Gli opposti in equilibrio: forza e fragilità in dialogo

Prima ancora che iniziasse lo show, Acne Studios aveva già tracciato con precisione il perimetro estetico e concettuale della sua collezione Spring/Summer 2026. Come da tradizione, il brand non ha considerato la location come semplice cornice, ma come estensione narrativa. Stavolta lo scenario scelto è stato il Collège des Bernardins a Parigi, luogo gotico e imponente, in cui le volte maestose e la luce filtrata dalle vetrate dialogavano con un allestimento intimo, quasi contrastante: un cigar lounge contemporaneo, reinterpretato attraverso le opere dell’artista newyorkese Pacifico Silano.

Silano, la cui ricerca visiva è radicata nella fotografia e nella memoria queer, ha trasformato la navata medievale in uno spazio di riflessione intorno al desiderio e alla fragilità, con immagini sospese che richiamano i frammenti della cultura visiva anni Settanta e Ottanta. Non si trattava di provocazione, bensì di una narrazione poetica: dettagli di corpi, oggetti marginali, frammenti di riviste erotiche traslati in installazioni che parlano di identità, eros e assenza. Questo dialogo tra forza e vulnerabilità ha definito l’intera atmosfera della collezione, riverberando direttamente nei capi in passerella.

Una palette in metamorfosi

La sfilata si apre con una gamma di marroni chiari, caldi e terrosi, evocando un senso di radicamento e naturalezza. Progressivamente, le tonalità si scuriscono fino a diventare profonde e dense, a cui si intrecciano bianchi, grigi e neri. La progressione cromatica segue un crescendo emotivo: dal minimalismo quasi austero ai contrasti più potenti, fino a un finale che celebra la complessità. In parallelo, la musica – una partitura di Robyn insieme a Yung Lean – accompagna la transizione con un ritmo che alterna robotica freddezza e vibrazione emotiva.

Il denim, codice identitario di Acne Studios, attraversa l’intera collezione in infinite varianti: trattato, scolorito, ricamato, fino a diventare quasi scultura tessile. Accanto, la pelle con finiture consumate e giacche dal carattere deciso, stampe check abbinate a tessuti traslucidi, materiali vissuti accostati a trasparenze delicate.

Estetiche in collisione

Uno dei punti di forza della collezione è la capacità di bilanciare elementi antitetici senza mai cadere nel caos: il romantico e il ribelle, il formale e il provocatorio, il fragile e il potente. I corsetti, tagliati con precisione sartoriale e decorati da pizzi e cut-out, sembrano usciti da una notte di eccessi ma allo stesso tempo possiedono un rigore impeccabile. I completi maschili, spostati di pochi millimetri dalle convenzioni classiche, diventano dichiarazioni di libertà. Le acconciature, spettinate sul davanti e perfettamente raccolte dietro, amplificano questo gioco di dualità.

Chi veste Acne Studios, sembra suggerire Johansson, non appartiene mai a un solo mondo. Vive la notte dei festival e il giorno degli impegni lavorativi senza timore di contraddizioni, incarnando un’eleganza che non rinuncia alla ribellione. Non si tratta di indossare un ruolo, ma di abitarne molti.

Accessori e dettagli narrativi

Le borse, proposte in diverse dimensioni, confermano la capacità del brand di rendere iconico l’essenziale. Camperos e frange evocano un immaginario che spazia dalla cowboy culture ai palchi dei festival. I capi destrutturati, indossati con leggerezza e disinvoltura, aprono a nuove modalità di vestibilità, rifiutando schemi prestabiliti.

Ogni dettaglio diventa parte di un racconto che esprime una precisa visione del vivere contemporaneo: non l’adesione cieca a codici estetici, ma la capacità di piegarli, ibridarli, persino ironizzarli.

Un anniversario che guarda avanti

Mentre si avvicina al traguardo dei trent’anni, Acne Studios conferma la sua identità: un marchio che non ha bisogno di effetti di superficie né di rivoluzioni di facciata, ma che sa rinnovarsi attraverso una continua riflessione culturale. Jonny Johansson ha costruito un linguaggio coerente e complesso, fatto di dialoghi con artisti provenienti da altri mondi, dalla fotografia alla scultura, dall’architettura alla musica. La collaborazione con Silano ne è l’ennesima dimostrazione: un intreccio tra moda e arte che non decora, ma genera significato.

La SS26 diventa così non solo una collezione di abiti, ma una dichiarazione programmatica: la moda, per Acne Studios, è un atto culturale, un linguaggio che intreccia estetica, identità e memoria. Un racconto di opposti che non si escludono, ma trovano equilibrio proprio nella loro tensione.

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Acne Studios SS26 – i look

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