I sotterranei di Fendi riaprono al pubblico, tra arte, storia e simbolismo
A partire dal 20 marzo 2025, la Fondazione Arnaldo Pomodoro riaprirà al pubblico una delle opere più affascinanti e suggestive dell’artista: il Labirinto.
Situato nei sotterranei del prestigioso Headquarter milanese della Maison FENDI, recentemente ristrutturato, questo capolavoro sarà visitabile nuovamente grazie a un accesso completamente rinnovato. I visitatori potranno vivere un’esperienza unica, immersiva e ricca di mito, arte e memoria storica, che non solo trascende il concetto tradizionale di spazio espositivo, ma trasforma anche il modo in cui percepiamo l’arte contemporanea.
Un viaggio sensoriale senza precedenti
Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro non è un semplice gioco di passaggi e corridoi. È un’opera che invita il pubblico a un viaggio che va oltre la dimensione fisica dello spazio. Come lo stesso Pomodoro ha dichiarato:
“Il mio ingresso nel labirinto è un invito nei meandri di un percorso, dove il tempo è trasformato in spazio e lo spazio a sua volta diventa tempo”.
Le parole dell’artista descrivono perfettamente il legame profondo tra la sua creazione e l’esperienza sensoriale di chi la vive. Il visitatore non è solo un osservatore passivo, ma un esploratore che entra in un contesto in cui il tempo e lo spazio si fondono, creando un’esperienza che rimarrà impressa nella memoria.
Un’opera che sfida la concezione tradizionale del labirinto
Il Labirinto non è un dedalo ordinario. Al contrario, si presenta come un luogo che sovverte l’idea tradizionale di labirinto, privo di colori e visioni verdeggianti. L’opera si sviluppa nell’oscurità dei sotterranei, una scelta che accentua il suo carattere enigmatico e misterioso.
L’ispirazione di Pomodoro nasce dall’Epopea di Gilgamesh, uno dei testi più antichi della storia umana, risalente a circa 2000 a.C. Questo legame con un poema allegorico, che racconta le gesta di un re che cerca l’immortalità, si traduce in un’opera che porta il visitatore in un viaggio tra mito e memoria, alla scoperta delle radici più profonde dell’esperienza umana.
Le superfici scolpite del Labirinto sono intrise di simbolismo. Con i loro segni arcaici, cunei e trafitture, richiamano le antiche civiltà e suggeriscono una lingua perduta, che evoca una sensazione di misteriosa familiarità.
Pomodoro stesso ha più volte espresso il suo affetto per i segni arcaici, dichiarando che: “Le impronte che scavo nella materia artistica, i cunei, i fili e gli strappi, mi vengono inizialmente da certe civiltà arcaiche.” Questo desiderio di esplorare il passato attraverso la scultura si riflette nell’originalità dell’opera, che non solo fa riferimento a culture lontane, ma crea anche un dialogo continuo tra il presente e il passato.
Un’esperienza immersiva che va oltre l’opera
Oltre a evocare civiltà antiche, il Labirinto di Pomodoro rappresenta un’introspezione nell’universo creativo dell’artista. L’opera offre uno spaccato intimo del suo processo artistico, un percorso che va oltre la mera creazione di forme e segni. In questa opera, infatti, Pomodoro fonde elementi autobiografici con tappe fondamentali del suo percorso artistico, dando vita a una continua trasformazione delle sue sculture e alla nascita di nuove forme in divenire.
Questa sintesi perfetta tra il lavoro dell’artista e la sua evoluzione personale rende il Labirinto un’esperienza che va al di là del semplice concetto di scultura. Ogni angolo del Labirinto, ogni curva e superficie scolpita racconta una storia, una riflessione, un frammento del pensiero di Pomodoro. Il visitatore non si limita a guardare, ma vive l’opera, partecipando attivamente alla sua interpretazione.
Il legame tra Pomodoro e FENDI: una partnership artistica
Il Labirinto non è solo una realizzazione artistica di Pomodoro, ma anche il frutto di una continua e solida collaborazione tra la Fondazione Arnaldo Pomodoro e FENDI, che ha acquisito l’edificio in cui l’opera è esposta nel 2013. FENDI ha ristrutturato l’ex stabilimento industriale, una volta dedicato alla produzione di turbine elettriche, e ha trasformato l’edificio in un moderno Headquarter che ospita il Labirinto e altre opere dell’artista.
La partnership tra FENDI e la Fondazione non si limita alla semplice ospitalità dell’opera. Infatti, all’interno dello stesso spazio sono esposte altre realizzazioni significative di Pomodoro, come le opere-costume Costume di Didone e Costume di Creonte. Questi costumi, creati per le produzioni teatrali di Dido, Queen of Carthage di Christopher Marlowe (1986) e Oedipus Rex di Igor Stravinsky (1988), mostrano un altro lato dell’artista, quello del costume designer, e sono esposti nell’atrio Solari 35, sede di FENDI.
In questo contesto, il Labirinto diventa una porta d’accesso a una visione più ampia del lavoro di Pomodoro, che non si limita alla scultura, ma abbraccia anche il mondo del teatro e delle installazioni ambientali.
Una visita che trasforma la percezione dell’arte contemporanea
La visita al Labirinto è un’esperienza che dura circa 45 minuti, durante i quali i visitatori possono esplorare non solo l’immaginario e la poetica di Pomodoro, ma anche le modalità con cui l’artista realizza le sue opere.
Ogni passo all’interno dell’opera è un momento di scoperta, che invita a riflettere sul rapporto tra spazio, mito e arte. Il Labirinto diventa così un luogo dove la percezione del tempo e dello spazio si modifica, offrendo una nuova e unica esperienza artistica.
L’opera si presenta come un viaggio immersivo che non solo permette di esplorare la storia e l’evoluzione del lavoro di Pomodoro, ma invita anche il visitatore a riflettere su come l’arte possa diventare un’esperienza sensoriale e trasformativa.
Apertura al pubblico: dal 20 marzo 2025
Durata della visita: circa 45 minuti con guida
Per prenotazioni e ulteriori informazioni, visita il sito: fondazionearnaldopomodoro.it
