Le architetture dei padiglioni e i temi più interessanti
È ufficialmente iniziata l’Expo 2025 di Osaka, che si svolge dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 sulla Yumeshima Island, isola artificiale nella baia della metropoli giapponese. La manifestazione, della durata di sei mesi, coinvolge oltre 150 Paesi e si propone di esplorare visioni e soluzioni per il futuro della società globale.
Osaka ospita l’Esposizione Universale per la terza volta, dopo le edizioni del 1970 e del 1990, confermandosi crocevia di dialogo tra innovazione, cultura e architettura. Il tema scelto per questa edizione è “Progettare la società futura per le nostre vite” — un invito a ripensare i modelli di convivenza, sostenibilità e cooperazione globale.
Il Masterplan e il Grand Ring
Il masterplan dell’area è stato sviluppato dall’architetto giapponese Sou Fujimoto, in collaborazione con TOHATA Architects & Engineers e Azusa Sekkei Co., Ltd.. Al centro del progetto si colloca il monumentale Grand Ring, una struttura circolare interamente in legno, con un diametro di 700 metri e una circonferenza complessiva di circa 2 km, parzialmente sospesa sull’acqua.
Questa architettura, ispirata alla spiritualità dei templi tradizionali giapponesi, è concepita come una piattaforma pubblica multilivello e simboleggia la connessione tra persone, idee e culture. Il Grand Ring funge da struttura portante e orientativa dell’intero sito espositivo, generando percorsi, piazze e aree tematiche.
Forest of Tranquility e il padiglione “Better Co-Being”
Al centro dell’Expo si sviluppa la “Forest of Tranquility”, un paesaggio artificiale che unisce natura, tecnologia e architettura. All’interno di questo spazio si trova uno dei padiglioni simbolo dell’esposizione: Better Co-Being, progettato dallo studio SANAA (Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa) in collaborazione con il ricercatore Hiroaki Miyata.
Il padiglione è concepito come una struttura leggera in acciaio, priva di tetto e pareti, che si dissolve nel paesaggio come una nuvola sospesa sopra gli alberi. L’obiettivo è rappresentare un nuovo modello di coesistenza e collaborazione, sia tra gli esseri umani che tra uomo e ambiente. Better Co-Being rientra nel progetto tematico “Resonance of Lives”, che pone l’accento sulla co-creazione di un futuro dove tutte le forme di vita possano prosperare in equilibrio.
La Foresta della Tranquillità diventa così metafora di una società in cui i dati, come le risorse naturali, vengono generati, condivisi e distribuiti secondo logiche non competitive ma collaborative. Il padiglione si configura come una rete architettonica e concettuale, un ibrido tra ecosistema vegetale e infrastruttura digitale.


Padiglioni nazionali e architetture iconiche
Le piazze che si diramano dalla foresta centrale segmentano lo spazio in zone funzionali e tematiche. I padiglioni nazionali, più di 150 in totale, sono firmati da studi di architettura di rilevanza internazionale. Come da tradizione, molte di queste strutture sono destinate a diventare icone visive dell’esposizione, riflettendo identità culturali, sfide tecnologiche e visioni del futuro.
Il padiglione Italia by Mario Cucinella
Per l’Expo 2025 di Osaka, Mario Cucinella Architects (MCA) firma il progetto del Padiglione Italia, concepito come un’interpretazione architettonica contemporanea del concetto di Città Ideale, tema simbolico del Rinascimento italiano. La proposta si distingue per un impianto fortemente narrativo e sostenibile, dove lo spazio costruito diventa strumento di dialogo tra memoria storica e innovazione progettuale, in linea con i principi del design circolare e della transizione ecologica.
Il padiglione si sviluppa come sistema architettonico modulare e flessibile, articolato in due volumi principali: un corpo espositivo destinato alla narrazione immersiva dell’identità culturale italiana e un’area funzionale di supporto. La struttura portante in legno – proveniente da filiere certificate a km zero – è pensata per essere interamente smontabile e riutilizzabile, secondo una logica di economia circolare e ridotto impatto ambientale, in risposta alle specificità climatiche del contesto giapponese.
La composizione architettonica richiama elementi cardine dell’urbanistica italiana: la piazza, il teatro e il giardino, reinterpretati attraverso linguaggi spaziali e materiali contemporanei. Il percorso espositivo si articola in tre atti esperienziali – Teatro, Città Ideale e Giardino all’Italiana – concepiti come ambienti immersivi ad alta intensità sensoriale e tecnologica, capaci di stimolare una riflessione critica sui temi dell’innovazione sociale, della sostenibilità ambientale e del dialogo tra uomo e natura.
Il progetto non solo intende rappresentare l’eccellenza italiana nel mondo, ma si propone anche come prototipo replicabile di architettura pubblica del futuro, capace di integrare arte, scienza, tecnologia e partecipazione collettiva, in coerenza con i valori dell’Expo e gli obiettivi dell’Agenda 2030.


Il padiglione Francia by Carlo Ratti
Concepito come un dispositivo architettonico immersivo, il progetto firmato da CRA – Carlo Ratti Associati insieme allo studio francese Coldefy per Expo 2025 Osaka fonde spazio costruito e linguaggio scenico. L’obiettivo è rappresentare l’incontro tra uomo e natura attraverso una narrazione spaziale continua e coinvolgente. Il progetto, intitolato Theatrum Naturae, si articola in tre atti: La Salita, La Scoperta della Natura e Il Ritorno a Terra. Questo schema guida il visitatore in un percorso esperienziale a forte componente sensoriale.
Dal punto di vista formale, la struttura si sviluppa secondo un andamento elicoidale. Il cammino ascensionale culmina in un giardino sommitale, concepito come un ecosistema autosufficiente. Qui, paesaggi ispirati alla biodiversità francese – dalle Alpi alle coste – si fondono in un’unica narrazione ecologica. La copertura verde, dunque, diventa sia spazio contemplativo che simbolo ambientale.
Per quanto riguarda i materiali, il padiglione adotta un approccio circolare. Vengono privilegiati componenti naturali e a secco, come il legno strutturale certificato, per garantire riuso e smontaggio facilitato post-Expo. L’involucro, leggero e ispirato a un sipario teatrale, è pensato per favorire ventilazione naturale e controllo passivo della luce, dialogando con il clima di Osaka.
Sul piano distributivo, l’architettura si basa su un anello continuo, che assicura fluidità nei percorsi e gestione ottimale dei flussi. Inoltre, il padiglione integra dispositivi sensoriali e climatici in grado di raccogliere dati in tempo reale. Questo consente una responsività architettonica, con lo spazio che si adatta in funzione di parametri ambientali o affluenza.
Infine, Theatrum Naturae si inserisce pienamente nella visione progettuale di Carlo Ratti. Per l’architetto, lo spazio costruito deve fungere da ponte tra naturale e artificiale, promuovendo nuove connessioni tra intelligenza biologica e tecnologica. In tal senso, il padiglione diventa non solo un contenitore espositivo, ma un manifesto culturale che riflette l’impegno della Francia verso un futuro sostenibile, inclusivo e interconnesso.


Kengo Kuma a Expo 2025 Osaka: i tre padiglioni per Malesia, Qatar e Portogallo
Kengo Kuma & Associates si conferma tra i protagonisti dell’Expo 2025 Osaka. L’architetto giapponese firma ben tre padiglioni nazionali: Malesia, Qatar e Portogallo. Ogni progetto esprime una visione architettonica sensibile ai temi della sostenibilità, della cultura locale e dell’integrazione tra costruito e natura.
Il Padiglione della Malesia è ispirato a una foresta tropicale verticale. La struttura utilizza legno lamellare e moduli prefabbricati, con un impianto pensato per favorire ventilazione naturale e illuminazione passiva. La vegetazione è parte integrante del progetto. Piante autoctone malese ricreano un ecosistema vivente che trasmette i valori di biodiversità e sostenibilità. Il percorso interno è immersivo e avvolgente, pensato per stimolare i sensi e comunicare l’identità ambientale del paese.
Il Padiglione del Qatar riprende i principi dell’architettura vernacolare del Golfo. Spazi ombreggiati, cortili interni e percorsi coperti si ispirano ai tradizionali souk. I materiali locali e le facciate stratificate garantiscono comfort termico senza l’uso intensivo di energia. Il padiglione racconta la trasformazione del Qatar in chiave energetica e culturale. Le installazioni digitali e interattive sono in linea con gli obiettivi della Vision 2030, ponendo al centro innovazione e sostenibilità.
Il Padiglione del Portogallo esplora i temi della marittimità, della materia e della tradizione. Kuma impiega materiali naturali come il sughero e il legno provenienti da filiera corta. La struttura leggera e modulare richiama le forme della navigazione e il patrimonio decorativo degli azulejos. Il percorso espositivo è fluido e multisensoriale. Si alternano spazi contemplativi e installazioni interattive che riflettono sul ruolo dell’oceano nella rigenerazione del pianeta.


Il padiglione del Bahrain by Lina Ghotmeh
Progettato dallo studio Lina Ghotmeh – Architecture, il Padiglione del Bahrain per Expo 2025 Osaka si ispira alla tradizione marittima del paese. La struttura si ispira alle storiche dhow boats, emblema dell’artigianato bahrainita. Il progetto unisce tecnologie moderne e metodi costruttivi tradizionali, evidenziando l’importanza della cultura del Bahrain e della sua posizione geografica nel Golfo.
La struttura del padiglione si distingue per l’uso di legno non ingegnerizzato, assemblato tramite tecniche di giunzione a incastro, senza l’uso di viti o chiodi. Questa scelta progettuale riduce al minimo gli sprechi e promuove un approccio sostenibile. L’involucro esterno è realizzato in alluminio, un materiale che riflette la luce naturale, mentre la copertura del padiglione utilizza tecniche di raffrescamento passivo per ridurre la dipendenza da sistemi di climatizzazione meccanica.
In linea con i principi della circolarità, il padiglione è progettato per essere facilmente smontato e riutilizzato dopo la conclusione dell’Expo. Questa scelta rispecchia l’impegno del Bahrain verso l’economia circolare e la riduzione dell’impatto ambientale.
L’esperienza espositiva all’interno del padiglione è curata da Shepherd Studio e si articola in una serie di gallerie che esplorano temi legati alla connettività, al commercio, alla sostenibilità e alle risorse naturali. Tra le collaborazioni artistiche di rilievo troviamo il lavoro di artisti come Sissel Tolaas e Hassan Hujairi, che interpretano il tema del “connettere le vite” attraverso esperienze sensoriali e installazioni interattive.
Il padiglione include anche uno spazio gastronomico che fonde flavori bahrainiti e giapponesi, curato dal rinomato chef Tala Bashmi. La progettazione del padiglione integra elementi di design locale, con uno store che offre prodotti ispirati alla tradizione bahrainita, tra cui tessuti, gioielli e oggetti d’arte.
In sintesi, il Padiglione del Bahrain si configura come una sintesi tra tradizione e innovazione. Grazie alla sua architettura sostenibile e al forte legame con la cultura marittima del paese, il padiglione non solo racconta la storia del Bahrain, ma si inserisce perfettamente nel tema di Expo 2025 Osaka, “Designing Future Society for our Lives”. La struttura diventa, così, un simbolo della capacità di armonizzare tradizione, cultura e innovazione per un futuro più sostenibile.


Nikken Sekkei e Oki Sato (Nendo) firmano il padiglione Giappone
Per l’Expo 2025 di Osaka, il Giappone propone un’architettura visionaria che fonde natura, tecnologia e circolarità. Il progetto è guidato dallo studio Nikken Sekkei con la direzione creativa di Oki Sato, fondatore di nendo. Il padiglione si distingue per la sua forma ad anello monumentale, realizzata in legno lamellare incrociato (CLT). La struttura è modulare, semitrasparente e pensata per essere smontata e riutilizzata al termine dell’evento.
Al centro dell’anello si trova un impianto di biogas attivo, capace di trasformare quotidianamente circa una tonnellata di rifiuti organici in energia rinnovabile. Questo sistema rappresenta il cuore pulsante del padiglione. È visibile ai visitatori e parte integrante del percorso espositivo, concepito come un’esperienza immersiva e didattica.
Il progetto sviluppa il concetto di padiglione vivente, in cui elementi come acqua, alghe, materiali e scarti si muovono in un ciclo continuo. Ogni ambiente racconta una fase del processo rigenerativo. Le tre aree interne offrono esperienze sensoriali diverse, ma legate da un filo narrativo comune. Tra le installazioni, emergono soluzioni innovative che integrano arte, design e scienza dei materiali.
Dal punto di vista tecnico, la struttura utilizza una facciata ritmica che consente ventilazione naturale e filtraggio della luce. Il padiglione è orientato alla massima efficienza energetica, con un impatto ambientale ridotto. La scelta dei materiali e l’organizzazione degli spazi rispecchiano una filosofia progettuale centrata sulla rigenerazione e sul riuso intelligente.


Cartier svela il nuovo Women’s Pavilion
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, Cartier e Expo 2025 Osaka, Kansai, Japan annunciano l’apertura del Women’s Pavilion, uno spazio immersivo e visionario dedicato al ruolo fondamentale delle donne nel progresso globale. Nato dalla collaborazione con il governo giapponese e la Japan Association for the 2025 World Exposition, il padiglione aprirà il 13 aprile e resterà visitabile fino al 13 ottobre.
Al suo interno, arte, architettura e tecnologia si fondono per dare voce a storie personali e collettive, stimolando un dialogo attivo su temi cruciali come parità di genere, sostenibilità e innovazione. La struttura, firmata dall’architetta giapponese Yuko Nagayama, si ispira al Kumiko e combina elementi tradizionali e moderni con un approccio sostenibile: gli alberi che circondano il padiglione torneranno alle montagne di Osaka a fine Expo, simbolo di rigenerazione.
L’esperienza espositiva, curata da Es Devlin, trasforma ogni visitatore in parte attiva del racconto, grazie a installazioni interattive che invitano all’azione collettiva. Inoltre, un collettivo di artiste internazionali arricchisce il percorso con opere che riflettono sull’identità, l’arte, la tecnologia e l’ambiente. Al secondo piano, il WA Space ospiterà conversazioni e panel su grandi sfide globali, promuovendo una visione condivisa del futuro. Il Women’s Pavilion si conferma così come un simbolo concreto dell’impegno di Cartier per l’uguaglianza e un catalizzatore per un cambiamento duraturo.


Blue Ocean Dome by Shigeru Ban
In occasione di Expo 2025 Osaka, l’architetto giapponese Shigeru Ban presenta la Blue Ocean Dome, un’installazione all’avanguardia che punta i riflettori sulle sfide legate agli ecosistemi marini. Progettata in collaborazione con ZERI Japan, la cupola si distingue per l’uso pionieristico di materiali eco-responsabili come bambù laminato, fibra di carbonio e tubi di carta riciclata, segnando una svolta concreta verso un’architettura sostenibile e sperimentale.
Articolata in tre cupole distinte, la struttura vuole rompere con l’approccio puramente estetico di molti padiglioni contemporanei. Dome A è la prima costruzione al mondo a usare il bambù laminato come materiale strutturale, affrontando il problema delle foreste abbandonate in Giappone. La cupola principale, Dome B, impiega invece la fibra di carbonio su larga scala, un materiale leggero e ultraresistente finora mai utilizzato come elemento portante in architettura. Infine, la Dome C, realizzata con tubi di carta e bambù forniti dal brand sponsor Rengo Co., ospita spazi espositivi e di networking, dando vita al Blue Dome Movement, un centro dinamico di scambio di idee e conoscenze.


Padiglione Spagna by KUROSHIO OSAKA
Con un progetto architettonico che unisce innovazione, sostenibilità e identità culturale, la Spagna si prepara a stupire i visitatori di Expo 2025 Osaka. Il padiglione nazionale, firmato dal team KUROSHIO OSAKA 2025 – formato da Enorme Studio S.L.P., Smart and Green Design, S.L. e Néstor Montenegro Mateos – sorgerà nella zona nord di Pavilion World, nell’area tematica Connecting Lives.
Ispirato alla Corrente del Kuroshio, simbolo di scambio culturale e commerciale tra Asia e America, il padiglione celebra l’oceano e il sole come elementi universali e identitari. Il progetto si sviluppa su circa 3.500 m² e adotta un approccio sostenibile grazie all’uso di materiali naturali, tecniche di prefabbricazione e una struttura modulare in legno ripetuta fino a 40 volte, che definisce un atrio iconico e permeabile alla luce.
Grande attenzione anche all’artigianato: la facciata sarà realizzata in collaborazione con un’azienda spagnola specializzata in ceramiche artistiche, con superfici testurizzate e giochi di colore che evocano la profondità marina e i riflessi del sole. Un padiglione che unisce tradizione e futuro, rappresentando al meglio lo spirito della Spagna.


ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO