Il progetto della Santa Sede alla Biennale Architettura 2025

Un’«Opera Aperta» per una casa comune

Progetto Santa Sede Biennale Architettura – La partecipazione della Santa Sede alla Biennale Architettura di Venezia 2025 è un progetto che non solo risponde alle sfide contemporanee legate all’ecologia e alla coesione sociale, ma che, attraverso l’architettura, promuove un valore profondo di cura collettiva e responsabilità condivisa.

Il titolo stesso del progetto, “Opera Aperta”, racchiude l’intento di creare un’opera in continua evoluzione, un luogo dove la partecipazione di tutti diventa parte essenziale della sua stessa esistenza. La curatela del progetto è affidata a Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti, due figure che hanno avuto il compito di dare forma a un’ambiziosa visione che prende vita nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice a Castello, un edificio che è testimone di secoli di storia e trasformazioni.

La visione della Santa Sede

“Opera Aperta” non è solo una mostra, ma un laboratorio vivente che invita la comunità a contribuire attivamente alla creazione di uno spazio di riparazione collettiva. Questo progetto architettonico si ispira all’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, in cui il Pontefice sottolinea l’importanza di prendersi cura della “casa comune”, un concetto che va ben oltre la tutela dell’ambiente, estendendosi alla cura delle relazioni umane e della nostra capacità di vivere insieme in modo più responsabile e solidale.

Il Complesso è uno dei luoghi storici più significativi di Venezia, diventa così il punto di partenza per una riflessione sulla responsabilità che ognuno di noi ha verso il patrimonio architettonico, ma anche verso il futuro delle generazioni a venire.

Il Complesso di Santa Maria Ausiliatrice: Un patrimonio da custodire

Risalente al 1171, il complesso è stato per secoli un centro di accoglienza, un ospizio per pellegrini e, successivamente, un ospedale e una scuola. Negli ultimi anni, l’edificio ha subito numerose trasformazioni per adattarsi ai cambiamenti della città e della società. Nel 2001, il Comune di Venezia ha deciso di destinarlo ad attività culturali. Oggi, grazie al Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, il complesso sarà oggetto di un restauro che non si limiterà a preservare la struttura, ma che renderà l’edificio un luogo di incontro, riflessione e creatività per la città e per i suoi abitanti.

Durante i sei mesi di apertura del Padiglione, i visitatori potranno assistere ai lavori di restauro che, affidati a esperti artigiani locali, restituiranno all’edificio il suo splendore, pur mantenendo un approccio rispettoso della sua storia. I lavori coinvolgeranno professionisti specializzati nel recupero di materiali come pietra, marmo, terracotta e legno.

Ma il restauro non è l’unico elemento di trasformazione. Il progetto mira a creare uno spazio polivalente dove si possano intrecciare dialoghi culturali, artistiche espressioni e riflessioni sui temi cruciali del nostro tempo.

Un laboratorio aperto alla comunità

L’aspetto che distingue questo progetto è la sua capacità di rendere partecipi tutti i cittadini. Il Padiglione della Santa Sede sarà infatti un “cantiere aperto” dove chiunque potrà contribuire, anche solo con la propria presenza e con il proprio impegno.

Ogni settimana, grazie alla collaborazione con l’UIA – Università Internazionale dell’Arte, si terranno workshop di restauro e riqualificazione, che permetteranno alle nuove generazioni di apprendere le tecniche tradizionali di conservazione del patrimonio. Inoltre, la cooperativa Nonsoloverde si occuperà di creare momenti di convivialità, con una grande tavola comune che ogni martedì e venerdì darà vita a scambi culturali tra i visitatori e la cittadinanza.

Non solo arte e architettura, ma anche musica saranno protagonisti di questo spazio. Grazie alla collaborazione con il Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” di Venezia, i visitatori avranno la possibilità di accedere a prove musicali, usufruendo di strumenti come pianoforti e clavicembali, disponibili dal martedì alla domenica.

Il supporto di Intesa Sanpaolo e altri partner

Anche quest’anno, come già avvenuto nel 2024 con il progetto «Con i miei occhi», Banca Intesa Sanpaolo è main partner del Padiglione della Santa Sede, dimostrando un impegno costante nella promozione della cultura e della crescita sociale attraverso l’arte.

Michele Coppola, Executive Director di Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato come questa collaborazione rispecchi una visione comune, in cui l’arte diventa uno strumento potente per affrontare le sfide sociali contemporanee. Il sostegno al progetto della Santa Sede è un impegno verso un futuro dove l’architettura non è solo un atto estetico, ma un processo condiviso che coinvolge ogni individuo.

Progetto Santa Sede Biennale Architettura: il significato della menzione speciale

La Giuria internazionale della Biennale Architettura 2025 ha attribuito una menzione speciale al Padiglione della Santa Sede, riconoscendo il valore innovativo del progetto “Opera Aperta”. La motivazione sottolinea come il padiglione rappresenti una “pratica vivente di cura responsabile e collettiva”, un processo che va oltre il semplice restauro fisico, trasformando l’edificio in uno spazio di scambio e riparazione.

La curatrice Marina Otero Verzier ha commentato che “Opera Aperta” è un esempio di come l’architettura possa resistere alla tentazione di essere posseduta da un’unica voce autoritaria, ma piuttosto essere il risultato di un lavoro collettivo che coinvolge diversità e differenze, costruendo insieme nuove possibilità di speranza e di cambiamento.

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