Ponte sullo Stretto di Messina

Unire Sicilia e Calabria: la sfida del 2033

Collegare in modo stabile Sicilia e Calabria è stata, per oltre mezzo secolo, una delle grandi sfide infrastrutturali italiane. Il Ponte sullo Stretto di Messina ha attraversato decenni di dibattiti politici, concorsi internazionali, interruzioni e rilanci, divenendo quasi un archetipo dell’opera incompiuta.

Ma oggi, nel 2025, il progetto ha finalmente ottenuto l’approvazione formale del CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile), con l’obiettivo di avviare i cantieri tra settembre e ottobre e completare i lavori entro il 2033.

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha definito il ponte “un investimento strategico per tutto il Paese”, confermando la piena copertura economica: 13,5 miliardi di euro. La premier Giorgia Meloni ha parlato di “opera simbolo, ingegneristicamente all’avanguardia, che proietterà l’Italia sullo scenario infrastrutturale globale”.

ponte-sullo-stretto-di-messina-progetto-approvazione-2025-foto-aerea
Il Ponte sullo Stretto di Messina

Un sogno lungo sessant’anni

L’idea di un collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria affonda le radici negli anni Sessanta. Il primo concorso di idee internazionale risale al 1969. Da allora, decenni di progetti preliminari, gare internazionali, modifiche legislative, ripensamenti e infine blocchi.

Solo nel 2023, con il Decreto-legge n. 35, il governo italiano ha formalmente riavviato l’iter per la realizzazione del Ponte, culminato nel 2025 con l’approvazione definitiva del progetto.

Un ponte da record: dimensioni e dati tecnici

Il Ponte sullo Stretto di Messina sarà il ponte sospeso a campata unica più lungo del mondo. I numeri raccontano la portata dell’opera:

  • Lunghezza totale: 3.666 metri
  • Campata centrale sospesa: 3.300 metri
  • Altezza torri: 399 metri
  • Larghezza impalcato: 60 metri
  • Cavi principali: 2 coppie da 1,26 m di diametro, composte da 44.323 fili d’acciaio ciascuna
  • Franco navigabile: 70-72 metri, compatibile con le grandi navi commerciali

L’impalcato ospiterà sei corsie stradali (tre per senso di marcia, inclusa quella di emergenza), due binari ferroviari e corsie di servizio. Il traffico previsto è di 6.000 veicoli l’ora e 200 treni al giorno.

Il sistema di sospensione sarà composto da due coppie di cavi da 1,26 metri di diametro, ciascuna composta da 44.323 fili di acciaio ad alta resistenza. Le prove nelle gallerie del vento hanno dimostrato che l’impalcato – il cosiddetto Messina Type Deck – è aerodinamicamente stabile fino a venti di 292 km/h, ben oltre i massimi registrati nello Stretto (144 km/h in 20 anni).

Tempi di attraversamento rivoluzionati

Attualmente, attraversare lo Stretto di Messina richiede tra i 70 e i 100 minuti per i mezzi su gomma e oltre due ore per i treni. Con il ponte, i tempi saranno abbattuti drasticamente:

  • 10 minuti per i veicoli
  • 15 minuti per i treni ad alta velocità

Il progetto prevede anche oltre 40 chilometri di nuove strade e ferrovie per integrare il ponte nel tessuto infrastrutturale locale e nazionale, incluse tre stazioni ferroviarie e un centro direzionale multifunzionale.

Il Ponte avrà un’altezza navigabile di 72 metri sul livello del mare, sufficiente a garantire il passaggio delle grandi navi. La larghezza del canale di navigazione sarà di 600 metri, standard adeguato alle rotte commerciali internazionali.

Un sistema infrastrutturale integrato

Il progetto non si limita alla costruzione del ponte. Prevede anche oltre 40 km di infrastrutture stradali e ferroviarie connesse:

  • Tre stazioni ferroviarie sotterranee a Messina (Papardo, Annunziata, Europa)
  • Viadotti e gallerie di raccordo
  • Un nuovo Centro Direzionale a Villa San Giovanni (Calabria)
  • Nuovi svincoli e viabilità locale

L’intera opera si integra con i grandi corridoi di trasporto europei TEN-T e con la futura AV/AC Salerno-Reggio Calabria.

Sicurezza sismica e metereologica

L’area dello Stretto è a elevato rischio sismico. Tuttavia, i ponti sospesi sono intrinsecamente resilienti ai terremoti grazie alla loro flessibilità strutturale. Il progetto del Ponte ha previsto:

  • Valori di PGA (Peak Ground Acceleration) superiori agli standard normativi
  • Studi sismotettonici condotti da INGV e Università “La Sapienza”
  • Esclusione della faglia di Cannitello tra le “faglie capaci”

Inoltre, test condotti in gallerie del vento internazionali (Canada, Regno Unito, Danimarca e Italia) hanno dimostrato la stabilità aerodinamica dell’impalcato fino a 292 km/h, contro i 144 km/h massimi registrati nell’area.

Le aree scelte per la costruzione dei piloni sono considerate stabili da un punto di vista geosismotettonico. La temuta faglia di Cannitello non è considerata attiva né capace: non affiora in superficie, e non interferisce con i pozzi di fondazione.

Sostenibilità e impatto ambientale

Il ponte è accompagnato da una serie di interventi per la mitigazione e compensazione ambientale:

  • Piani di riforestazione
  • Recupero habitat naturali
  • Interventi sui corsi fluviali
  • Monitoraggi ambientali continuativi

La Commissione VIA ha espresso parere favorevole, pur imponendo 62 prescrizioni ambientali da integrare in fase esecutiva.

Una sfida per l’occupazione e la filiera nazionale

Webuild, capofila del consorzio Eurolink, stima:

  • 7.000 addetti in cantiere nei picchi di attività
  • Oltre 100.000 posti di lavoro diretti e indiretti
  • Coinvolgimento di 17.500 fornitori, con una rete industriale diffusa da Nord a Sud

Il ponte si propone come volano di crescita e legalità per il Mezzogiorno, con protocolli anti-infiltrazioni mafiose già testati in eventi come Expo e le Olimpiadi.

Architettura e paesaggio: il ponte come simbolo

Dal punto di vista architettonico, il Ponte sullo Stretto è più che una semplice infrastruttura. È un landmark paesaggistico e simbolico, destinato a diventare icona dell’Italia contemporanea. Con le sue torri svettanti, i cavi intrecciati e la leggerezza apparente della campata sospesa, rappresenta un nuovo paradigma: l’infrastruttura come artefatto civile, connesso al territorio e alla cultura dei luoghi.

Un ponte tra storia e futuro

Ponti celebri come l’Akashi-Kaikyo in Giappone, l’’Osman Ghazi in Turchia o il Golden Gate a San Francisco hanno ridefinito interi territori. Il Ponte sullo Stretto aspira a fare lo stesso per la Sicilia e la Calabria: colmare una distanza non solo fisica, ma anche economica, culturale, sociale.

Come afferma Pietro Salini, CEO di Webuild: “Il Ponte è il cuore di un sistema infrastrutturale diffuso. Un progetto che unisce, che crea futuro, e che restituisce all’Italia il ruolo di protagonista nel mondo delle grandi opere”.

Un’opera strategica per l’Italia e per l’Europa

Il ponte è parte di un piano infrastrutturale più ampio:

  • 120 miliardi di euro di investimenti nel Mezzogiorno
  • 50 miliardi per l’Alta Velocità (Gruppo FS 2024)
  • 40 miliardi da parte di ANAS per strade e autostrade

Il progetto si inserisce nella rete TEN-T, favorendo l’integrazione logistica continentale.

Le incognite: costi, tempi e priorità

Nonostante l’approvazione ufficiale, i dubbi restano. Il Ponte sullo Stretto di Messina è senza dubbio un’opera straordinaria, ma non era considerata una priorità assoluta, almeno fino a pochi anni fa. I tempi lunghi previsti (inizio lavori tra settembre e ottobre 2025, inaugurazione tra 2032 e 2033) e l’instabilità del contesto economico e politicopongono più di un interrogativo sulla sua effettiva realizzazione nei termini promessi.

Alcuni esperti sottolineano come un piano nazionale da 13,5 miliardi di euro avrebbe potuto essere distribuito in centinaia di opere più urgenti: dal miglioramento della rete ferroviaria esistente alla manutenzione delle infrastrutture stradali, dalla sicurezza degli edifici scolastici agli investimenti nel trasporto locale.

Visione o azzardo?

Il Ponte sullo Stretto è, prima di tutto, una grande sfida politica, culturale e tecnica. È il simbolo di un’Italia che vuole tornare a costruire in grande, ma che dovrà dimostrare di saper gestire complessità, tempi, risorse e trasparenza.

Se tutto andrà come previsto, il 2033 potrà consegnare al Paese non solo un primato ingegneristico, ma anche un modello virtuoso di infrastruttura moderna, sostenibile e sicura. Ma molto dipenderà dalle scelte dei prossimi governi, dalla capacità di garantire continuità progettuale e, soprattutto, dalla volontà politica di fare sistema con una visione più ampia: quella di un’Italia interconnessa, efficiente e finalmente equa, da Nord a Sud.

ponte-sullo-stretto-di-messina-progetto-approvazione-2025-foto-progetto
Le architetture del Ponte sullo Stretto di Messina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Carrello
Torna in alto