con installazioni, performance, esposizioni e progetti. Offrono uno spaccato rappresentativo dell’arte contemporanea mondiale.

Il grande restauro del Padiglione Centrale

Nel 2025, il Padiglione Centrale è oggetto di un importante intervento di riqualificazione e restauro. Si tratta dell’intervento più ambizioso degli ultimi decenni. Il progetto è finanziato con fondi del PNRR e sostenuto dal Comune di Venezia.

L’obiettivo è duplice. Da un lato, si intende preservare il valore storico e architettonico del padiglione. Dall’altro, si vogliono adeguare gli spazi alle esigenze espositive contemporanee.

Il restauro del Padiglione Centrale prevede una serie di interventi complessi. Tra questi, il rifacimento delle coperture, la riorganizzazione degli spazi interni e l’adeguamento degli impianti. Il tutto secondo criteri di sostenibilità, efficienza energetica e innovazione tecnologica. È previsto anche un importante consolidamento strutturale.

Il progetto punta a restituire al pubblico uno spazio neutro e flessibile. Questo permetterà l’allestimento di mostre temporanee di qualsiasi natura. La modularità degli ambienti sarà migliorata grazie all’uso di tecnologie all’avanguardia.

L’intervento è stato suddiviso in due fasi. Questa scelta è stata fatta per rispettare le prescrizioni della Soprintendenza. Particolare attenzione è stata riservata alla sala della Cupola del Chini, uno degli spazi più preziosi del padiglione. La prima fase ha riguardato proprio il restauro degli apparati decorativi murali della Cupola. Sono stati riportati alla luce dettagli ornamentali di grande valore artistico.

Oltre alla parte espositiva, il progetto include anche nuovi servizi per il pubblico. Sul lato destro del Padiglione Centrale sarà realizzata una nuova caffetteria con spazio bar. Questo intervento vuole migliorare l’esperienza dei visitatori e rispondere alla crescente domanda di accoglienza nei poli culturali.

Una chiusura strategica

Durante i lavori, il Padiglione Centrale rimarrà chiuso al pubblico. La programmazione artistica sarà temporaneamente riorientata verso altri spazi della Biennale. La chiusura è stata pianificata in concomitanza con la Biennale 2025.

L’edizione 2025 sarà distribuita in maniera più diffusa. Le esposizioni troveranno spazio all’Arsenale, in sedi storiche alternative e in nuovi luoghi della cultura veneziana. Questa scelta, sebbene comporti la temporanea assenza di uno dei luoghi simbolo, permette di concentrare le risorse sul completamento del progetto.

L’investimento complessivo è di circa 30 milioni di euro. Rappresenta una tappa cruciale verso una Biennale più sostenibile, accessibile e aperta al futuro. Il nuovo Padiglione Centrale sarà pronto ad accogliere artisti, curatori e pubblico in ambienti completamente ripensati. Gli spazi saranno adattabili, efficienti e in dialogo con le esigenze del mondo dell’arte contemporanea.

La rinascita del Padiglione Centrale non è solo un restauro edilizio. È un atto culturale profondo. Conferma la volontà della Biennale di Venezia di proteggere la propria storia e, allo stesso tempo, di evolversi con i tempi.

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